lunedì , 23 Dicembre 2024

UN POa�� DOPO IL PIOMBO Ce n’est qu’un dA�but
il mito della rivoluzione, della felicitA� e dei suoi slogan

Un pA? dopo il Piombo - Giangilberto MontiIeri, martedA� 13 novembre, A? andata in scena al Teatro Cuminetti la prima replica di “Un pA? dopo il Piombo“( Ce na�� est qua�� un dA?but ), uno spettacolo di Fort Alamo e Scenaperta, ideato da Giangilberto Monti per la regia di Annig Raimondi. Lo spettacolo verrA� replicato questa sera mercoledA� 14 novembre ore 20.30 e domani giovedA� 15 novembre alle 21.00. Lo spettacolo fa parte della Stagione di Prosa organizzata dal Centro Culturale S.Chiara.

A metA� degli anni Sessanta Renato Curcio e Margherita Cagol detta Mara si incontrano, si conoscono, si innamorano, si sposano e danno vita alla piA? nota formazione politica armata degli anni Settanta: le Brigate Rosse. Durante quegli anni cambia la scuola, il lavoro, la politica e il paese intero. EA?il mito della rivoluzione e della felicitA�, del maggio francese e dei suoi slogan – Ce n’est qu’un dA�but – ma anche dei cattivi maestri e delle pistole che sostituiscono i fiori.

Ed A? anche il racconto di un nuovo modello di universitA� nata in una delle cittA� piA? tranquille del paese, Trento, dove la follia prevale lentamente sulla voglia di libertA�, si propaga a macchia da��olio e spegne anche la storia da��amore e di rivoluzione di Renato e di Mara, quando i carabinieri la uccidono in un conflitto a fuoco, il 5 giugno 1975.

Da lA� in poi gli anni di piombo e una strisciante guerra civile, spazzeranno via i sogni e i colori di generazioni di italiani, che ancora oggi vorrebbero capire cosa A? successo e perchA�.

Giangilberto Monti A? un artista milanese con trenta��anni di carriera alle spalle, sempre in bilico fra musica e teatro, dopo la sua lunga ricerca sulla canzone da��autore italiana (Dizionario dei Cantautori, Garzanti, 2003) e la��album sui maudits francesi LA�o FerrA�, Boris Vian e Serge Gainsbourg, da lui adattati in italiano (Maledette Canzoni, Carosello Records/Warner) ritorna sul mercato discografico ma in versione digitale, perchA? se i dischi si vendono sempre meno, non A? detto che la musica sia ancora sfinita.

Note di regia di Annig Raimondi
Intervistiamo una generazione !

Gli elementi che avevo a disposizione per lavorare erano: un testo sulla��origine della lotta armata in Italia, scritto basandosi su un ampio materiale documentario, un insieme di belle canzoni di cui alcune cosA� emozionanti da tradire lo stato di fondo della��autore e un autore-cantautore appassionato e desideroso di donare in scena tutto se stesso.

Intuivo la pulsione di fondo di Giangilberto maa�� come raccontare la dinamica della frantumazione di un sogno? SA�. PerchA� di questo si trattava, raccontare il sogno di una generazione ricca di ideali ma tradita da coloro che avevano preso la strada violenta e sanguinaria.

Dovevo dare forma a questo sogno in pezzi ! Il desiderio di chiarire a se stessi si mischiava alla necessitA� di comunicare questo conflitto ai propri figli, alle nuove generazioni che non sanno o sanno troppo poco.

Ecco allora che lo scontro generazionale passa attraverso la��idea scenica di una��intervista. In una giornata e mezzo, apparentemente non particolare, si scatena la Storia. Fra il cantautore e la giovane presentatrice radiofonica il motivo da��incontro A? una semplice occasione di lavoro, ma la��intervista si ribalta in continuazione. La��intervistato diventa la��intervistatore.E viceversa.
Attraverso frantumi di amori, lettere, sogni, documenti, canzoni, ricordi, registrazioni, spezzoni spezzati per sempre, il dolore che ne sgorga, denso e copioso, si mischia con la gioia e il desiderio di sorridere, strappando le due figure dal racconto autobiografico e restituendole alla dimensione della Storia e della Poesia.

Annig Raimondi ha curato la regia di altri due spettacoli di Giangilberto Monti: La Banda Bonnot e Maledette Canzoni.

Tratto dal suo ultimo spettacolo, esce in distribuzione unicamente digitale il nuovo album di Giangilberto Monti, Ce na��est qua��un dA�but, ispirato al noto slogan del maggio a��68 (Non A? che la��inizio). In undici canzoni una riflessione sugli anni Settanta, dalla nascita della contestazione giovanile nella facoltA� di Sociologia di Trento alla genesi delle Brigate Rosse, ma anche ricordi, amori, speranze e tanta voglia di futuro.

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7 commenti

  1. E’ uno spettacolo orrendo. Sconsigliatao sotto ogni aspetto. Mi meraviglio come possa essere inserito (e coprodotto) dal Santa Chiara uno spettacolo così dilettantesco, con un testo imbarazzante, con delle canzoni imbarazzanti, con delle gag altrettanto imbarazzanti, con una scena imbarazzante. Un’offesa alla memoria, a Trento e a chi non c’è più. Uno scandalo.

  2. ciao..!

    una domanda… perchè ti ha creato imbarazzo..? Io lo volevo andare a vedere ma dopo il tuo commento… tu lo hai visto ieri sera?

  3. Parlavo di imbarazzo nel senso peggiore del termine. Nel senso che è uno spettacolo orrendo…risparmia i soldi! 😉

  4. Ho visto lo spettacolo, magari eravamo addrittura seduti vicini.. se abbiamo visto la stessa cosa a me non è sembrato uno scandalo ma solo una trasposizione diversa, nel rispetto di quella storia e della città che gli ha fatto da palcoscenico..

  5. Non ti è sembrato che il cantante abbia fatto tutto quanto per portare in giro il suo disco?
    Non ti è sembrato assurdo che da uno studio radiofonico si dica “vedi i nostri ascoltatori?”, indicando il pubblico?
    giusto per dirne due…

  6. A parte che molte canzoni sembravano scritte proprio per lo spettacolo.. succede tutti i giorni che da uno studio radiofonico ci siano dirette con il pubblico, e questo molto prima di Fiorello… mi sa che guardi troppa televisione..

  7. m’avete messo curiosità…

    credo ormai sia tardi…

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