Trento – “I nostri educatori devono andare in ferie, pertanto il bambino non potrA� rivedere i suoi genitori e rimarrA� in comunitA�“.
Una situazione a dir poco “imbarazzante”, quella in cui si A? trovato l’avvocato Francesco Miraglia del Foro di Modena, legale del piccolo Sandro (nome di fantasia) di 11 anni, che nei giorni scorsi si A? sentito rispondere in questo modo dai Servizi sociali di Trento dopo che il provvedimento era stato stabilito dal Tribunale per i Minorenni di Trento, organo competente in materia e le cui decisioni non sono confutabili.
L’avvocato Francesco Miraglia: “Un fatto inspiegabile e che puA? essere punito penalmente”. Il consigliere comunale e delegato Adiantum, GabriellaA�MaffiolettiA�ha presentato un’interrogazione sulla vicenda mentreA�il consigliere provinciale Bruno Firmani ne sta preparando una affinchA� venga fatta chiarezza.
Un no deciso che ha portato il legale, specializzato in Diritto di Famiglia e Diritto penale – a far notare agli interessati come questo provvedimento andasse contro la legge:
in riferimento alla citata istanza, come giA� preannunciato al servizio sociale, non sono assolutamente d’accordo, in quanto A? stato emesso un decreto e bisogna pretendere la sua totale applicazione. Eventuali problemi di organizzazione o quant’altro poco interessano al minore “fuori” dalla propria famiglia da quasi tre anni.
Ma vediamo di chiarire la vicenda. Sandro, un bambino di Trento, vive da quasi tre anni in una casa famiglia collocata sul territorio. Verso la fine di marzo il servizio sociale che si occupa del bambino chiede una proroga affinchA� il minorenne rimanga ancora nella struttura fino a quando il consulente tecnico d’ufficio, che svolge la funzione di ausiliario del giudice, non stabilisca le condizioni psicologiche del minorenne e le capacitA� dei genitori di occuparsi di lui.
In una relazione precedente, risalente all’aprile 2012, lo stesso ente aveva formulato un parere negativo sul rientro definitivo del bambino in famiglia in quanto, a suo giudizio, il rapporto di Sandro con uno dei genitori, continuava a dimostrarsi critico e le altre figure che componevano la famiglia non sembravano potersi prendere cura, in modo adeguato, di quest’ultimo. Proponevano quindi che gli stessi genitori intraprendessero un percorso terapeutico personale, che per il minore venisse disposto un sostegno di tipo psicologico e infine che il bambino potesse, sotto la supervisione di un educatore, rientrare in famiglia in giorni e orari stabiliti”.
Disposizioni che, tranne per il rientro, erano state seguite. All’inizio del mese di maggio, il Tribunale per i Minorenni aveva disposto che il bambino potesse vedere i genitori.
Il problema A? nato quando – spiega l’avvocato Miraglia – quando dalle carte si A? dovuti passare ai fatti. I servizi sociali mi hanno comunicato che per la prima settimana prevista per il rientro di Sandro in famiglia era presente un educatore. Poi per le due settimane successive il servizio non sarebbe stato effettuato in quanto il personale doveva prendere ferie.
Lo scorso 4 giugno, il Tribunale per i Minorenni di Trento, presieduto dalla dott.ssa Gattiboni, ha dato ragione all’avvocato Miraglia ribadendo e quindi disponendo “che l’avvio della fase di sperimentazione dei rientri settimanali pomeridiani del minore a casa dei genitori avvenga a partire dal mese di giugno corrente”. Un richiamo che speriamo venga finalmente accolto dai Servizi sociali per il bene del piccolo Sandro.
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