AndrA� in scena giovedA� 6 dicembre al Teatro Auditorium di Trento nell’interpretazione della Compagnia del Teatro Stabile di Bolzano A�TROIANEA� di Euripide, terzo appuntamento della Stagione di Prosa 2012-2013 organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara. Si replica venerdA� 7 (ore 20,30), sabato 8 (ore 21,00) e domenica 9 dicembre (ore 16,00).
Dopo il debutto a�?casalingoa�? e la fortunata trasferta milanese al Teatro a�?Carcanoa�?, approda all’Auditorium di Trento la nuova produzione dello Stabile di Bolzano, A�TROIANEA� di Euripide, che il regista Marco Bernardi definisce nel sottotitolo a�?La piA? grande denuncia dei disastri della guerraa�?. Lo spettacolo sarA� in palcoscenico a Trento, nell’ambito della Stagione di Prosa del Centro S. Chiara, da giovedA� 6 a domenica 9 dicembre.
Risale all’anno 415 avanti Cristo la prima denuncia dei disastri della guerra nella civiltA� europea. Ne A? autore Euripide che scrisse a�?Troianea�? lasciandoci una prova di grande forza innovativa, sia per quanto riguarda i contenuti, sia per la struttura drammaturgica di questa tragedia, tra le piA? rappresentate nel mondo in tutte le epoche. A distanza di oltre due millenni, a�?Troianea�? mantiene intatta la sua forza dirompente, la sua denuncia urlata e ancora attualissima.
Era il 1996 quando Marco Bernardi diresse una a�?Medeaa�? intensa e moderna e, dopo sedici anni, il regista torna a confrontarsi con una tragedia classica dove A? ancora una volta la��universo femminile a essere in primo piano, come cartina di tornasole dei conflitti della nostra societA�. Ancora una volta il dramma dello straniero, del a�?barbaroa�? o del diverso, simbolo della��emarginazione e della brutale sottomissione dei piA? deboli.
A�Si tratta a�� scrive Bernardi nelle note di regia a�� del primo testo pacifista della civiltA� occidentale, della prima radicale denuncia della totale insensatezza della guerra, di tutte le guerre. GiA� questo A? sufficiente per caratterizzare a�?Troianea�? in una dimensione storica e politica significativa, ma ca��A? di piA?: il punto di vista sulla sconfitta di Troia, sul conseguente massacro militare e sulla deportazione delle donne superstiti, non A? quello dei vincitori, i Greci (ai quali apparteneva Euripide), ma quello degli sconfitti, i Troiani. O meglio le Troiane, e questo A? la��altro aspetto rivoluzionario della tragedia: in scena ci sono quasi esclusivamente donne, Ecuba, Cassandra, Andromaca, Elena, il Coro. Sono loro a farci vivere il dramma delle prigioniere in attesa di conoscere il proprio destino di profughe, sono loro che hanno perso mariti, padri, figli e che ci fanno capire fino in fondo la stupiditA� della guerra.A�
Troia in fiamme diventa emblema della caduta di un regno, luogo archetipico della distruzione e del saccheggio. Con un ribaltamento di prospettiva, Euripide comincia la tragedia lA� dove La��Iliade di Omero finisce, mettendo in scena la��orrore e lo strazio dal punto di vista delle vittime: le donne dei Troiani sconfitti.
A�Anche dal punto di vista formale a�� scrive ancora Marco Bernardi a�� a�?Troianea�? A? un capolavoro innovativo e sperimentale. La storia A? raccontata per episodi (quello di Cassandra, di Andromaca, di Elena) che sembrano essere autonomi la��uno dalla��altro dal punto di vista del linguaggio teatrale e del registro stilistico, quasi tre spettacoli diversi alla��interno di uno stesso spettacolo. Al contrario il personaggio di Ecuba, presente in scena dalla��inizio alla fine, rappresenta la��unitA� della tragedia, il a�?basso continuoa�? che accompagna i vari episodi, legando le diverse prospettive dei personaggi ad un destino umano comune a tutte le donne dei popoli sconfitti. Ci sono solo due uomini, Taltibio e Menelao: non fanno una gran bella figura, tra crudeltA� inutile, fragilitA� di fronte a Eros e Afrodite, superficialitA� di analisi antropologica e sociale.A�
Tutto questo fa di Troiane una tragedia densa di materiali tematici e formali molto interessanti, con continui colpi di scena che mutano la prospettiva dei fatti, tanto da farne un testo molto amato dai registi contemporanei per la ricchezza di stimoli, per la capacitA� di farsi capire con straordinaria efficacia nonostante i suoi 2.427 anni, tanto da sembrarci a�?modernoa�?, come spesso succede con il teatro di Euripide.
