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Universinversi, le precisazioni della��Ateneo:
Nessun finanziamento diretto dalla��UniversitA� degli Studi di Trento

omoA seguito del Festival Universinversi sono sorte diverse polemiche riferite sia agli argomenti proposti che alle modalitA� di finanziamento della manifestazione.
A tal proposito riportiamo il comunicato stampa diffuso dall’Ufficio Stampa dell’UniversitA� di Trento in cui l’Ateneo fa chiarezza sullo stanziamento dei fondi assegnati e prende posizione in merito all’atteggiamento assunto dagli organizzatori del Festival.

Trento, 18 maggio 2009 a�� In riferimento agli articoli apparsi recentemente sulla stampa locale relativi alla iniziativa denominata a�?Universinversia�? la��ateneo di Trento desidera fare alcune precisazioni.
La��UniversitA� di Trento non ha concesso alcun finanziamento diretto ad Universinversi. Una delle associazioni studentesche della nostra universitA� denominata P.O.U.M. fa parte del comitato organizzatore di Universinversi ed ha ottenuto un finanziamento di 3813 Euro nella��ambito del fondo che, come in tutti gli atenei italiani, A? destinato a finanziare progetti presentati e gestiti autonomamente dalle associazioni studentesche. Tale fondo A? distribuito da un comitato di selezione di cui fanno parte Opera Universitaria, UniversitA� e rappresentanti eletti dagli studenti stessi.
Gli organizzatori di Universinversi hanno utilizzato in modo illegittimo il logo della��UniversitA� di Trento e del Dipartimento di sociologia e ricerca sociale per pubblicizzare la loro iniziativa. Universinversi ha ricevuto il patrocinio del Centro per gli studi di genere della��UniversitA� di Trento, che perA? non ha concesso alcun finanziamento, nA� tanto meno la��utilizzo del logo da��ateneo. In data 12 maggio 2009 la��amministrazione della��UniversitA� di Trento ha provveduto a diffidare gli organizzatori di Universinversi per la��uso illegittimo del logo, segnalando il caso al comitato incaricato di distribuire i contributi per le associazioni studentesche.
a�?La��UniversitA� a�� commenta il rettore Davide Bassi – A? il posto dove si puA? liberamente discutere di questioni anche controverse, senza censure preventive e potendo esprimere opinioni divergenti. Spiace che qualcuno voglia utilizzare questo episodio per attacchi di natura politica che mirano a limitare la libertA� di espressione, cercando di accreditare presso la��opinione pubblica la��idea che le difficoltA� finanziarie delle universitA� italiane siano dovute ad un utilizzo irresponsabile delle risorse pubbliche. Spiace altresA� che alla��interno degli eventi organizzati presso la nostra sede di Sociologia si sia dato spazio ad iniziative, come quella del a�?sexy-shopa�?, che ben poco hanno a che fare con il dibattito culturale ed appaiono azioni di provocazione fini a se stessea�?.

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Un commento

  1. Trento, 20 Maggio 2009

    Rispondiamo in merito al comunicato diffuso dall’Ufficio Stampa dell’Università di Trento riportante dichiarazioni del rettore rispetto all’utilizzo illegittimo di loghi da parte dell’associazione universitaria POUM sul materiale promozionale del festival Universinversi, alla cui organizzazione l’associazione ha partecipato e per cui ha ricevuto un finanziamento da parte dell’Opera Universitaria.

