domenica , 22 Dicembre 2024

TRENTO SOTTO IL FASCISMO: un viaggio fotografico nei luoghi della Trento nell’epoca del regime fascista

Il regime fascista trasformA? diversi luoghi del centro storico che, ancora oggi, testimoniano quel periodo attraverso architetture, iscrizioni e monumenti. Andiamo alla scoperta di queste testimonianze del viaggio fotografico di Giulia Porta.

Nel 1919 Trento divenne italiana e solo pochi anni dopo, nel 1922, salA� al potere il governo fascista. Il nuovo regime prospettA? numerosi interventi in quasi tutte le principali cittA� del Paese, ma per Trento il suo nuovo assetto urbano servA� a far spiccare la��anima italiana che la cittA� aveva ottenuto con la��annessione, cancellando la sua appartenenza alla��Impero austro-ungarico.

Le zone che il governo fascista andA? a modificare sono ancora oggi visibili. Tra queste, si possono ricordare: il monumento dedicato a Cesare Battisti sul Doss Trento (1934-1935), le scuole elementari Raffaello Sanzio (1931-1933), il palazzo delle Poste (1929-1934). Nelle mie fotografie, invece, vengono mostrate la stazione ferroviaria, piazza Cesare Battisti e la��ex Casa del Littorio.

Prima di iniziare questo viaggio fotografico, A? particolarmente interessante guardare questo video che documenta la visita di Mussolini a Trento nel 1935. Un documento che dice molto sull’immagine della cittA� in quel periodo.

STAZIONE FERROVIARIA 1934-1936

Alla��ingegnere e architetto Angiolo Mazzoni vennero affidati i progetti per la ricostruzione della stazione ferroviaria: Trento ne aveva giA� una, ma era stata costruita durante la��amministrazione austriaca e il governo vigente decise di modernizzare la��edificio e di tirare fuori la��impronta urbanistica del regime.

CosA�, come possiamo ammirarla oggi, la stazione A? un edificio massiccio, lineare, a�?razionalea��: superfici semplici, essenziali, spoglie, ampi spazi e vetrate. Lo scopo, infatti, era evidenziare il suo aspetto pratico e funzionale, cosA� come accadeva per tutti gli edifici che venivano costruiti durante la��epoca del Fascismo. La stazione ferroviaria di Trento appunto non fa eccezione, basti pensare alla��entrata, caratterizzata da una serie di porte uguali tra loro, tramite le quali A? possibile accedere a un grande spazio.

Una delle particolaritA� della stazione A? la��impiego delle pietre dure locali, volute dal suo costruttore, particolarmente attento e affascinato dai materiali caratteristici del luogo.

Foto di Giulia Porta
Fig. 1 – L’entrata della stazione
Foto di Giulia Porta
Fig. 2 – L’ingresso della stazione

 

Foto di Giulia Porta
Fig. 3 a�� Alla��interno, le scale che portano ai binari

QUARTIERE DEL SAS 1934-1937

Per chi non A? del posto, il cosiddetto Quartiere del Sas A? identificabile nella��attuale Piazza Battisti.A�Il a�?Sasa�� della��antico nome della piazza allude al principale materiale con cui erano costruite le case che affollavano la zona: il sasso.

Questa fu la zona maggiormente modificata durante i lavori intrapresi dal governo fascista per migliorare il volto della cittA�. Stavolta, perA?, non si trattava solo di un palazzo, ma della demolizione di un intero quartiere e della sua ricostruzione in termini piA? propagandistici e a�?salubria��: la principale ragione di questo intervento sembra sia stata la poca abitabilitA� che offriva la zona.

Del progetto di ricostruzione se ne occuparono gli ingegneri Emilio Gaffuri e Guido Segalla e durante gli anni Trenta avvennero i lavori: la��idea di forza del Regime era il motore della ricostruzione. Intervennero anche altri architetti e ingegneri. Efrem Ferrari, architetto, il quale si occupA? della costruzione del bar CittA� e della��Istituto di Provinciale Incendi; la��architetto Giovanni Lorenzi che si dedicA? alla��edificio del super cinema Vittoria, mentre sul lato opposto gli ingegneri Guido de Unterrichter e Renzo MasA? elaborarono il progetto per la costruzione di casa Rigoni.