Accanto a Patrizia Milani (Ecuba) e Carlo Simoni (Poseidone), saranno in scena Sara BertelA� (Andromaca), Corrado d’Elia (Taltibio), Valentina Bardi (Elena), Valentina Capone (Athena), Gaia Insenga (Cassandra), Karoline Comarella e Valentina Morini (Il Coro), Riccardo Zini (Menelao). La traduzione A? stata curata da Caterina Barone.
A�Con a�?Troianea�? a�� scrive Bernardi a�� assieme a Gisbert Jaekel (scene), Roberto Banci (costumi), Franco Maurina (suoni e immagini) e Lorenzo Carlucci (luci), abbiamo lavorato su tre piani narrativi diversi, tre dimensioni teatrali. Un primo livello storicizzato e metafisico, quello degli dei, quasi un tuffo indietro nel tempo fino al 415 a.C. come in una citazione iconografica della scultura greca del tempo che avvia e conclude lo spettacolo. Poi il plot, la storia raccontata da Euripide in tempo reale delle donne prigioniere in attesa della loro deportazione, che A? invece messa in scena con realismo, in una dimensione temporale che allude alla modernitA� senza stravolgere il testo.
Infine una spezzatura del flusso narrativo causata da alcuni interventi in video-proiezione che provocano la brusca irruzione nella storia reale che si svolge lA� davanti a noi, e di conseguenza nella mente dello spettatore, di immagini di cronaca contemporanea, come se le news della CNN o di AL JAZEERA si sovrapponessero per qualche istante a quanto accade alle donne della a�?nostraa�? Troia.
Questi tre diversi livelli narrativi dello spettacolo fecondano la ricchezza dei registri stilistici concepiti da Euripide in modo molto efficace, emozionandoci attraverso il collegamento continuo tra passato e presente, in una prospettiva di circolaritA� della Storia che, purtroppo, sembra incombere sugli esseri umani come un destino ineluttabile e tremendo. Suscitando in noi, smarriti spettatori contemporanei, quei sentimenti di a�?paura e pietA�a�? ai quali si riferiva Aristotele nella sua a�?Poeticaa�? a proposito del senso del tragico.A�
GiovedA� 6 e venerdA� 7 dicembre il sipario del Teatro Auditorium si alzerA� alle 20,30. Sabato 8 l’inizio dello spettacolo A? previsto invece per le ore 21.00, mentre domenica 9 A? in programma alle ore 16,00 la recita pomeridiana.
VenerdA� 7 dicembre l’Osservatorio teatrale
Dalle a�?Troianea�? di Euripide giunge una chiara condanna della guerra. La devastazione che reca con sA� non colpisce solo i vinti, ma sfigura anche il volto dei vincitori, i quali hanno ucciso in sA� ogni forma di umanitA�. Euripide ci mostra appunto le perdite dei vinti e quelle dei vincitori, sconfitti, in fondo, tanto gli uni quanto gli altri. Assumendo il punto di vista del nemico sopraffatto, martoriato e umiliato, resta azzerata la retorica del trionfo militare greco, al quale non corrisponde alcuna superioritA� morale. Alla difficoltA� di riproporre degnamente questi e altri temi universali presenti nel testo euripideo, si aggiunge anche la sfida di mettere in scena una tragedia greca oggi.
Di questo e di altro si parlerA� con Marco Bernardi, regista dello spettacolo, Patrizia Milani che vi interpreta il ruolo di Ecuba e con il prof. Giorgio IeranA?, che insegna Storia del teatro greco alla��UniversitA� di Trento. L’appuntamento con l’Osservatorio TEATRUM PHILOSOPHICUM A? fissato per le ore 16,30 di venerdA� 7 dicembre presso lo Spazio archeologico Sass in piazza Battisti.