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SPUTNIK: CINQUANT’ANNI DOPO
Avventure e prospettive dell’esplorazione spaziale

SputnikPer ricordare gli anni pionieristici dell’esplorazione spaziale, per conoscerne il presente e gettare uno sguardo sul futuro, il Museo Tridentino di Scienze Naturali, in collaborazione con Uspid, Isodarco e Fondazione Campana dei Caduti, organizza martedA� 16 ottobre 2007 dalle ore 14.30 alle 18.30, un pomeriggio di studi presso l’aula magna del Museo in via Calepina 14 a Trento.

Oltre ad esperti della Provincia Autonoma di Trento, interverranno studiosi dell’Agenzia Spaziale Italiana, del CNR e dell’UniversitA�, per condividere 50 anni di grandi conquiste scientifiche e tecnologiche, con una prospettiva futura ancora piA? entusiasmante.

Le relazioni proposte sono adatte ad un pubblico eterogeneo, a tutti coloro che desiderano rivivere quelli anni cosA� ricchi di significato e conoscere piA? da vicino i loro protagonisti, uomini e macchine.

> Gli interventi in programma

Lo Sputnik

Sono stati intensi, i primi 50 anni dell’uomo nello spazio: almeno 150 sonde hanno attraversato il Sistema Solare catturando le immagini dei crateri della Luna e del suolo rosso di Marte. L’uomo ha camminato sulla Luna e abita ormai da sette anni in quella casa orbitale che A? la Stazione spaziale internazionale. Telescopi spaziali fotografano gli angoli piA? lontani del cosmo e satelliti ancora piA? ambiziosi vogliono osservare l’universo neonato.

Tutto comincia il 4 ottobre 1957 con il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1: il suo segnale, emesso per 20 giorni consecutivi a intervalli di tre decimi di secondo, dimostra che l’uomo sa costruire e lanciare veicoli nello spazio. Era una sfera dal diametro di 58,42 centimetri e pesante 83,46 chilogrammi a cui erano collegate quattro antenne. Nell’interno, riempito con azoto pressurizzato, c’era un alloggiamento nel quale era sistemato l’equipaggiamento scientifico: quest’ultimo era molto semplice e consisteva in due radiotrasmettitori della potenza di un Watt. A portarlo in orbita A? stato il razzo R-7, il primo missile balistico intercontinentale, lungo 34 metri, dal diametro di tre metri e pesante 280 tonnellate.

Un mese piA? tardi, il 3 novembre, va in orbita lo Sputnik 2: a bordo questa volta c’A? un essere vivente, la cagnetta Laika, che non sopravvive alla missione.

E da quel momento l’uomo comincia a viaggiare nello spazio, in prima persona.

L’esplorazione spaziale dopo lo Sputnik

Il 12 aprile 1961 A? la volta del primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin, che orbita attorno alla Terra per un’ora e 40 minuti a bordo di una Vostok 1. Nello stesso anno il presidente americano John Kennedy annuncia che gli Usa manderanno un uomo sulla Luna alla fine del decennio. Lo spazio comincia ad avere forti finanziamenti e la neonata agenzia spaziale Usa, la Nasa, raccoglie successi con le missioni Mercury e Gemini.

Il 20 febbraio 1962 John Glenn A? il primo americano in orbita, sulla Mercury 6; ma sono ancora i sovietici a compiere nuovi passi: il 16 giugno 1963 Valentina Tereskova A? la prima donna cosmonauta. Gli Stati Uniti rispondono con la prima sonda verso Marte, la Mariner 4: lanciata il 28 novembre 1964, scatta nel luglio 1965 le prime foto della superficie del pianeta.
Il 18 marzo dello stesso anno il sovietico Alexej Leonov fa la prima passeggiata spaziale. La corsa allo spazio resta col fiato sospeso il 27 gennaio 1967, quando l’Apollo 1 esplode sulla rampa di lancio: Gus Grissom, Ed White e Roger Chafee sono le prime vittime ufficiali della corsa allo spazio. Ma il programma va avanti, nel Natale 1968 l’Apollo 8 A? orbita lunare e il 20 luglio 1969 Neil Armstrong e Edwin Aldrin camminano sulla Luna. I sovietici lavorano intanto alla costruzione della prima stazione spaziale, la Salyut, lanciata il 19 aprile 1971.

Solo dal 1975 ci sono le prime aperture alla collaborazione in campo spaziale: nel luglio 1975 Apollo 18 e Soyuz 19 si agganciano nella prima missione spaziale congiunta Usa-Urss. Nel frattempo le sonde Pioneer 10 e 11 e il Voyager inviano sulla Terra le prime immagini dei pianeti giganti del Sistema Solare e nel 1972 il presidente Usa Richard Nixon cancella le ulteriori missioni Apollo per varare il programma della navetta riutilizzabile. Il primo shuttle va in orbita il 12 aprile 1981, a 20 anni dal volo di Gagarin, ma il 31 gennaio 1986 il Challenger esplode in fase di decollo e il primo febbraio 2003 il Columbia esplode in fase di rientro: due tragedie che rallentano inesorabilmente il programma dei voli dello shuttle. Nel 2005 la navetta riprende a volare, ma nel 2010 dovrA� essere sostituita da altri veicoli, oggi allo studio della Nasa. Nel frattempo la sonda Usa Viking 1 atterra su Marte (1976), la Voyager 2 raggiunge Urano (1986) e l’europea Giotto incontra la cometa di Halley (1986).

Dal 24 aprile 1990 funziona il telescopio spaziale Hubble, che nella sua lunghissima attivitA� cattura immagini suggestive dell’universo lontano, mostrando culle di stelle in formazione, buchi neri e lo spettacolo della collisione della cometa Shoemaker-Levy su Giove (1994). Il 2 febbraio 1987 la stazione spaziale russa Mir prende il posto della Salyut e diventa un laboratorio unico per la microgravitA� fino al 2001.

Nel 1998 A? la volta della Stazione spaziale internazionale, alla quale collaborano Usa, Russia, Canada, Europa e Giappone. Da allora la spinta alla collaborazione A? sempre piA? forte: nel 2007 la russa Soyuz A? entrata a far parte dei lanciatori europei, con una base di lancio nella Guyana francese, accanto a quella dell’Agenzia spaziale europea (Esa) a Kourou. E recentemente a Spineto ben 14 agenzie spaziali di tutto il mondo hanno dichiarato che “l’esplorazione spaziale sostenibile A? una sfida che nessuna nazione A? in grado di sostenere da sola”.

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