domenica , 22 Dicembre 2024

MARTIN PARR: il fotografo del “banale”

a�?a�� Quando si cerca di rinchiudermi in una categoria, cerco immediatamente di uscirne. L’esperienza personale della mia vita quotidiana si sovrappone ai soggetti che scelgo e cerco di articolare in fotografia quello che vivo nella mia esperienza del mondo …a�?

600-martin-parr-common-sense-woman-sunbathing-spain-1997

A�

Nel 1999, nel suggestivo spazio delA� Museo Civico di Riva del Garda, per la prima volta ho visitato una mostra del fotografo inglese Martin Parr. Il titolo, “Sguardi gardesani”, giA� di per sA� la dice lunga sui contenuti di questo lavoro di ricerca. Le sue sono immagini che rappresentano luoghi e situazioni che indubbiamente sfociano nella banalitA� e nella poca originalitA�.

Anche in occasione di questa mia visita perA?, dopo avere guardato, osservato attentamente e archiviato dentro di me considerazioni personali su questo interessante lavoro, ho dedicato non poco tempo a soffermarmi sul comportamento dei visitatori, spesso turisti muniti di reflex appesa al collo, che cercavano invano informazioni nelle guide o in quelle etichette appese al muro sotto le immagini, come se il capire la vera essenza dell’opera dipendesse dalla descrizione altrui e non da quello che i propri occhi potevano trasmettere sotto forma di stimoli emotivi al proprio cervello. Nessun visitatore, nell’ora in cui sono rimasto nelle sale espositive, si A? fermato per un minuto intero davanti a una A�sola delle fotografie di questo fotografo, classe 1952. Martin Parr non A? un dilettante, come l’osservatore superficiale e non attento potrebbe immaginare, ma A? ormai una stella affermata del mondo fotografico. Dal 1994 A? membro di Magnum Photos.

Tutte le opere d’arte, e tra queste includo senza remore anche le fotografie, sia singole che facenti parte di un progetto espositivo, vanno osservate attentamente sforzandosi di superare quell’incapacitA� a non capire il messaggio che l’autore ha voluto trasmettere e che A? stato per lui di stimolo per produrre l’opera. Mai come nell’osservare i reportage di Martin Parr, tale mia considerazione penso sia piA? appropriata. Ecco che alloraA� si puA? capire perchA� la banalitA� e la mancanza di originalitA� cui accennavo all’inizio di questo mio scritto non sta nell’essenza delle immagini di Parr, ma nelle situazioni e momenti di vita che difficilmente un fotografo senza la F maiuscola si inventerebbe di riprendere.

Il mondo della fotografia A? saturo di immagini del Carnevale, di tramonti, di paesaggi marini e montani, di modelle glamour o, se vogliamo andare piA? in lA�, di ospedali psichiatrici o paesaggi urbani e contadini. Questi sono dei classici come i purtroppo inesauribili reportage di guerra. Le fotografie di questo fotografo inglese invece, che in gioventA? ha lavorato e si A? formato anche in compagnie teatrali, sono fotografie di ricerca e di indagine, tutta sempre dedicata alle abitudini sociali, al grottesco e ossessivo ripetersi dei comportamenti di persone comuni, al consumismo esasperato della societA� in generale e alla forma in cui si manifesta il senso comune della borghesia.

Gli “Sguardi gardesani” ci rimandano anche a quello che tutti noi, chi spesso e chi solo saltuariamente ma che almeno qualche volta ha fatto in una assolata e accaldata domenica estiva: distendersi come in un rito comune sul proprio asciugamano, mangiare un cono di gelato che si sta sciogliendo al sole o, piA? banalmente, restare seduti sui ciottoli della spiaggia gardesana ad osservare gli altri bagnanti, il paesaggio che ci circonda o i surf che volano sull’acqua.

Le sue fotografie spaziano tra il concettuale e il “divertito” e creano, come lui stesso afferma, una finzione partendo dal mondo reale. Sono immagini coloratissime fin oltre i parametri piA? spinti, quasi acide. Questo suo modo di interpretare il colore rende teso l’aspetto dei soggetti rappresentati trasformando quasi i corpi in statue. Ogni tanto poi usa il flash, ma lo fa volutamente in un modo frontale che ricorda alcuni scatti della Diane Arbus anni Sessanta che alterano le persone giA� goffe nel loro vestire e mangiare e vedono esasperati i loro difetti fisici e comportamentali. Personaggi che Martin Parr rende protagonisti con un sorriso.

 

per visualizzare altre immagini di questo autore

A�

http://www.martinparr.com/recent-work/

 

https://www.google.it/search?q=martin+parr&biw=1920&bih=918&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=nL7pVLrsDoHrOK7qgEg&sqi=2&ved=0CAYQ_AUoAQ

Vedi anche

Emanuele Masi - Bolzano Danza - Ph Tiberio Servillo

Emanuele Masi – Le Arti e il futuro, verso la 35^ edizione del Festival Bolzano Danza

Riccardo Lucatti intervista Emanuele Masi, il funzionario della Fondazione Haydn di Bolzano e Trento, dal …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *