MercoledA� 22 aprile 2009, alle ore 17.30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia della��Europa Orientale organizza la��incontro-dibattito La ditta dei ritratti di Witkiewicz. Arte e letteratura nella Polonia della prima metA� del Novecento.
Se prendiamo in mano una storia della��arte europea nel Novecento, cosa troviamo per la parte orientale del nostro continente? Quasi nulla. Verrebbe da pensare che in una bella parte della��Europa la��arte moderna non sia esistita. Eppure, tanto per fare un esempio, il cubismo nasce e si struttura non solo a Parigi, ma anche a Praga. Per gli artisti cechi, la��adozione del Cubismo A? una scelta autonoma. E la loro ricerca si muove in parallelo alla��evoluzione del Cubismo francese, ma con risultati ed esiti diversi. Anche perchA� per i cechi il Cubismo costituisce una ricerca globale nella quale architettura, pittura, scultura e arti applicate godono dello stesso rango e statuto.
Questo movimento introduce un altro modo di percepire, di pensare, di costruire un diverso quadro di vita. Per la sua visione estetica, il Cubismo ha rivestito un ruolo precursore di sintesi delle arti la cui idea fu illustrata succesivamente dal Bauhaus in Germania o da Devetsil in Cecoslovacchia.
Tutta la��Europa centro-orientale A? stata investita ed ha subito la��influenza del Simbolismo e scoperto il mondo di Gauguin e di CA�zanne. In Ungheria il segno maggiore alla��inizio del Novecento A? lasciato dai Fauve, e il a�?nuovo stilea�? si diffonde come una epidemia.
La Prima guerra mondiale mette bruscamente termine al carattere internazionale della vita artistica e letteraria. I viaggi alla��estero diventano pressochA� impossibili, i contatti fra nazioni si interrompono, lo scambio di informazioni e pubblicazioni diventa aleatorio.
A dispetto di queste circostanze, in Boemia, Ungheria e Polonia (che non ha ancora ritrovato la propria statualitA�), sorgono raggruppamenti di avanguardia. La��Attivismo si propaga in Ungheria dalla Polonia (grazie al pittore Kurt Hiller). In Boemia sorgono gli Ostinati e in Polonia i Formisti.
Il Formismo si organizza poco a poco. Con questo termine si indica il gruppo di artisti (dagli stili peraltro diversi) uniti nella loro ricerca di modernitA� e forma pura. La loro prima esposizione si tiene nel novembre 1917, nello stesso momento in cui la rivista Ma organizza a Budapest la sua prima mostra, quella di Mattis-Teutsh. Nel 1917 sia i Formisti che Mattis-Teutsh trovano ispirazione negli Espressionisti.
Negli anni seguenti gli ungheresi evolvono verso una espressione piA? semplice, uno stile dalla��effetto monumentale e dinamico. I Formisti, a loro volta, intendono distinguersi dagli artisti di Poznan (legati agli Espressionisti tedeschi).
Prendono ufficialmente il nome di Formisti nel 1919 (proprio quando gli ungheresi si chiamano Attivisti). La teoria era stata enunciata nel 1918 da Zbigniew Pronaszko e dal 1919 pubblicano una loro rivista, diretta da Tytus Czyzewski e Leon Chwistek. I polacchi sono sensibili alle esigenze della forma, gli ungheresi sono invece molto attivi politicamente. I Formisti danno ampio spazio alla poesia (in particolare quella Futurista), perchA� Czyzewski era anche poeta.
Il legame con il Futurismo non dura a lungo. Alla��epoca della guerra russo-polacca il sentimento di identitA� nazionale assume una dimensione assoluta. In questo contesto, il comportamento antinazionalista e provocatorio dei Futuristi polacchi viene condannato dagli intellettuali e i Formisti imboccano un percorso diverso. Fra le personalitA� legate al gruppo, Stanislaw Ignacy Witkiewicz, Czyzewski e Chwistek lasceranno vaste tracce nella vita culturale della Polonia.
Witkiewicz A? una personalitA� unica nella cultura polacca e in quella europea tra le due guerre. Drammaturgo, poeta, narratore, pittore, fotografo, teorico da��arte, e infine acuto ed eccentrico filosofo.
Figlio da��arte, precoce e brillante, nel 1904 si iscrive alla��Accademia di Belle Arti di Cracovia. Viaggia molto, rasentando pure la��avventura: nel 1914 accompagna come pittore, fotografo e segretario il celebre antropologo Bronislaw Malinowski nella sua spedizione in Oceania.
Durante la prima guerra mondiale A? ufficiale zarista in Russia (era nato a Varsavia, allora sotto il dominio russo). Dopo la rivoluzione da��ottobre A? trasferito a S. Pietroburgo dove inizia studi filosofici e, pur non essendo comunista, svolge la funzione di a�?commissario politicoa�? del proprio reparto. Questo periodo russo ha ha un’importanza fondamentale nello sviluppo del suo pensiero: prendono forma compiuta le sue idee filosofiche, segnate dall’impressione lasciata dalle vicende belliche, e inizia a comporre il suo principale scritto di estetica (Nuove forme nella pittura, 1919) nel quale elabora la concezione della a�?forma puraa�? nell’arte.
Witkiewicz fu un critico radicale della societA� borghese e delle forme di esistenza sociale generate dal sistema capitalistico, che temeva avrebbero portato ad una completa disumanizzazione della vita sociale e ad un crescente totalitarizzazione, col conseguente annichilimento della personalitA� individuale. Paradossale ed ironico demistificatore della morale borghese; fustigatore della incombente societA� di massa che vedeva avanzare in maniera irreversibile ad Occidente come ad Oriente, sotto le ipocrisie del sistema democratico, come dietro le bandiere delle masse proletarie; spettatore tragicamente consapevole del progressivo deperimento dei valori autentici, legati alla personalitA� individuale e creativa dell’uomo, in favore dei beni che sempre piA? si affermano nella vita sociale, legati alla felicitA�, all’utile, alla soddisfazione materiale, effettuA? con la sua filosofia della storia una diagnosi catastrofista della realtA� contemporanea.
Nel nazismo ad Occidente e nel bolscevismo ad Oriente vedeva una minaccia mortale alla cultura e alla civiltA� d’Europa, sicchA� quando le truppe sovietiche, in seguito al patto Molotov-Ribbentrop, invasero il territorio polacco, si suicidA?, il 18 settembre 1939.