a�?Una fotografia non A? necessariamente una menzogna, ma allo stesso tempo non A? certo la veritA�. Si tratta piA? che altro di un’impressione, soggettiva e fugace a�?
Nata ad Anversa (Belgio) nel 1938, ma con un’infanzia trascorsa negli Stati Uniti e in Inghilterra, Martine Franck ha avuto una formazione scolastica indirizzata prevalentemente verso la Storia dell’Arte. Completati gli studi, capisce perA? che il suo destino non A? studiare, commentare e insegnare l’arte altrui, ma creare lei stessa immagini. Si avvicina quindi alla fotografia ed emerge subito grazie al suo talento e alla sua capacitA� di fare fotogiornalismo; ma lei, prima fra tutti, capisce che il fotoreportage di quel periodo, inteso come testimonianza e documentazione strettamente collegata ad un evento di cronaca quotidiana, A? in crisi e sta per essere soppiantato dalla TV e dall’informazione elettronica. Ecco quindi che Martine Franck si approccia al fotogiornalismo staccandosi notevolmente dalla tradizione informativa del lavoro fotografico e scegliendo di trattare argomenti in profonditA� con un certo distacco ideologico, ma non certo con distacco emozionale. Lei vuole rappresentare la vita di tutti i giorni, la giornata di un individuo ed altre “microstorie” in modo semplice e cercando di “comunicare emozioni”. Raramente i suoi scatti ritraggono soggetti in posa, ma generalmente lei fotografa paesaggi naturali in cui A? visibile la presenza dell’elemento umano e immortala il quotidiano attraverso un uso sapiente del bianco nero che, secondo il suo punto di vista, “evita al cervello la distrazione del colore e spoglia dal supefluo”. Le sue immagini ci permettono di entrare in un mondo particolare: sono fotografie che hanno il merito di distogliere lo sguardo da particolari di sicuro impatto e di concentrarlo su particolari simbolici e intensamente emozionali grazie al rapporto che lei instaura, grazie alla sua innata delicatezza, tra contenuto e forma. Una delle sue immagini piA? importanti, A�
famose e significative, perfetta sintesi del suo stile di fotografare, A? quella in cui ritrae dei bagnanti a bordo piscina a Le Brusc, in Provenza. Lei spiegA? di aver visto la scena da lontano e corse a fotografarla con la certezza che, se avesse ritardato anche di poco, avrebbe perduto del tutto la foto immaginata.
Durante la sua carriera pubblicA? un totale di nove libri, tra cui il famoso Des Femmes et la Creation, fece diversi reportage documentario tra cui quello in Nepal e Tibet e collaborA? con riviste famose quali Vogue, Life e Sports Illustraded.
E’ solo a questo punto, A�per fugare qualsiasi allusione e dubbio sul suo innato talento, che ricordo che Martine Frank ha avuto un marito scomodo: il grande e famoso Henry Cartier Bresson. Scomodo perchA? il suo nome A? inevitabilmente legato a lui; talmente legato che addirittura erroneamente alcuni suoi scatti furono attribuiti al marito. Questa non A? altro che una dimostrazione del suo grande valore.
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Enrico Fuochi
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