giovedì , 26 Dicembre 2024

LEO GULLOTTA. porta al Teatro SocialeA�un inno alla parola, A�PRIMA DEL SILENZIOA�

InA�scena A�PRIMA DEL SILENZIOA�, un testo di Giuseppe Patroni Griffi allestito per laA�regia di Fabio Grossi. Si replica venerdA� 20 (ore 20,30), sabato 21 (ore 21,00) eA�domenica 22 febbraio (ore 16,00).

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Leo Gullotta sarA� il protagonista, giovedA� 19 febbraio al Teatro Sociale di Trento,A�del settimo appuntamento inserito nel calendario 2014-2015 della a�?GrandeA�Stagionea�? della Prosa organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

Affidato all’interpretazione di Leo Gullotta, attore poliedrico e talentuoso, sarA�A�in scena da giovedA� 19 a domenica 22 febbraio al Teatro Sociale di Trento A�PRIMAA�DEL SILENZIOA�, un testo scritto nel 1979 per Romolo Valli da Giuseppe PatroniA�Griffi che porta in scena il valore della a�?parolaa�? intesa quale strumento di sopravvivenza eA�libertA�. Si tratta di una produzione del Teatro di Roma realizzata in collaborazione conA�il Teatro Eliseo e a�?Fuxia contesti da��immaginea�? per la regia di Fabio Grossi.A�A seguito delle vicende che hanno portato alla chiusura della storica salaA�teatrale romana dell’Eliseo, il Teatro di Roma ha dunque ritenuto doveroso acquisireA�questa produzione di punta della passata stagione, nata per celebrare il decennaleA�della morte dell’autore. Potranno cosA� proseguire la vita e il percorso di uno dei suoiA�testi piA? rappresentativi, per un omaggio alla��uomo e alla��artista che ha attraversatoA�sessanta��anni di cultura italiana. Drammaturgo, sceneggiatore e regista, Patroni Griffi A?A�conosciuto dal grande pubblico soprattutto per il suo piA? grande successo, a�?Metti, unaA�sera a cenaa�?, un testo scritto per il teatro (fu rappresentato per la prima volta nelA�1967 all’Eliseo di Roma per la regia di Giorgio De Lullo con Rossella Falk e RomoloA�Valli) dal quale due anni piA? tardi trasse l’omonimo film, che egli stesso diresse.A�Protagonista dello spettacolo A? un vecchio poeta disilluso e malinconico (LeoA�Gullotta), amareggiato nei confronti di una societA� che non riesce piA? a comprendere.

E’ deciso a lasciarsi tutto alle spalle a�� la famiglia, la poesia e la vita stessa a�� e la��unicoA�legame che sembra essergli rimasto A? un giovane affascinante, dinamico e spensieratoA�(Eugenio Franceschini) con cui intraprende una relazione ambigua fatta di attrazioneA�fisica e intellettuale e, al contempo, di differenze e incomprensioni. In questo scontroA�generazionale, un uomo maturo e un giovane uomo sono attratti da forze ambigueA�come amicizia, sesso e amore, dove la necessitA� diventa quella di testimoniare il valoreA�della parola e il suo fallimento, per rappresentare il binomio tra il mondo degli adulti,A�che sconta gli errori del passato, e quello dei giovani, che rimane intrappolato nelleA�paure del futuro.

A�Scritto negli anni a�?70 a�� annota il regista, Fabio Grossi a�� il testo risulta ancor vivoA�per tematiche e concetto. La storia racconta le scelte, pura��anche rivoluzionare per laA�casta che lo ha inglobato per tutta la sua vita precedente, di un uomo, del quale non ciA�viene fornito il nome. Probabilmente questo poco importa alla risoluzione della vicenda,A�ma a mio discernimento la��autore, ad arte e tramite la��espediente, ha voluto rendereA�universale la faccenda. Quello che leggo, con gli occhi di un uomo che vive il XXI secolo,A�era questa di grande modernitA�, dove la comunicazione, attraverso apparati di nuovaA�costruzione, A? molto piA? facile ed immediata, fa sA� che intraveda e consideri, attraverso ilA�protagonista, un disagio sociale legato soprattutto alla comunicazione della parolaA�scritta, della Poesia.A�

