Quattro incontri a due voci :A�19 e 26 novembre, 3 e 17 dicembre ore 17.30 presso il Museo Diocesano Tridentino
In occasione della mostra Mio dolce paese dove sei? IdentitA� perdute da Rouault ai contemporanei, il Museo Diocesano Tridentino promuove un ciclo di appuntamenti pensato per approfondire e ampliare i temi proposti dall’esposizione. Storia, arte, fotografia e attualitA� saranno al centro del dialogo di due diverse ‘voci’, due punti di vista originali capaci di osservare queste tematiche da prospettive differenti e complementari.
Tutti gli appuntamenti si tengono presso la sede del Museo Diocesano Tridentino e sono a ingresso libero fino a esaurimento posti.
19 novembre 2015 – ore 17.30
Le chiese del Trentino e la Grande Guerra. Documenti e immagini
Domenica Primerano e Lorenza Liandru, Museo Diocesano Tridentino
L’incontro prenderA� in esame un aspetto un poa�� trascurato del primo conflitto mondiale, quello relativo alla tutela del patrimonio artistico. Al centro di questo dialogo a due voci ci sarA� la figura di don Vincenzo Casagrande, primo direttore del Museo Diocesano Tridentino e personaggio di spicco nella��ambito della tutela dei beni storico artistici nel Trentino dell’inizio del XX secolo. Durante la Grande Guerra, il sacerdote si occupA? della messa in sicurezza di gran parte del patrimonio artistico locale, religioso e non, attivitA� documentata da dettagliate relazioni conservate presso la��archivio personale di Vincenzo Casagrande, un importante fondo ora depositato al Museo Diocesano Tridentino, dove A? stato di recente inventariato e riordinato. Al termine del conflitto, don Vincenzo lavorA? come referente locale della��”Opera di soccorso per le chiese rovinate dalla guerra”, una��istituzione fondata nel 1918 per monitorare i danni di guerra e favorire la ricostruzione degli edifici e degli arredi di proprietA� ecclesiastica del Triveneto distrutti, gravemente lesionati o danneggiati durante il conflitto. SarA� presentato in tale occasione un piccolo fondo fotografico conservato presso il Museo Diocesano, strettamente connesso all’archivio di don Vincenzo Casagrande. Il fondo A? costituito da 220 stampe in bianco e nero che testimoniano la situazione dei paesi trentini nei primi mesi del dopoguerra e mostrano la distruzione bellica in tutta la sua devastante portata.
26 novembre 2015 – ore 17.30
Recuperare la��identitA� attraverso il patrimonio fotografico: dal collezionismo privato alla nuova case history di CAMERA – Centro Italiano per la fotografia
Lorenza Bravetta, direttrice di Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino
Guido Bertero, collezionista e vicepresidente di Camera – Centro Italiano per la Fotografia di Torino
Il 1A� ottobre 2015 A? stato aperto al pubblico il Centro Italiano per la Fotografia di Torino, una nuova struttura che permette di accedere alla fotografia nazionale e internazionale attraverso un dialogo aperto con artisti e istituzioni. Mediante studi, sperimentazioni e attivitA� dedicate alla fotografia, la��offerta culturale di CAMERA vuole stimolare il confronto, suscitare domande e approfondire il racconto della realtA� attraverso le immagini. Lorenza Bravetta, direttrice di Camera, ci parlerA� della nascita di questa nuova istituzione e dell’importanza del patrimonio fotografico nel recupero dell’identitA�, in tutte le sue possibili accezioni. DialogherA� con lei uno dei piA? importanti collezionisti di fotografia in Italia, Guido Bertero, che di Camera A? anche vicepresidente. Nella collezione di Bertero figurano i nomi dei piA? grandi fotografi del XX secolo, sia nazionali – Luigi Ghirri, Ugo Mulas, Nino Migliori, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice – sia internazionali, come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Paul Strand, Eugene Smith, Walker Evans e altri. Particolare attenzione A? dedicata alla fotografia italiana del secondo dopoguerra e alle opere di maestri che hanno documentato la��evoluzione storica e culturale del nostro paese. La voce del collezionista farA� quindi da contrappunto alla visione di chi si occupa di fotografia per professione, mostrando l’importante contributo di chi, con una collezione, riesce a svolgere un discorso lucido e utile ad una��Italia ancora ‘fotograficamente’ incolta.
3 dicembre 2015 – ore 17.30
Arte e spiritualitA� in Georges Rouault
Elena Pontiggia, docente di Storia della��Arte Contemporanea alla��Accademia di Brera
Luigi Tavola, collezionista
La riflessione sul rapporto tra arte e spiritualitA� attraversa tutta la vita e l’opera del pittore e incisore francese Georges Rouault (Parigi, 1871 – 1958). Contemporaneo di cubismo, espressionismo e fauvismo, Rouault scelse di non appartenere stabilmente ad uno di questi movimenti, ritagliandosi una posizione originale e indipendente nel panorama dei grandi maestri della sua generazione. Elena Pontiggia, docente di Storia della��Arte Contemporanea alla��Accademia di Brera, presenterA� al pubblico la figura di Georges Rouault e la sua peculiare spiritualitA�, che gli valse la definizione di “massimo artista religioso del Novecento”. La voce di Luigi Tavola, grande collezionista (di Georges Rouault in primis), porterA� la sua testimonianza di appassionato custode e studioso dell’opera di Rouault, svelando ai presenti come nasce una collezione, da quali desideri, con quali finalitA�.
17 dicembre 2015 – ore 17.30
Siamo tutti stranieri
Vincenzo Passerini, presidente del Coordinamento Nazionale delle ComunitA� di Accoglienza(CNCA) del Trentino Alto Adige
Alidad Shiri, autore del libro Via dalla pazza guerra. Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan (Il Margine, Trento 2007)
Un dialogo per raccontare e analizzare un tema di grande attualitA�, quello dell’immigrazione e del rapporto con l”altro’. Due le voci protagoniste: Vincenzo Passerini, presidente del Coordinamento Nazionale delle ComunitA� di Accoglienza (CNCA) del Trentino Alto Adige; Alidad Shiri, autore del libro Via dalla pazza guerra. Un ragazzo in fuga dall’Afghanistan (Il Margine, Trento). Vincenzo Passerini, giA� assessore provinciale alla��istruzione, porterA� il punto di vista di chi da anni si impegna nel promuovere una cultura dell’accoglienza e dell’eguaglianza di diritti. Il giovane Alidad Shiri, nato e cresciuto a Ghazni, in Afghanistan, racconterA� la sua esperienza e il suo difficile viaggio verso l’Europa, dove A? giunto nel 2005. Oggi, dopo aver scritto un libro autobiografico di grande successo, frequenta la FacoltA� di Filosofia a Trento e collabora con alcuni quotidiani locali. L’ultimo ‘dialogo a due voci’ intreccia racconti ed esperienze di persone che vivono quotidianamente – e da due diverse posizioni – la��incontro con la��altro.