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LO SPLENDORE DELLE MASSE: interviene Massimo Libardi, introduce fernando Orlandi

MercoledA� 28 gennaio 2015, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia della��Europa Orientale e la Fondazione Museo Storico del Trentino organizzano la��incontro-dibattito a�?Lo splendore delle massea�?.

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Interviene Massimo Libardi. Introduce Fernando Orlandi.

A�A�Una delle caratteristiche peculiari che gli storici riconoscono alla Prima guerra mondiale A? di essere la��espressione della massificazione della societA�. Oltre che una guerra industriale, nella quale si fronteggiavano come mai prima le risorse produttive e tecnologiche delle potenze belligeranti, essa fu una guerra fordista, che mise al centro delle operazioni militari la forza da��urto di milioni di uomini.

La modernitA�, ha nella nascita delle metropoli e delle folle urbane il proprio battesimo. La scoperta delle folle che si accalcano nelle vie delle grandi metropoli come Londra, Parigi e Berlino viene registrata con stupore dagli scrittori dell’Ottocento – tra tutti Hoffmann, Baudelaire, Poe, Balzac, Zola. Ma la folla non A? ancora massa. La massa per esistere richiede non solo una moltitudine di individui, ma un legame che li unisca e questo elemento colloidale A? secreto nelle trincee della Grande Guerra.

Dal fronte tornano non solo gli individui, i reduci, ma la massa.

Elias Canetti, il grande studioso della massa e delle sue metamorfosi, ne a�?Il frutto del fuocoa�? racconta come il 15 luglio1927 a Vienna, quando avvenne la��assalto al Palazzo di Giustizia, a�?quel giorno tremendo, di luce abbagliante, lasciA? in me la vera immagine della massa, la massa che riempie il nostro secoloa�?.

Il periodo che va dalla fine della��Ottocento A? il periodo in cui nasce l’interesse teorico verso le a�?massea�?. Uno dei libri piA? noti A? a�?Psicologia delle follea�? (1895) di Gustav Le Bon. Etnologo e psicologo fu il primo a proporsi di studiare scientificamente il comportamento delle folle, cercando di identificarne i caratteri peculiari e proponendo tecniche adatte per guidarle e controllarle. Per questa ragione le sue opere vennero lette e attentamente studiate dai dittatori del novecento, i quali basarono il proprio potere sulla capacitA� di controllare e manipolare le masse.

Con Le Bon si confronta anche Sigmund Freud quando scrive a�?Psicologia delle masse e analisi dell’Ioa�? (1921) come pureGustav Jung. Nel 1930 JosA� Ortega y Gasset scrive a�?La ribellione delle massea�? dove descrive la��apparizione di un nuovo tipo da��uomo, animato da uno spirito gregario che cela una profonda a�?distruttivitA�a�? e che rappresenta un pericolo mortale per la civiltA� europea. Tuttavia il grande libro novecentesco sulla massa A? a�?Massa e poterea�? di Canetti, pubblicato nel 1960 ma iniziato nel 1925 e nato – come egli stesso afferma – dalla necessitA� di comprendere il nazionalsocialismo e la��enigma della massa, ovvero il desiderio del singolo di dissolversi nella massa.

Tutte queste riflessioni, che confluiranno nella definizione della societA� novecentesca come la a�?societA� di massaa�?, hanno la loro origine nella temperie della Grande Guerra, nei legami che si formano al fronte, nei movimenti politici che seguono la Guerra e di cui i reduci sono i protagonisti.

 

Affronta questi importanti temi Massimo Libardi nella��incontro-dibattito a�?Lo splendore delle massea�?, che si terrA� a Trento mercoledA� 28 gennaio, alle ore 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55).

La��incontro A? organizzato dal Centro Studi sulla Storia della��Europa Orientale e dalla Fondazione Museo Storico del Trentino.Interviene Massimo Libardi.

La��iniziativa rientra nel programma ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale per la commemorazione del centenario della Prima Guerra Mondiale.

Questo incontro A? il sesto del ciclo a�?La seconda Guerra dei Trenta��annia�?, organizzato dal Centro Studi sulla Storia della��Europa Orientale e dalla Fondazione Museo Storico del Trentino.

Con il Patrocinio di: Comune di Trento; Provincia Autonoma di Trento; Presidenza del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento; Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; Consiglio Regionale del Trentino-Alto Adige

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