lunedì , 23 Dicembre 2024

Il lato b dell’informazione
UN SENZATETTO NELLE STALLE DEL PALAZZO DELLE ALBERE
Storie di ordinaria sopravvivenza

Fonte: Wikimedia Commons

A metA� strada tra l’Adige e i Tre Portoni non c’A? solo il cimitero di Trento, ma anche quelle che un tempo erano le stalle del Palazzo delle Albere. In uno dei due edifici, ormai diroccati e in disuso, un uomo ha stabilito il proprio domicilio: si tratta di uno dei tanti senzatetto di Trento che, soprattutto d’inverno, cercano riparo dal freddo gelido e pungente. Il “geometra“, come l’hanno amichevolmente soprannominato i dipendenti del Servizio funebre del Comune di Trento, ha trovato casa lA� da una decina d’anni e, a modo suo, A? diventato parte integrante della societA� silenziosa della zona.

Abbiamo scambiato due chiacchiere con chi lo conosce per farci raccontare la strana vita di questa persona “invisibile”. Il geometra infatti raramente si fa vedere di giorno, al limite lo potete trovare che passeggia avanti e indietro per ore e ore sul muretto a lato del cimitero farfugliando qualcosa di incomprensibile.
L’unico ad essersi conquistato la sua fiducia A? don Anselmo, unico altro essere vivente che si puA? avvistare nella zona del cimitero dopo le nove di sera, visto che oltre ad esserne il parroco ne A? anche il custode. Anche se ad essere precisi ad una certa ora la zona antistante il cimitero di Trento A? un bel crocevia di professioni e motori… altro che pace (eterna)!

Comunque, torniamo dal nostro geometra. Questo senzatetto, un uomo di mezz’etA� che invece di parlare biascica parole senza senso, conduce la sua vita lontano dalla frenesia della modernitA� vivendo in un mondo tutto suo, ma parallelo al nostro: la mattina esce di “casa” per sbrigare alcune commissioni, che consistono nell’andare alla ricerca di lumini per farsi luce la sera e costruire i suoi altarini, raccattare carabattole in giro, procurarsi delle riviste – le sue preferite sono quelle scientifiche, non si sa se per le figure colorate e strane o perchA� siamo di fronte ad un genio incompreso; poi la sera rincasa, sistema le sue cose e trascorre la notte in un luogo al coperto un po’ meno “arioso” rispetto alle panchine di Piazza Dante.

Alle volte perA? capita che per rientrare nella stalla-casa il geometra debba affrontare degli impedimenti; piA? volte infatti gli accessi dell’edificio sono stati bloccati, prima chiudendo il cancello d’entrata, poi murando le finestre e ancora in altri modi. CiA? non A? dovuto tanto all’occupazione abusiva di suolo pubblico o storico o altro, ma anche per i rischi che derivano dal dormire in un edificio pericolante e abbandonato a se stesso. Eppure il geometra trova sempre un modo per rientrare, calandosi dal tetto oppure strisciando per un buco rimasto aperto. D’altronde, quali alternative ha?

Questa vicenda di vita di per sA� non ha nulla di eccezionale, non svela a nessuno chissA� quali misteri di Trento. Ma ha il suo piccolo valore anche conoscere la storia di una persona che vive sA� ai margini della societA�, ma che non di meno vi A? compresa. In questi ultimi giorni di freddo, alle porte della primavera, il problema dei senzatetto che cercano di sopravvivere alle rigide temperature della notte ritorna improvvisamente attuale: forse una soluzione magica che accontenti tutti non esiste, ma storie come questa ci ricordano che Trento non A? solo la cittA� del nascente quartiere ex Michelin firmato Renzo Piano

Martina Bridi

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