Affrontiamo spesso il discorso cibo sotto il punto di vista della salute A�e quindi privilegiamo il cibo biologico, auto prodotto, vegetale piuttosto che animale, piA? proteico, piA? crudo, con meno grassi … o dell’etica e quindi coltiviamo la via del vegetarianesimo nelle sue varie forme. Raramente perA? riflettiamo su due aspetti, ovvero che:
- il cibo A? un prodotto dell’ambiente in cui viviamo;
- il cibo A? il risultato di un processo.
1) Il cibo A? un prodotto dell’ambiente in cui viviamo.
Da sempre e fino a non molto tempo fa (con rare eccezioni) l’uomo consumava i suoi prodotti o quelli di altri che provenivano comunque da un ambiente assai prossimo. Prodotti cresciuti in un ambiente che era il medesimo in cui lui stesso era immerso, radicato. Stessa umiditA�, luce e buio, temperatura, influssi vari. L’uomo aveva subito un processo di adattamento al pari della natura che lo circondava. Uomo e ambiente erano un tutt’uno ed in sintonia. Consumare frequentemente cibo che proviene da tutt’altro ambiente incrina questa sintonia. Pensiamo alle banane, all’ananas, al cocco, alla papaia… sono tutti alimenti tropicali che crescono in un clima caldo e umido e devono quindi rinfrescare chi li consuma. Se ci ascoltiamo il nostro corpo ci chiede frutta e verdura fresca in estate ma non durante l’inverno, quando siamo ben piA? attratti da una fumante zuppa, magari con cereali integrali e legumi, cotta a lungo e lentamente. Consumare alimenti che crescono in ambienti molto diversi alla lunga puA? creare dei problemi di salute, dai piA? banali (ma fastidiosi) raffreddori (la parola stessa indica che il corpo si A? raffreddato, ma internamente, non all’esterno!) a problemi ben piA? gravi (secondo la macrobiotica il corpo si indebolisce A�per eccesso di Yin).
2) Il cibo A? il risultato di un processo:
Raramente cogliamo un frutto o una verdura dalla pianta e la consumiamo seduta stante; piA? facilmente qualcuno la coglie per noi. Ma anche a voler ammettere che poco succeda in questo lasso di tempo, una volta giunto nelle nostre mani un alimento si trasforma … in cibo. Ci possono essere pochi o molti passaggi, ma comunque dobbiamo lavare, tagliare, assemblare e spesso cuocere un alimento. Lo stato in cui svolgiamo tutte queste attivitA� non A? ininfluente sul risultato. Possiamo non avvertirlo, certo, ma non trascurare che si verifichi. Cucinare con attenzione ed amore non A? (solo) uno slogan pubblicitario ma un’attivitA� ed un modo di svolgerla che fa bene a noi ed ai nostri familiari, ospiti o clienti. Fa bene a noi perchA� anche cucinare si puA? trasformare in un momento di meditazione; alla fine ci potremo anche sentire un po’ stanchi ma non svuotati (ogni attivitA� svolta con consapevolezza ha un ritorno). Fa bene a chi assaggia perchA� A? come un seme che racchiude in sA� energia positiva di cui potremo beneficiare appieno se ci metteremo in uno stato ricettivo dedicandoci il tempo necessario ed uno stato d’animo sereno. Anche mangiare A? un processo. Allora il cibo diventa nutrimento per tutto il nostro essere.
Auguro a tutti un buon San Valentino e se oggi cucinate fatelo veramente con amore!