Se il ragazzo considera la parola un limite alla realtA�, un ostacolo alla��azione, ilA�poeta scorge invece in essa la��unico vero modo per sentirsi ancora vivo, ritenendoA�necessario dire tutto il possibile A�PRIMA DEL SILENZIOA�, ovvero prima che cada laA�quiete della morte. Spinto da questa lotta impossibile tra la��incapacitA� a usare le paroleA�e il rifiuto a voler creare un linguaggio comune, il poeta esorcizza il confronto-scontroA�con il ragazzo attraverso la��apparizione in video dei fantasmi della sua vita passata: laA�famiglia, affrontata attraverso il personaggio della moglie (Paola Gassman), entitA�A�vorace e ricattatoria; la casta, rappresentata dal personaggio del figlio (AndreaA�Giuliano) con i suoi orpelli e contributi piccolo borghesi; il dovere, materializzatosiA�attraverso il personaggio del maggiordomo (Sergio Mascherpa), espressione di unaA�oppressione che fa leva sul senso di colpa. Tre fantasmi che ritornano in vita comeA�incubi e fanno da contraltare al rapporto che il poeta ha costruito con il giovaneA�ragazzo, mettendo in discussione le proprie convinzioni, passioni e speranze cheA�lasciano spazio, infine, solo alla forza della parola.

A�Lo spettacolo a�� spiega il regista a�� si svolge attraverso la presenza in scena delA�protagonista e del suo co-protagonista, mentre gli autori del percorso sensoriale delA�Nostro LUI, assumono essenza digitale: appartenendo la Nostra rappresentazione adA�una��era atta al virtuale, anche la��incubo assume la forma da��un etere affollato di ricordi,A�passioni, depressioni e angosce. Tutti vestono la��essenzialitA� del ruolo: un Uomo, duranteA�la considerazione della sua vita, abbandona orpelli, inventati per giustificare realtA�A�distorte. Un racconto tecnologico per una sensazione assoluta. Ma la Parola avrA� sempreA�e comunque la sua centralitA� vivificante.A�

Fantastica la scena finale della��opera, dove il nostro LUI, circondato da pagine diA�libri, afferra a�?la parolaa�? che gli svolazza attorno, in una ideale caduta libera,A�declamandone la realtA�, in essa contenuta.

Le apparizioni in video di Paola Gassman, Andrea Giuliano e Sergio MascherpaA�sono state realizzate da Luca Scarzella, le musiche sono di Germano Mazzocchetti eA�Umile Vaineri ha curato il disegno delle luci; la risoluzione scenica A? opera di LucaA�Filaci e il disegno audio di Franco Patimo.

La critica nazionale, che ha accolto lo spettacolo con generale favore, ha spesoA�parole di grande apprezzamento soprattutto per la prova d’attore di Leo Gullotta cheA�per Rodolfo di Giammarco (La Repubblica) A�In questo manifesto del dire ha unaA�tenuta neo-socratica e caustica che cede alla��emozione nel finale, nella��inno-monito allaA�parola.A� Anche Paolo Petroni (Corriere della Sera) giudica A�Alta la prova da��attore diA�Gullotta, che evita il tono nostalgico, ripiegato su se stesso, ma sceglie di dareA�concretezza, vigore anche fisico alle parole, con affianco il giovane Eugenio Franceschini,A�forte della propria scultorea bellezza e astratto pragmatismo.A� Tiberia De Matteis (IlA�Tempo) ha trovato A�Un Leo Gullotta in stato di grazia, accompagnato dal ventiduenneA�Eugenio Franceschini che si A? imposto come una vera rivelazioneA� e plaude ancheA�all’impianto scenografico e al disegno registico di Fabio Grossi che A�hanno il notevoleA�merito di donare vivacitA�, ritmo e armonia alla pregevole e poeticissima dialetticaA�della��autore.A� Anche Rita Sala (Il Messaggero) definisce superba l’interpretazione diA�Gullotta: A�La sua adesione alla crociata di Patroni Griffi, volutamente lussureggiante,A�ridondante e aristocratica, A? tale da commuovere nel profondo.A�A�L’attore catanese torna in scena a Trento dopo essere stato il protagonista nelA�2011 di un’originale messa in scena de Le allegre comari di Windsor di WilliamA�Shakespeare. Anche in quel caso si trattava di una produzione del Teatro EliseoA�affidata alla regia di Fabio Grossi.A�GiovedA� 19 febbraio il sipario del Teatro Sociale si alzerA� alle 20.30. SonoA�previste repliche venerdA� 20 (ore 20.30), sabato 21 (ore 21.00) e domenica 22A�febbraio (ore 16,00).

 

VenerdA� 20 febbraio il A�FOYER DELLA PROSAA�

La rappresentazione dello spettacolo sarA� accompagnata, nel pomeriggio diA�venerdA� 20 febbraio, da A�FOYER DELLA PROSAA�, incontro di approfondimentoA�critico che il Centro Servizi Culturali S. Chiara propone in collaborazione con ilA�Dipartimento di Lettere e Filosofia della��UniversitA� di Trento. La discussione sarA�A�introdotta dal prof. Michele Flaim. La partecipazione A? libera e aperta a tutti eA�l’appuntamento, al quale interverrA� l’attore Leo Gullotta, A? fissato alle 17,30 presso laA�Sala Medievale del Teatro Sociale.

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