Allo scoppio della Grande Guerra, e ancor piA? durante il conflitto, il settore fortificato di Riva risultava cosA� ben protetto da rendere molto difficile per la��esercito italiano il raggiungimento di risultati di una qualche consistenza strategica, mentre la��esercito imperiale fu quasi esclusivamente schierato su posizioni difensive.
Per entrambi gli eserciti, la��estrema difficoltA� ad avanzare portA? a una guerra combattuta prevalentemente con le artiglierie in un duello a distanza. Tuttavia le ripetute incursioni provocarono a partire dal maggio 1915 la��evacuazione della popolazione civile di Riva e dei paesi circostanti verso la Boemia e la Moravia, nelle a�?cittA� di legnoa�? di Braunau e di Mitterndorf, dove i profughi troveranno precaria sistemazione per un periodo che per i piA? durerA� 42 mesi.
La guerra si spegne. I profughi ritornano a casa alla spicciolata fino alla primavera del 1919. Al loro rientro, scoprirono una cittA� da ricostruire, nelle case e nella sua economia. Per quanto riguarda Arco, il piano a firma di Umberto Maffei provvedeva a ridisegnare lo spazio della Piazza 3 Novembre, lo slargo di Santa��Anna, alcuni angoli di Stranforio, del Dosso e delle Ere, nonchA� i nuovi edifici nel Piazzale Pomerio. Ancora piA? significativi appaiono i cambiamenti a Riva, A�chi vide Riva di Trento subito dopo la��armistizio la trovA? massacrataA� scrisse Ottone Brentari nel suo a�?Le rovine della guerraa�? (continua a leggere su TrentinoOnGardaBlog.it)