domenica , 22 Dicembre 2024

LE GRANDI CIME HIMALAYANE SVETTANO ALLA 58ESIMA EDIZIONE DEL TRENTOFILMFESTIVAL

foto-di-dino-panato-mnichetti-e-e-menapace-premiazione-2010Lo scorso anno al suo esordio al TrentoFilmfestival si A? aggiudicata la Genziana d’Oro del Club Alpino Italiano. Quest’anno, alla seconda prova, ha conquistato il riconoscimento piA? ambito: il 58esimo Gran Premio CittA� di Trento incorona la giovane regista francese Marianne Chaud e il suo Himalaya, le chemin du ciel conquista la Genziana d’Oro come miglior film in assoluto.A� ricaduta pensa che possa avere sulal no

Obiettivo puntato sulle cime himalayane anche per il miglior film di esplorazione o avventura del TrentoFilmfestival: La Genziana d’Oro Premio CittA� di Bolzano va a Birdman of Karakoram del britannico Alun Hughes.

La Genziana d’O ro del Club Alpino Italiano al miglior film di montagna premia Alone on the Wall degli statunitensi Peter Mortimer and Nick Rosen. Mentre a Nanga Parbat, il film partito certamente come favorito per questa edizione, va il Premio Luciano Emmer istituito quest’anno in collaborazione con i giornalisti cinematografici.

La giuria internazionale del 58esimo TrentoFilmfestival, presieduta da Maurizio Zaccaro e composta da Alan Formanek (Slovacchia), RenA� Vernadet (Francia) e Michele Radici (Italia) A? stata unanime sul giudizio del film di Marianne Chaud. “Con i suoi occhi sorridenti e puri – si legge nella motivazione – entriamo nel mondo affascinante dei monaci del monastero di Phukthal, con la sua spiritualitA�, costumi e quotidianitA�. Il film A? girato con grande complicitA� da una regista profonda conoscitrice della cultura locale, che, con una macchina da presa invisibile, crea l’impressione di vivere gli eventi con il proprio cuore“.

Di Birdman of Karakoram la giuria sottolinea l’abilitA� “nel difficile compito di far partecipare lo spettatore a una delle piA? innovative ed estreme avventure ancora possibili in Himalaya. Il passaggio del colle dello Shispar, vissuto quasi in diretta A? una sequenza che entrerA� nella storia dei documentari ‘avventura“.

La Giuria del Premio Emmer (composta dal direttivo del Sindacato Nazionale dei giornalisti cinematografici, Silvio Danese e Andrea Maioli) ricordando la particolare sensibilitA� dell’autore al quale A? intitolato il Premio,A�augura al film, per la prima volta proposto a Trento in una versione con sottotitoli italiani, di trovare al piA? presto una distribuzione sui nostri schermiA�.

PREMIO DELLA GIURIA: Salt di Michael Angus e Murray Fredericks (Australia)
Il fotografo australiano Murray Fredericks si avventura nei luoghi remoti del lago Eyre per affrontare temporali, fango, guasti, sale, solitudine e sopratutto se stesso con lo scopo di trovare una bellezza nascosta, di purificarsi e cosA� riuscire a conoscere la sua natura vera. Il film, fatto quasi completamente dal solo fotografo, entra nel medio artistico stesso, combinando le magnifiche fotografie di grande intensitA� con le prese cinematografiche di una vita totalmente isolata.

GENZIANA D’ARGENTO AL MIGLIOR CORTOMETRAGGIO: Oyan di Esmae’l Monsef (Iran). Nel breve e intenso racconto della quotidianitA� di un giovane postino che porta le lettere da una parte all’altra del confine e di una misteriosa ragazza che le riceve il regista offre, con un tocco di grande classe narrativa, uno spaccato dell’Iran piA? vero e rurale, dove l’ambiente dilata il tempo. Una tematica nella grande tradizione del cinema iraniano e dei suoi registi.

GENZIANA D’ARGENTO AL MIGLIOR MEDIOMETRAGGIO: Polyarnik di Nikolay Volkov (Russia). Diretto con mano leggera e felice, a volte anche ironica, Polyarnik dimostra come la semplice storia di un figlio che abbandona per un lavoro nel gelido nord la casa paterna possa diventare un racconto gradevolissimo ed estremamente originale nonchA� spunto per indagare i risvolti piA? intimi della realtA� e dei suoi protagonisti fra i quali spicca la fulgida figura dell’anziana madre, Romualda Flyorovna, che attende con ansia in un piccolo
villaggio bielorusso, il ritorno dell’amato primogenito.

GENZIANA D’ARGENTO AL MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO – ARTISTICO: Mount St. Elias di Gerald Salmina (Austria). Tre appassionati dello sci estremo si lanciano dal Monte S. Elia (5.489 m) in Alaska. Delle immagini stupefacenti di sci sulle valanghe, delle pendenze che fanno tremare, dei salti vertiginosi dai quali sembra impossibile uscire indenni.
Grazie a una tecnica perfettamente padroneggiata il regista ci pone al centro dell’azione e ci offre degli istanti magici.

PREMIO CITTA� DI BOLZANO GENZIANA D’ORO al miglior film di esplorazione o avventura: Birdman of the Karakoram di Alun Hughes (Gran Bretagna). Il film riesce nel difficile compito di far partecipare lo spettatore a una delle piA? innovative ed estreme avventure ancora possibili in Himalaya. Il regista Alun Hughes, incastrato nel sedile del fragile parapendio biposto di John Silvester, senza ossigeno a piA? di 6.000 metri, impaurito, congelato e sempre al limite della crisi, riesce a farci vedere le cime himalayane da un punto di vista del tutto nuovo. Il passaggio del colle dello Shispar, vissuto quasi in diretta A? una sequenza che entrerA� nella storia dei documentari d’avventura.

PREMIO DEL CLUB ALPINO ITALIANO – GENZIANA D’ORO al miglior film di alpinismo o montagna: Alone on the Wall di Peter Mortimer and Nick Rosen (Stati Uniti). Alex Honnold, uno dei piA? grandi climber americani, scala in solo integrale la mitica Regular Route dell’Half Dome in Yosemite. Durante la sua salita Alex prende costantemente dei rischi incredibili che anche il pubblico
meno esperto apprezzerA�. In una parete che offre pochi punti favorevoli le cineprese sono state perfettamente situate.

GRAN PREMIO CITTA� DI TRENTO GENZIANA D’ORO al miglior film che in assoluto, possedendo elevate qualitA� artistiche, corrisponda agli obiettivi culturali cui il Festival si ispira: Himalaya, le chemin du ciel di Marianne Chaud (Francia) Toccante storia dei giovani monaci buddisti di Zanskar in India attraverso la vita di Kenrap, un ragazzo di 8 anni che da quando ne aveva 5 A? stato riconosciuto come la reincarnazione di un vecchio monaco. Con i suoi
occhi sorridenti e puri entriamo nel mondo affascinante dei monaci del monastero di Phukthal, con la sua spiritualitA�, costumi e quotidianitA�. Il film A? girato con grande complicitA� da una regista profonda conoscitrice della cultura locale, che, con una macchina da presa invisibile, crea l’impressione di vivere gli eventi con il proprio cuore.

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