venerdì , 22 Novembre 2024

Stagione Indanza presenta
“ENTITY” di Wayne McGregor

foto di Ravi DepresQuesta sera, domenica 7 dicembre, alle ore 20.30, al teatro Sociale la rappresentazione “Entity” per la direzione di Wayne McGregor, coreografo residente del Royal Ballet, Covent Garden – Londra.

Danza ad alta velocità, lanciata nello spazio con spregiudicatezza e raffinato controllo. Wayne McGregor, il più osannato autore inglese di ultima generazione, direttore artistico di Random Dance e coreografo residente del mitico Royal Ballet di Londra è ardito sperimentatore.

Affascinato dalle tecnologie digitali e dalla scienza, i suoi lavori sono pillole artistiche della contemporaneità, specchio della frammentazione attuale, di un mondo in continua trasformazione. Coreografo ‘prestato’ al cinema (ha curato i movimenti coreografici del quarto episodio della saga cinematografica di Harry Potter, Il calice di fuoco) al musical (coreografie di Woman in White di Andrew Loyd Webber), ai musei (installazioni site specific alla Hayward Gallery e al Centre Pompidou), nonché all’opera lirica (coreografia e regia del Dido and Aeneas di Purcell alla Scala di Milano), McGregor da quasi un ventennio promuove un’avanguardistica ricerca sul corpo e il movimento.

Dopo Nemesis, lavoro ispirato al comportamento degli insetti, dove i danzatori portavano lunghe protesi d’acciaio nero sugli arti superiori, Ataxia sui disordini della coordinazione (visto al festival Oriente Occidente nel 2005) e Amu sugli effetti fisici delle emozioni, l’ardito coreografo inglese si è lanciato senza remore sull’indagine dell’intelligenza cinestetica. Per il suo ultimo Entity ha collaborato con un team di scienziati cognitivisti e ricercatori dell’intelligenza artificiale allo scopo di lavorare sui corpi dei danzatori come se fossero macchine calcolatorie. Ogni sequenza ha un numero che il coreografo richiama e che i danzatori eseguono agendo come essere carnali o animali. Lo scopo: creare “un’entità coreografica artificialmente intelligente�. Follia? No. Magistrale sfida intellettuale che incontra l’arte, la bellezza, la poesia. E sul palco? Una danza iperrealistica, matematica, visionaria, pervasa dalla musica elettrizzante di Jon Hopkins e Joby Talbot, musicisti di diversa estrazione che creano due atmosfere contrastanti per le due parti non dichiarate del lavoro. Musica che implode nei corpi divenuti software capaci di pensare autonomamente alla nascita del movimento, e insieme di ulcerare lo spirito come nell’intenso e lirico duetto maschile a terra della prima parte. La scrittura è calligrafica, costruita sul recupero del codice classico per gli arti inferiori e sulla disarticolazione spastica delle mani, delle braccia, dell’intero torso. La scena essenziale composta da pannelli mobili su cui vengono proiettati i video digitali del fedele collaboratori Ravi Deepres sospesi tra improponibili concetti matematici (come la serie di Fibonacci) e l’illusione di una umanità, palpitante e libera.

Lo spettacolo è commissionato da Sadler’s Wells (London), Het Muziektheater (Amsterdam), Biennale de la Danse (Lyon), DanceEast (Ipswich) e Swindon Dance / Bath University ICIA / Wyvern (HST) con il sostegno di the Linbury Biennial Prize for Stage Design, The Estate of Sir John Drummond, The Quercus Trust, Calouste Gulbenkian Foundation, University of California San Diego e PRS Foundation for new music.

Lo spettacolo sarà preceduto dal Caffè InDanza presso la Sala Medioevale del Teatro Sociale dal titolo LA DANZA ANGLOSASSONE a cura della dott.ssa Paola Carlucci.

Per maggiori informazioni e per l’acquisto dei biglietti:
Attività di Formazione & Ufficio Stampa
Centro Servizi Culturali S.Chiara Trento

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