domenica , 22 Dicembre 2024

“SEI DAVVERO DI NEW YORK?” Una giornata di (mini)basket, scuola e passione in Val di Fiemme

luke

Diario di una giornata all’insegna dalla passione per la palla a spicchi con giocatori e staff di Aquila Basket, Val di Fiemme Basket e della Trentino Basketball Academy.

Non amo molto scrivere in prima persona o prendere spunto dalle mie esperienze. Eppure, questa volta, sono obbligato aA�farlo per scrivereA�di pallacanestro, eA�in realtA� di molto di piA?. All’inizio degli anni Novanta anche io ho giocato a basket, e detta cosA� sembra quasi una cosa seria. Se aggiungiamo che sono nato nel 1987 e che, lo ammetto, ero davvero scarso, la realtA� A? che sono statoA�uno di quei bambini non sufficientemente bravi a calcio e non (ancora) tanto appassionati al basket, i qualiA�riempivano alcuni pomeriggi dopo scuola con i primi allenamenti degni diA�essere chiamati tali. La palla a spicchi era una scelta obbligata innanzitutto perchA� “traditi” dal pallone preso a calci, in secondo luogo perchA� se era cosA� per il tuo migliore amico allora non poteva essere altrimenti per te.

Non che non mi piacesse indossare la t-shirt e i pantalonciniA�dell’allora Dolomiti Basket, sia chiaro, ma nel 1994 o giA? di lA� il basket nei nostri occhi era una canotta dei Bulls numero 23, qualche immagine trasmessa su Italia 1 di quel giocatore in grado di volare e, di lA� a poco, di giocareA�con Bugs Bunny, Duffy Duck e altri idoli della nostra infanzia “animata”A�in quel capolavoro chiamato Space Jam. Della palla a spicchi conoscevamo questo; non era poco, ma non bastava per impedirci, in seguito, diA�indirizzareA�le nostre passioni verso altri sport o passatempi.

A? conA�questo ricordo,A�di quelA�sapore agrodolce che fa capolino quando si pensa alla propria infanzia, cheA�ho dovuto fare i conti per tutta la giornata di lunedA� 10 ottobre. Partenza alle 9:30 dalla sede di Aquila Basket in piazzetta Lunelli a Trento con destinazione Predazzo. L’occasione era l’incontro dei giocatori della Dolomiti Energia Trentino con i ragazziA�e le aziende della Val di Fiemme.

GiA� in auto, al seguito di Marco e Simone dellaA�Trentino Basketball Academy, la palla a spicchi era al centro di ogni discorso: NBA, Eurolega, giocatori preferiti, “che bella partita contro Cremona” e quelle triple di Betinho… Curva dopo curva, ottenevo la conferma diA�quanto sia bello essersi appassionati di basket nonostante quegli inizi da giocatore in erba, molto scarso, che ha (ri)scoperto il Gioco solo con un’etA� nella quale si A? abbastanza maturi per assaporarne ogni aspetto ma ormai fuori tempo massimo per tornare in palestraA�aA�fare i conti conA�i propri limiti tecnici. Del campetto non ne parliamo, ma A? un appuntamento solo rimandato perchA� se c’A? una cosa che si impara subito A? che il Gioco non smette mai di stupirti e di fare breccia in forme sempre nuove.

dustin

Ad ogni modo, mentre Marco e Simone ripassavanoA�i dettagli di quello che avrebbero dovuto fare assieme ai ragazzi nella scuola di Predazzo, iniziavo a farmi un’idea della mole di lavoro con la quale si confrontano quotidianamente responsabili, organizzatori, istruttori e tutti coloro che avvicinano bambini e ragazzi di tutte le etA� alla pallacanestro. In quel momento, nella mia testa, pensavo a quanto eravamo ignari da bambiniA�di tutto ciA? che veniva fatto per permetterci di giocare e comprendere ilA�Gioco che, nel mio caso, ha saputo attendermiA�piA? di quanto io avessi fatto con lui quando ne avevo la possibilitA�.

