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KREMERATA BALTICA
Mikhail Pletnev pianista e direttore

MartedA� 19 marzo 2013 alle ore 20.45 presso la Sala SocietA� Filarmonica di Trento si esibirA� l’orchestra Kremerata Baltica con M. Pletnev, pianista e direttore.

J.S. Bach
(1685-1750)
Concerto per pianoforte in re min., BWV 1052, n. 1
Allegro – Adagio – Allegro

J. Haydn
(1732-1809)
Concerto per pianoforte in Re Magg., op. 21 Hob XVIII:11
Vivace – Un poco Adagio – Rondo all’ Ungarese. Allegro assai
__________

P. Vasks
(*1946)
a�?Viatorea�? per orchestra da��archi

W.A. Mozart
(1756-1791)
Concerto per pianoforte in Do Magg., KV 246
Allegro aperto – Andante – Tempo di minuetto

Mikhail Pletnev A? un artista il cui genio come pianista, direttore da��orchestra e compositore incanta e stupisce il pubblico di tutto il mondo. La sua abilitA� musicale racchiude una tecnica abbagliante e una gamma emotiva provocatoria con una ricerca interpretativa che fonde la��istinto con la��intelletto. Sia al pianoforte sia sul podio, Pletnev A? riconosciuto come uno dei migliori artisti del nostro tempo. Ha vinto la Medaglia da��Oro e il Primo Premio al Caikovskij International Piano Competition del 1978 quando aveva solo 21 anni, un premio che ha dato il via alla sua fama internazionale. Nel 1990 Pletnev ha formato la prima orchestra indipendente della storia della Russia sostenuto dai migliori musicisti del paese. Come pianista solista, Pletnev A? presente regolarmente nelle capitali musicali del mondo. Le sue registrazioni hanno vinto numerosi premi, compreso un Grammy Award nel 2005. Nel 2007 ha registrato tutti i concerti per pianoforte di Beethoven con la Deutsche Grammophon.

Nel 1997, al Festival di Musica da Camera di Lockenhaus si A? assistito a una piccola rivoluzione quando il violinista Gidon Kremer ha presentato la Kremerata Baltica, una��orchestra nuova, composta da 27 giovani talenti provenienti da Lettonia, Lituania ed Estonia, esuberante e sprizzante di energia e piena di gioia di suonare. La Kremerata Baltica A? stato il regalo che Gidon Kremer ha voluto farsi in occasione del suo cinquantesimo compleanno: un modo per trasmettere la sua esperienza ai giovani colleghi provenienti dalla��area baltica, regione in cui A? stato promotore e ispiratore della cultura musicale. Il gruppo di talentuosi studenti si A? subito dimostrato un ensemble professionale di livello mondiale. Ad oggi la��orchestra ha superato i mille concerti distribuiti in tutto il mondo con oltre venti registrazioni e la vittoria del a�?Grammy Awarda�� e la��Echo Prize nel 2002, e il a�?Praemium Imperiale Grant for Young Artistsa�� nel 2009.

Viatore, wanderer, viandante: i suoni raccontano non solo di uomini e da��artisti, ma pure di luoghi, di geografie naturali ed artificiali, economiche, architettoniche, antropologiche, che non di rado della musica motivano la��esistenza e la��essenza. Il viaggio di questa sera prende il via dalla facciata imponente e severamente nordica della Zimmermannsche Kaffeehaus, prospiciente la Katharinenstrasse, ossia la via piA? elegante di Lipsia: non un luogo di ritrovo per sfaccendati buontemponi, bensA� un centro culturale, fucina, con la fondazione (1702) del Collegium Musicum, per generi colti della nuova musica strumentale, dalla sonata al concerto. Sorseggiando un caffA? e assaporando un pasticcino, vi si potevano ascoltare, dal 1729, le musiche della��allora Thomas-Kantor, la��illustre Johann Sebastian Bach, intento a a�?copiarea�? Vivaldi lanciando una moda destinata ad uno strepitoso futuro: il concerto per tastiera.

Dove esprimere, al solito, tutto la��impegno della��organista, clavicembalista, clavicordista piA? temerariamente raziocinante del secolo: luogo per la��idioma virtuosistico del solista, cosA� come da modello italiano, il Concerto in re minore esalta scientificamente le qualitA� brillanti dello strumento, in fantasmagoriche figurazioni cadenzanti nel primo movimento, in iridescenti decorazioni ornamentali nel secondo, in rigorose affermazioni ritmiche nel terzo. Avvicinando una partitura alla��altra, la��aspetto grafico del Concerto in Re maggiore (databile 1782) di Haydn riesce ben altrimenti lineare, come la Versailles ungherese voluta, nel 1770, dal principe Nikolhaus Esterhazy a Fertod, seconda tappa di un viaggio, che in linea da��aria con la Francia illuminista e con un avvicendarsi alla tastiera di fervide nobili adolescenti in cerca di marito, porta con se la chiarezza strutturale del primo sonatismo, lo scarto emotivo semplice dei transiti dalla tonalitA� maggiore al minore, nonchA� uno dei piA? antichi esempi di citazione da stilemi della musica popolare nel il RondA? a�?alla��ongharesea�? che chiude la tradizionale successione ternaria dei movimenti.

Qualche anno prima (1776) e svariati chilometri in direzione sud-ovest, il giA� cittadino del mondo Wolfgang Amadeus Mozart rivolgeva uno sguardo quasi affettuoso a Salisburgo, alle morbide colline che ne circondano le architetture addolcite al miraggio del sole italiano: la��Allegro, significativamente a�?apertoa�?, rinuncia ben presto allo spirito marciante del Do maggiore per offrire cantabilissimi temi, la��Andante quasi anticipa con il richiamo dei corni e la sua densitA� espressiva pastorali romantiche, il Minuetto festoso ma dalla��incedere compassato, propone al suo centro un malinconico couplet in tonalitA� minore.

Con il senno del poi che negherebbe il tono galante della composizione mozartiana, si potrebbe pensare alle candide innocenze schubertiane, retroterra categoriale per a�?Viatorea�? del lettone Peteris Vasks, classe 1946, punta di diamante tra i compositori da��area baltica resi noti al mondo grazie alla intensa promozione di Gidon Kremer e della sua compagine orchestrale. Azzerati dalle distese gelide dei mari del nord tutti i pudori avanguardisti per tornare alla��uso della forma in funzione della sostanza espressiva, gli archi espongono due contrastanti elementi-spazi sonori, una originaria misteriosa cellula melodica in alternanza-sovrapposizione ad uno spunto ritmico, ossessivo, dichiaratamente minimalista. Ma se solo la prima consente uno sviluppo capace di raggiungere quelle vette di commozione di cui A? capace la��anima slava, sarA� la��altro a chiudere tragicamente il cerchio, nel silenzio del non-luogo e del non-tempo di un viaggio che sempre inutilmente torna al punto di partenza.

Info:
SocietA� Filarmonica di Trento
Tel. 0461.985244 a�� fax 0461.231735
info@filarmonica-trento.it
www.filarmonica-trento.it

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