Col mio bambino siamo andati a visitare “La Scimmia nuda“, e volevo raccontare che cos’A? una mostra come questa per un bambino. Il punto di vista di un bambino A? sempre diverso. Puoi andare a visitare un parco naturale meraviglioso e alla fatidica domanda “Cosa ti A? piaciuto di piA??” lui ti puA? rispondere “Le nuvole“.
La mostra A? un fiorire di giochi e di curiositA� deliziose: la macchina che ti fotografa il viso e trasforma i lineamenti a seconda dell’etA� o della razza, il gioco di imitare le espressioni o i versi delle scimmie, i guanti per provare come si fa a raccogliere gli oggetti senza il pollice opponibile (difficilissimo!).
Il mio piccolo uomo prova ad arrampicarsi come una scimmia, e a stanare le termiti con un bastoncino.
Nello stand su evoluzionismo e i miti della creazione, immagini e didascalie raccontano che una volta le spiegazioni sull’origine del mondo erano di tipo mitologico, prima dell’avvento delle teorie darwiniane… il problema A? che uno dei miti rappresentati A? la creazione di Adamo ed Eva. Lui mi guarda scettico, e per nulla convinto mi risponde: “Ma no, Adamo ed Eva A? una storia vera”. Comincio un discorso lungo e complesso, che vuole spiegare che il senso A? simbolico, e che la spiegazione darwiniana non A? contraria all’esistenza di Dio, e cerco di portare questo argomento all’altezza di un metro e venti.
Mi guarda e pensa. Replica: “SA�, ma la maestra di religionea��” e l’occhio gli cade sullo stand successivo, in cui campeggia una meravigliosa ruota: girandola, puoi “misurare” la distanza tra le diverse specie (ad esempio, uomo-cutrettola): quanti gradi ci separano dal facocero? E tra il facocero e l’ameba?
Adamo ed Eva, naturalmente possono aspettare.
Di stand in stand si continua a leggere, sperimentare e giocare. Spesso i giochi sono molto divertenti, ma spesso – anche se dovrebbero spiegare in pratica una teoria – in realtA� fanno invece distrarre, e scordare l’aggancio con ciA? di cui lo stand si occupava…
Nello stand che piA? mi ha emozionato, una mappa dei genocidi ci racconta epoche, entitA� e durata degli stermini del Novecento. Io ho il magone, ma il mio bambino A? tutto un fermento: da dietro l’angolo spuntano i bagliori di un monumento alla modernitA�, un intrico di tubi luminosi e colorati, fili di metallo arrotolati, che lo attirano come neanche la Nutella.
Per lui insomma ogni stimolo A? neutralizzato da quello successivo, e l’impressione generale A? stata di aver corso pannello per pannello dando delle rapide sorsate, anzichA� fermarci a degustare: quando sono riuscita a leggere con calma qualche didascalia ho trovato parecchi temi curiosi, fatti bene, non scontati ed interessanti.
Mi sono fatta perA? l’idea che quanto piA? in una mostra ci sono giochi e attivitA� per bambini, tanto meno questi ultimi riescono a stare attenti al contenuto scientifico o educativo.
In particolare in una mostra come questa, ricca di spunti e di curiositA�, ma anche di elementi di approfondimento (forse a volte anche al di fuori della portata di un bambino), ci si perde di fronte ad una specie di Gardaland, ricca di giochi e di piccole meraviglie.
Il problema A? che secondo me tanta frenesia era dovuta proprio all’affastellarsi di stimoli roboanti anzichA� una calma sobrietA�, degna di un tema cosA� coraggioso.
PerchA� l’intento A? davvero coraggioso, raccontare l’evoluzionismo in questi tempi non A? piA? scontato (A? strano) come dieci anni fa., e ciA? meriterebbe di fermarsi a riflettere anzichA� girare come in un centro commerciale..
L’immagine a corredo di questo articolo A? stata realizzata da Fabio Vettori, che contribusice con le sue vignette alla galleria immagini delle formiche della settimana.
Serena Toboli