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Continua l’impegno ‘civile’ dello Spazio Off : dopo il ciclo di quattro film dedicati al tema dei diritti umani in collaborazione con Amnesty International, mercoledA� 29 aprile (ore 21.00) A? in programma un documentario ‘scomodo’, ‘Jenin Jenin‘, di Mohammad Bakri, che vedrA� la partecipazione nel corso della serata dell’attivista trentina Laura Ciaghi, appena tornata da una lunga permanenza nelle aree dei Territori occupati in Medio Oriente.
Jenin Jenin A? stato censurato in Israele e nessuna tv del mondo arabo, a parte la libanese Future, l’ha comprato; ciA? nonostante il film ha vinto il festival di Cartagine 2003. Un grande riconoscimento per un regista che A? stato addirittura arrestato, assieme a sei membri della sua famiglia – nel villaggio di Bina in Galilea, dove essi vivono – con l’accusa di aver collaborato nella preparazione e nell’esecuzione di un attentato kamikaze contro un bus israeliano (come ha scritto su Ha’aretz del 27 agosto il giornalista Uri Ash).
“Come faranno mai gli israeliani a rimediare a tutto questo?” Si chiede un giovane palestinese, mentre si aggira fra le rovine del campo profughi di Jenin (Cisgiordania), teatro di un intervento militare israeliano senza precedenti che si A? protratto per undici giorni – dal 2 al 19 aprile 2002 – e ha lasciato almeno 600 morti sul campo (ma nessuna commissione d’inchiesta nazionale o internazionale A? stata mai autorizzata). “Ci ammazzano i figli e noi ne facciamo altri: c’A? sempre un modo per porre rimedio.. Sono loro i perdenti, davvero“. Chi parla, A? uno dei protagonisti del documentario Jenin Jenin di Mohammad Bakri, cineasta palestinese con passaporto israeliano.
Mohammad Bakri A? nato nel ’53 ad al-Bina, in Galilea, sposato con cinque figli, ed A? quasi abituato alla censura: il suo documentario d’esordio, nel 1995, col digitale 1948 (53′), sulla Nakba, la “catastrofe palestinese”, non A? mai stato mostrato in tv; eppure in tantissimi l’hanno visto. Sulla stessa scia, Jenin Jenin A? stato censurato in Israele.
Ingresso: 2 euro.
