Una coraggiosa Aquila Basket Trento si piega solo nel finale contro l’Olimpia Milano ma risuonano tre campanelli d’allarme sul cammino futuro della squadra trentina.
di Andrea Bonetti
Dopo una partita come quella di domenica 1 febbraio contro l’Olimpia Milano, persa dalla Dolomiti Energia per 84-102 nell’ultimo quarto, puA? sembrare ingeneroso evidenziare alcuni aspetti problematici di una squadra che si A? battuta fino alla fine ricevendo la standing ovation del PalaTrento. Eppure, analizzando le ultime tre partite, vi sono almeno tre campanelli d’allarme sui quali coach Buscaglia, lo staff e i giocatori dovranno lavorare in vista delle prossime partite e delle Final Eight di Desio del 20-22 febbraio.
1. Il piA? banale: i risultati (recenti)
Lo sport, lo sappiamo, non puA? dipendere solo dalle fredde statistiche. Una vittoria, ad esempio, vale sempre 2 punti in classifica ma il come si origina, il divario e la prestazione sono ciA? per cui i tifosi si esaltano o si preoccupano. Dovessimo quindi analizzare sulla carta tre sconfitte di fila, diremmo che c’A? poco di cui rallegrarsi. Se analizziamo perA? che sono arrivate contro Bologna, Reggio Emilia e Milano, la musica cambia; parliamo pur sempre di una matricola che, dopo la seconda partita del girone di ritorno, si ritrova ancora sesta in campionato a 18 punti. Tutto a posto quindi? Non proprio. Se ci affidiamo ai freddi numeri, ancor prima che all’analisi delle prestazioni, possiamo notare come in tutti e tre i casi l’Aquila Basket ha concesso molto nel finale, andando a perdere almeno due partite su tre che non sarebbe stato difficile immaginare con un altro esito fino alA�terzo quarto.
Contro Bologna, ad esempio, la Dolomiti Energia aveva chiuso in vantaggio il primo tempo salvo poi concedere un terzo quarto da 29-21 in favore della Granarolo e un secondo tempo complessivo da 52-41 che ha, di fatto, consegnato la vittoria alle “V nere”.
Contro Reggio Emilia, l’Aquila Basket aveva chiuso il primo tempo in vantaggio di 7 punti (29-36) salvo poi subire un 18-13 nel terzo quarto e un 19-9 nell’ultimo, per un secondo tempo complessivo sul 34-22. Si A? parlato di “vittoria sfuggita di mano”, sebbene analizzando il trend si nota che la rimonta di Reggio Emilia non A? stata una fiammata ma A? stata costruita sulle basse percentuali della squadra trentina nella seconda metA� di gara.
Contro Milano, infine, un terzo quarto favorevole di un punto all’Aquila Basket ha fatto da preludio ad un’ultima frazione con un parziale di 14-27 che ha messo la parola fine all’incontro.
Partite combattute, quindi, ma risolte in tutti e tre i casi con un esito diverso da quello sognato dai tifosi trentini i quali hanno sempre riservato alla squadra il loro pieno supporto.
2. Il piA? controverso: la Mitchell-dipendenza
Qui subentra, di conseguenza, il secondo campanello d’allarme. Se Trento A? stata infatti in grado di stupire nella prima parte di stagione, questo certamente A? dovuto ad un organico che ha saputo dare il meglio tanto da consegnare all’All Star Game, per quanto questo dato possa valere, ben quattro giocatori. Fra loro, il miglior “cecchino”A�da 3 (Marco Spanghero), due grandi rimbalzisti come Pascolo e Owens e il miglior realizzatore del campionato, Tony Mitchell, il quale ha vinto pure la gara delle schiacciate.
Proprio la crescita di Mitchell, assoluto trascinatore nelle ultime vittorie dell’Aquila contro Roma e Capo d’Orlando, infatti, puA? essere letta in una duplice maniera: esplosione del singolo o calo degli altri giocatori? La veritA�, probabilmente, sta nel mezzo; A? certo perA? che una Dolomiti Energia cosA� dipendente dal proprio numero 1 si A? resa piA? prevedibile nel proprio gioco e forse troppo legata alle fiammate dell’americano, in grado di alternare triple da distanza siderale e schiacciate da urloA�con parziali al tiro da 2/7 come avvenuto domenica proprio contro Milano.
Molti coach, siamo certi, farebbero carte false per avere un Mitchell su questi livelli da cui dipendere; A? vero perA? che, nel basket, non sempre un trascinatore in grado di doppiare lo score dei propri compagni puA? essere a prescindere un vantaggio. Il rischio A? che, attraverso raddoppi o difese particolarmente aggressive, la dipendenza da un fuoriclasse come “The Hurricane” possa andare a svantaggio del gioco e della prestazione di squadra.