    Premettiamo che il festival ha ricevuto il patrocinio del Centro Studi di Genere dell’Università di Trento per la cui concessione abbiamo fatto formalmente richiesta. Il Centro, valutata l’appropriatezza e il
    valore scientifico dei contenuti, nonché l’adeguatezza dei curricula dei relatori, ha concesso il patrocinio con una autorizzazione scritta. L’associazione POUM ha ricevuto solo ieri la lettera del dottor Paolo Zanei datata 12 maggio in cui si diffidava l’associazione dall’uso illegittimo dei loghi nei manifesti e si richiedeva la rimozione degli stessi, in quanto riportanti illegittimamente loghi dell’Ateneo.
    Rispetto all’uso dei loghi sul volantino, l’associazione POUM si è interfacciata con l’Opera Universitaria e con l’Ufficio Comunicazione – Divisione Comunicazione ed Eventi, dell’Università degli Studi di Trento. Entrambi i soggetti hanno ricevuto anzitempo la bozza del volantino promozionale richiedendoci, tramite comunicazione scritta, di inserire i loro rispettivi loghi, richiesta che è stata prontamente attesa.
    Riconosciamo di aver commesso una leggerezza poiché la stessa procedura non è stata eseguita per gli stendardi. Abbiamo erroneamente inferito che se ci era stato richiesto di inserire i loghi sul volantino lo stesso valesse anche per gli stendardi. Inoltre riconosciamo di aver omesso di esplicitare le diverse componenti appartenenti al tavolo, tra cui anche l’associazione POUM, dettaglio che può aver lasciato intendere che l’Università avesse finanziato direttamente il festival a un soggetto non ben specificato.
    Vorremmo incidentalmente precisare che la durata dell’affissione era prevista fino all’11 maggio, dopo di che gli stendardi sono stati coperti da altre pubblicità e che quindi la richiesta pervenutaci ieri è stata in ogni caso rispettata.

    L’associazione POUM e il Tavolo LGBTQ* si assumono la responsabilità di questi errori e si scusano per questo problema di mancata comunicazione e contestualmente vogliono sottolineare che l’errore è
    stato commesso in totale buona fede documentabile attraverso lo scambio di e-mail intercorse tra l’associazione POUM, l’Opera e l’Università.

    Fatta questa premessa, non siamo invece d’accordo con il rettore quando contesta l’uso delle aule universitarie per l’iniziativa “A ciascun@ il suo!” tenuta Sabato 16 Maggio e che è stata definita “solo
    una inutile provocazione”. Spiace constatare che il rettore reputi culturalmente non rilevante un’iniziativa di sensibilizzazione al corretto uso di gadgets erotici con un’attenzione specifica alla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili e alla natura imprescindibilmente consensuale di un gesto di profonda intimità quale è il sesso.
    Tra l’altro il laboratorio è stato tenuto da un’associazione che si chiama Sexy Shock, e non sexy shop, che da anni è attiva sulle tematiche della prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e sulla violenza di genere a livello nazionale ed europeo. Non capiamo perché un discorso così importante per la salute psico-fisica delle giovani generazioni susciti tanto disappunto quando per affrontarlo si usano toni che ricordano che il sesso significa responsabilità ma anche gioia e che invitano a maturare una consapevolezza del proprio corpo e delle sue possibilità in maniera libera da preconcetti.

    Il dibattito medico sulle malattie sessualmente trasmissibili è declinato nella comunità LGBTQ in chiave prevalentemente maschile in quanto fenomeno di cui storicamente la comunità gay si è fatta carico con opere di prevenzione e informazione che hanno il merito di aver prodotto negli anni un arginamento della diffusione dell’HIV su scala mondiale. In questo senso Universinversi ha voluto dare un contributo al dibattito con un linguaggio che intercettasse prima di tutto le giovani donne e le giovani lesbiche parlando di qualcosa per loro riconoscibile, ossia del loro corpo e del proprio desiderio e non di asettici e astratti consigli medici o del corpo di qualcun altro.

    Riteniamo che bollare tutto ciò come una inutile provocazione sia miope quanto irresponsabile perché ha anche il pericoloso risvolto di legittimare le posizioni di quanti non perdono occasione di attaccare
    gay, lesbiche e trans, soprattutto giovani, che combattono quotidianamente per farsi vedere riconosciuta la propria dignità e per abbattere il pregiudizio di una società che spesso li considera dei
    pervertiti. Non ci sembra che le parole del rettore invitino all’inclusione e alla sensibilizzazione verso le tematiche LGBTQ che sono l’obiettivo di questo festival.

    Associazione Universitaria POUM
    Tavolo LGBTQ* Trento

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