Il quartiere cambiA? anche nome, nel corso del tempo. Da Quartiere del Sas divenne Piazza Littorio, con chiari intenti propagandistici; alla fine della Seconda Guerra Mondiale venne chiamata Piazza Italia e questo nome rimase fino agli anni Sessanta quando si decise di intitolarla a Cesare Battisti.

Foto di Giulia Porta
Fig. 4 a�� CaffA? CittA�, si affaccia sulla piazza.
Foto di Giulia Porta
Fig. 5 a�� La galleria porta alla��attuale via Manci. Sulla sinistra vi era la��Istituto Provinciale Incendi, progettato dalla��architetto Efrem Ferrari.
Foto di Giulia Porta
Fig. 6 a�� Il Supercinema Vittoria, chiamato semplicemente a�?Vittoriaa�?, venne aperto nel 1939.
Foto Giulia Porta
Fig. 7 a�� Dettaglio delle finestre del palazzo del cinema Vittoria.
Foto Giulia Porta
Fig. 8 a�� Uno dei portici che caratterizzano la piazza.
Foto Giulia Porta
Fig. 9 a�� La Galleria Legionari Trentini porta in via San Pietro.

 

DONNA DEL FASCIOA�a�� Gino Pancheri 1937, Galleria dei Legionari

A metA� di Via San Pietro si trova una delle entrate della Galleria dei Legionari attraverso la quale si arriva in Piazza Battisti. Al di sopra della��apertura si puA? ammirare la rappresentazione di una figura femminile in un grande mosaico. Essa simboleggia la Vittoria, una��allegoria per celebrare la fondazione della��Impero avvenuta nel maggio 1936 con la��annessione della��Etiopia alla��Italia.

La figura femminile A? conosciuta anche con il nome di Donna del Fascio, perchA� la ragazza aveva tra le mani il fascio littorio, simbolo del Regime, rimosso dopo la caduta del potere fascista nel 1943 insieme al nome della��autore della frase che sta alla base del mosaico, ossia Mussolini: Il popolo italiano ha creato col suo sangue la��impero lo feconderA� col suo lavoro e lo difenderA� contro chiunque con le sue armi.

La figura venne soprannominata ironicamente dai trentini con la��epiteto a�?la dA?na del flita�?, perchA� il fascio littorio ricordava molto lo spruzzatore a soffietto che si usava per uccidere le mosche, il cosiddetto, appunto, a�?flita�?.

Foto Giulia Porta
Fig. 10 a�� La Galleria Legionari Trentini che da via san Pietro porta a Piazza Battisti.
Foto Giulia Porta
Fig. 11 a�� a�?La donna del Fascioa�?, soprannominata dai cittadini a�?la dA?na del flita�?.
Foto Giulia Porta
Fig. 12 a�� La frase propagandistica che sta al di sotto della figura della Vittoria. Il nome di Mussolini A? ancora intuibile nonostante la rimozione.

 

EX CASA LITTORIA inaugurazione nel 1938

Casa Littoria o Casa del Fascio sono sinonimi: indicavano gli edifici che rappresentavano il Partito Nazionale Fascista nelle diverse cittA� italiane: un volume massiccio affiancato da una torre, grosso modo era cosA� che si presentava la Casa del Fascio in tutta Italia.

Anche Trento ebbe la sua Casa Littoria, inaugurata nel 1938. Il nuovo edificio andA? a sostituire un altro palazzo, eretto durante la��epoca della��amministrazione austriaca. La��ingegnere Giovanni Lorenzi vinse il concorso indetto per la realizzazione della struttura. In particolare, qui a Trento, la��ornamento del palazzo venne affidata a Eraldo Fozzer che realizzA? le due Vittorie alate che decorano i lati di un piccolo balcone e la��enorme Legionario, in altorilievo, alla base della torre, raffigurato nel tipico gesto di saluto romano con la mano destra, mentre nella sinistra stringe gli emblemi di lavoro e guerra, una vanga e un fucile. La��intera figura trasmette sempre quella��idea di staticitA� e forza che il Regime voleva comunicare in tutte le sue opere.

Foto Giulia Porta
Fig. 13 a�� Largo Porta Nuova, sullo sfondo la��ex Casa del Fascio.
Foto Giulia Porta
Fig. 14 a�� Dettaglio della��edificio della��ex Casa del Fascio.
Foto Giulia Porta
Fig.15 a�� Balcone con la decorazione delle Vittorie alate realizzate da Eraldo Fozzer.

Giulia Porta – TrentoBlog.it

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