3. Il piA? preoccupante: la forma fisica dei giocatori
Il primoA�campanello d’allarme, ovvero il risultato nudo e crudo, nasconde forse un aspetto che si puA? evincere tornando ad analizzare i dati sopra riportati. Al di lA� dei parziali negativi nel terzo o ultimo quarto, vero e proprio punto di forza dell’Aquila Basket Trento nel girone di andata con imprese come il famoso 24-0 contro Sassari, i giocatori ultimamente sembrano soffrire maggiormente da un punto di vista fisico. I cali evidenti nelle battute finaliA�degli ultimi match cosA� come le difficoltA� a trovare punti e circolazione di palla in avvio di partitaA�non sembrano dipendereA�solo dall’aspetto mentale e tattico.
Di fronte al forcing avversario, a Reggio Emilia, la squadra trentina ha sofferto l’intensitA� della Grissin Bon che A? riuscita a recuperare un match che per alcuni tratti sembrava prendere la strada di Trento. Contro Milano, il tentativo di riportarsi in scia all’OlimpiaA�attraverso una difesa molto aggressiva nel terzo quarto sembra essere stato pagato anche sul piano fisico quando, grazie alle triple di Brooks e alle giocate di Ragland e Samuels, Milano A? riuscita a chiudere il matchA�con un parziale di 14-27.
Ad un occhio attento, nelle ultime partite Josh Owens e Davide Pascolo sembrano avere sofferto un lieve calo che si A? tradotto nella mancanza di quei punti o di quei rimbalzi che, in almeno due occasioni, potevano far scrivere un finale diverso alle partite con Bologna e Reggio Emilia. Oltre a Jamarr Sanders, che si A? trovato a fare i conti con dei problemi alla schiena, anche Filippo Baldi Rossi sembra aver incontrato alcune difficoltA� sul piano fisico, testimoniate dal basso minutaggio contro Milano in favore di Isaiah Armwood, giocatore sulla cui crescita scommette molto coach Buscaglia.
Sia chiaro, i problemi non sembrano essere insormontabili nA� si mette in discussione quanto di buono mostrato in campo contro tre avversari che definire ostici A? poco; certo A? che, in vista dei prossimi impegni e delle Final 8 di Desio del 20-22 febbraio, coach Buscaglia e i preparatori dovranno cercare di avere a disposizione i loro giocatori al meglio anche da un punto di vista fisico visto che, nel prossimo mese, si decide molto del destino di una stagione sin qui di altissimo livello.
In conclusione
Esaltarsi dopo le vittorie A? una tentazione dalla quale guardarsi tanto quanto quella di abbattersi dopo le sconfitte. ComeA�coach Buscaglia spesso ribadisce, il basket A? uno sport dove una serie di vittorie o una di sconfitte possono cambiare le carte in tavola nel giro di pochissimo. Un tiro sulla sirena, una percentuale ai liberi, un parziale positivo o negativo possono avere un impatto determinante sul momento di una squadra e, ciA? che conta, A? sempre il risultato finale o la classifica a fine stagione. Sino ad ora, quindi, un’Aquila Basket al sesto posto della Serie A nella sua stagione d’esordio nel massimo campionato A? e resta un risultato che va al di lA� delle piA? rosee previsioni.
Il gusto per la vittoria, ad ogni modo, fa sA� che il palato si abitui molto presto. La matricola che fa soffrire le grandi, votata come rivelazione della prima metA� di campionato, A? pronta a confermarsi nel girone di ritorno. Per poter spiccare il volo definitivamente, perA?, A? bene ragionare su quelli che, ad oggi, sembrano essere gli aspetti da migliorare in ottica presente e futura.
Se coach Buscaglia e i giocatori sapranno fare di necessitA� virtA?, la Dolomiti Energia TrentinoA�potrA� giocare un girone di ritorno a livello di quello d’andata e confermarsi a tutti gli effetti come la rivelazione del campionato, centrando magari lo storico obiettivo dei playoff nell’anno di esordio in serie A. In caso contrario, e in particolar modo se dovessero sopravanzare formazioni attualmente indietro in classifica, quanto di buono fatto in questa prima stagione rappresenterA� il punto di partenza sul quale costruire il futuro di questa societA�; che, al di lA� dei campanelli d’allarme e degli aspetti su cui lavorare, si presenta ad oggi piA? roseo che mai.
Andrea Bonetti – TrentoBlog.it
In tutto questo non c’è parola sull’arbitraggio che a volte è stato a dir poco scandaloso,e questo incide anche sul rendimento dei giocatori in campo,non si può essere sempre bersagliati e chi conosce le regole del basket mi capisce,la storia non cambia, è vero che siamo matricola ma da parte della dirigenza è sbagliato accettare sempre e supinamente certe decisioni arbitrali,è vero e concordo con l’articolo ma secondo me sia a Bologna (c’ero) sia con Milano per me le partite sono state rovinate dagli arbitri.Comunque grandi e forza Aquila sempre!