Lasciando Marco e Simone a prepararsi per l’incontro, mi sono unitoA�a Luca Lechthaler, Dustin Hogue e al team manager Michael Robinson,A�arrivati pochi minuti dopo al palazzetto designato per l’incontro. In attesa di entrare in palestra,A�fra uno scherzo di Dustin e uno scambio di battute con Luca su quanto si senta a casa con le montagne piA? vicine rispetto all’orizzonte, un vero e proprio boato precede l’ingresso in palestra dei giocatori. LA� fra esercizi, high five, passaggi e improbabili tentativi di metA� campo,A�i minuti volano verso il momento preferito dai ragazzi: da una parte un tavolino, una penna, una sedia e Luca a firmare autografi ad una fila piA? o meno ordinata. Nell’altra metA� campo Dustin, letteralmente accerchiato e incalzato dai piA? temerari a confrontarsi inA�inglese con un bel “doA�you come from New York? Wow!“.

predazzo

Dopo uno shooting fotografico con gli sponsor (La Sportiva e Felicetti) e un passaggio nelle rispettive aziende,A�di nuovo in marcia verso Tesero per incontrare i ragazzi del minibasket e delle giovanili del Val di Fiemme Basket. Con noi, dalla mattinata, c’era anche Luca Mich,A�presidente del Val Di Fiemme Basket, direttore marketing de la Sportiva e grande appassionato di pallacanestro, playground e tutto ciA? che lo fa volare (col pensiero e non solo) dall’altra parte dell’oceano.

Fra una gara di tiri e un cinque contro cinque, con Lechthaler e Hogue a sfidarsi nelle rispettive squadre al fianco deiA�giovanissimi atleti, Luca mi riporta a quelle sensazioni descritte parlando della mia esperienza con il minibasket: “Sai, da ragazzino mi ritrovavo spesso da solo a giocare al campetto qui fuori perchA� il basket sembrava interessare a pochi. Ci sono voluti mesi, o addirittura anni, prima di trovare altri ragazzi che condividessero questa passione che alimentavo a televisione, riviste e quel poco che si iniziava a vedere dagli States prima dell’avvento di internet. Da quel nucleo di pochi amici A? nato il Val di Fiemme Basket che ora ha una squadra nelle minors, gli under 16 e il minibasket con piA? di 70 ragazzi che indossano la nostra canotta. Una bella soddisfazione“.

Mentre Luca parlava, trasmettendomi quella passione pura per il Gioco che emerge da tutti iA�pori della sua pelle, osservavo la gioia dei ragazzi nel potersi allenare per quasi venti minuti con due giocatori di serie A. Fra tiri, palleggi, urla e risate (alimentate dall’impagabile entusiasmo dell’istruttrice), facevo fatica aA�non pensare come un’esperienza simile avrebbe influito sulla mia voglia di giocare a basket quando avevo la stessa etA� dei ragazzini incontrati ieri. Ecco, forse, ciA? che ci era mancatoA�per appassionarci definitivamente al Gioco e farci trascinare i genitori alle partite, tanto nostre quanto a quelle della prima squadra.

A tal proposito, prima di ripartire, il saluto dei giocatori A? un bel “ci vediamo al PalaTrento!” in grado di entusiasmare ulteriormente i ragazzi e mandare a canestro, da solo in fondo alla palestra, quel bambino che ha iniziato solo da pochi giorni e sta ancora familiarizzando con il concetto di palleggio. In fondo, A? in immagini come questa che la passione per il basket (ri)nasce e viene coltivata, ogni giorno, daA�tutti coloro che lavorano per organizzare delleA�giornate come questa. “Ci vediamo al PalaTrento“, statene certi, perchA�A�A? qui che si incontrano le strade di chi, da queste parti, capisceA�che a volte i sogni prendono la forma di una palla a spicchi che accarezza il ferro e gonfia la retina.A�Anche a distanza di molti anni.

fiemme

Andrea Bonetti – TrentoBlog.it

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