domenica , 22 Dicembre 2024

SOSTA PALMIZI, “BALOCCO”
24 novembre, “Scappo a danza”

MercoledA� 24 novembre, ore 14.30
Teatro Cuminetti
Scappo a danza

Sosta Palmizi
Balocco
assolo, coreografia, costumi Giorgio Rossi
luci Mara Cugusi
musiche Maurice Ravel, Antonio de Curtis, Milva, Preizner
testi Giuseppe Ungaretti e Isadora Duncan

Sosta Palminizi, “Balocco”
Un uomo solo entra in scena, si siede in fondo, lo sguardo perso nel vuoto, curioso e sognante, preoccupato del tempo che passa, incantato dai suoi stessi ricordi. A? un bambino e un clown. A? la��infanzia il suo momento, il suo ricordo da��amore, le donne della sua vita, sua madre. Sulla scena questa��uomo si evolve, diventa animale libero e vola sulle parole di Isadora Duncan senza per questo separarsi dalla a�?gravitA�a�?. La��infanzia suo momento meraviglioso, ricordi di colori, profumi e balocchia�� Come esprimi la a�?meravigliaa�? del fanciullo? Come esprimi la danza del fanciullo meravigliato? La sua anima A�si fa senza piA? pesoA� e il corpo esplora lo spazio, leggero salta e gioisce divertito dalle note di M. Ravel. Ad un tratto il pubblico sospeso vede solo le mani: le mani di un clown che non si mostra tale, mani nude che fuggono la��aria o che la attraversano, una magia, un incantesimo, un gioco di ombre e solleticoa�� le dita fanno il solletico alla luce che taglia la scena. Il movimento parla di un uomo-fanciullo che gioca sulla scena con il suo pianoforte invisibile.

Giorgio Rossi, danzatore, co-fondatore di Sosta Palmizi, una tra le piA? longeve compagnie di sperimentazione in Italia, crea e porta in scena affascinanti spettacoli per ragazzi. A�La danza A? tutto ciA? che riguarda la��uomo, ivi compresa la voceA�, diceva il coreografo Rudolf von Laban. Giorgio Rossi parte da questa��idea, cerca di sollecitare la memoria uditiva, olfattiva, visiva dei ragazzi, li interroga sul ricordo dei sapori, sui loro primissimi ricordi. Fa loro domande piA? che affermare, poi li invita alla��ascolto. Crede che la cosa piA? importante da insegnare ai bambini e ragazzi che abitano le cittA� di oggi, spesso senza spazi e tempi per imparare a muoversi, sia la capacitA� di improvvisare nella��ascolto profondo di quel che sta attorno. La mimesi A? uno strumento importante nel suo modo di insegnare, ma quando invita un ragazzo a farsi foglia, fiume o farfalla, lo invita a confrontarsi con il suo ricordo, a riprodurre energia e ritmo sentiti nel contatto con quel che sta cercando di imitare.

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