Da giovedA� 21 a domenica 24 marzo sarA� in calendario a Trento al Teatro Sociale, nell’ambito della Stagione di Prosa organizzata dal Centro S. Chiara, A�Servo di scenaA�, uno dei piA? celebri testi teatrali di Ronald Harwood, scrittore e sceneggiatore sudafricano vissuto a Londra, che ne curA? anche la��adattamento cinematografico realizzato nel 1983 da Peter Yates.
Lo spettacolo sarA� rappresentato al Teatro Sociale nell’allestimento del CTB Teatro Stabile di Brescia e del Teatro de gli Incamminati per la regia di Franco Branciaroli che sarA� anche l’interprete del personaggio di Sir Ronald e al cui fianco reciterA�, nel ruolo di Norman, Tommaso Cardarelli.
Omaggio appassionato al teatro e alla sua gente, A�Servo di scenaA� A? ritagliato sulla figura di un attore di grande carisma. Siamo nel 1940 e Londra, pur devastata dai bombardamenti nazisti, riesce a conservare la��aplomb che la��ha sempre contraddistinta. Anche il teatro continua a vivere, a dispetto della stupiditA� che sembra sul punto di conquistare il mondo.
E Shakespeare diviene non solo poeta di un intero popolo, ma anche il suo profeta, e il teatro il suo tempio. Scritta in un linguaggio affascinante, tipico dello stile della commedia inglese, la piA?ce affronta con tono ironico le rocambolesche vicende di una precaria compagnia di provincia che si dipanano, tra camerini e palcoscenico, quale sublime metafora della vita del teatro di ogni tempo.
A�Nel Servo di scena a�� scrive Masolino D’Amico, traduttore del testo a�� si rievoca una gloriosa stagione del teatro inglese che non ca��A? piA?, quella dei capocomici-mattatori che si consacravano al verbo del sommo poeta nazionale e dedicavano la vita alla sua diffusione. Custodi della tradizione, fieramente indipendenti, costoro si auto-nominavano officianti del culto del Bardo e contavano solo sulle proprie forze e sul proprio prestigio. Animali da palcoscenico, solo sul palcoscenico vivevano, al punto di faticare a distinguere tra recita e vita quotidiana; ma della scena conoscevano tutte le leggi e tutti i meccanismi.A�
La commedia racconta la storia di una di queste compagnie eroiche e spericolate e del suo vecchio capocomico, attore shakespeariano un tempo osannato dalle folle e dalla critica, ma ormai al tramonto. Colpito da malore proprio alla vigilia della a�?primaa�? del Re Lear, sembra sul punto di dare forfait. Sarebbe la prima volta nella sua lunghissima o onorata carriera, ma Norman, il suo fedele servo di scena, non concepisce che non si possa andare in scena. Gli spettatori hanno pagato il biglietto e perciA? hanno diritto a godere dello spettacolo, ma Sir Roland A? messo male: non solo ha dimenticato quasi tutte le battute del testo, ma ha dimenticato perfino quale testo deva��essere rappresentato.
Comincia a vestirsi da Otello, poi si mette a recitare il Macbeth. Infine sembra rimettersi in carreggiata, ma sono troppe le cose che non vanno. Se la prende con la moglie, Milady, una Cordelia decisamente troppo grassa. Se la prende perfino con la��ennesimo bombardamento nazista, che scambia per la��effetto-temporale giunto perA? troppo presto. Dopo numerosi esilaranti contrattempi, Sir si sente di nuovo male e, al termine dello spettacolo, mentre gli altri attori (compresa sua moglie) se ne vanno a casa, solo il buon Norman lo assiste. Sir, sentendo di essere in punto di morte, gli consegna la propria autobiografia, una specie di testamento spirituale in cui ringrazia tutti i membri della sua compagnia, lodandoli uno per uno, dal primo alla��ultimo, tranne – guarda caso – proprio il suo servo di scena. ChissA� perchA�, si A? dimenticato proprio di lui.
Omaggio alla��Inghilterra e a Shakespeare, Servo di scena A? soprattutto un inno al teatro, alla sua capacitA� di resistere in tempi difficili, alla sua insostituibilitA�.
A�Il teatro inglese a�� spiega Franco Branciaroli a�� ha avuto molti grandi maestri, anche nel XX secolo. Io sono sempre stato affascinato dal loro teatro cosiddetto a�?di conversazionea�?, una��invenzione egregia. Siccome il teatro non sopporta discorsi troppo impegnati, soprattutto nel nostro tempo, gli autori del Teatro inglese hanno sviluppato la capacitA� di far passare le metafore dentro un linguaggio colloquiale apparentemente frivolo, da tA? con i dolcetti. La prosa inglese A? piena di questi sapienti buontemponi: leggi, che so, Ivy Compton-Burnett, oppure lo stesso Harold Pinter, e naturalmente anche Ronald Harwood.A�
Franco Branciaroli torna in cartellone nella Stagione di Trento dopo aver interpretato sul palcoscenico del Sociale e dell’Auditorium, nell’arco di circa un ventennio, i testi degli autori che hanno fatto la storia del teatro: Ruzante, Cervantes, Shakespeare, Moliere, Rostand, Brecht. Ma il suo rapporto con Trento e il Trentino risale al 1978 quando interpretA? il ruolo di Cesare Battisti nello a�?sceneggiatoa�? televisivo RAI in tre puntate A�Alto tradimentoA� diretto da Walter Licastro.
Accanto a Franco Branciaroli (Sir Roland) e a Tommaso Cardarelli (Norman) saranno in scena Lisa Galantini (Milady), Melania Giglio (Madge), Daniele Griggio (Geoffrey Thornton), Giorgio Lanza (Mr. Oxenby) e Valentina Violo (Irene). Scene e costumi sono di Margherita Palli; Gigi Saccomandi ha realizzato il disegno delle luci.
GiovedA� 21 e venerdA� 22 marzo il sipario del Teatro Sociale si alzerA� alle 20,30. Sabato 23 l’inizio dello spettacolo A? previsto invece per le ore 21.00, mentre domenica 24 marzo A? in programma alle ore 16,00 la recita pomeridiana.