MercoledA� 24 ottobre a Trento presso la Sala SocietA� Filarmonica a�� ore 20.45 si esibirA� in concerto il Duo Sitkovetsky, formato da Alexander Sitkovetsky, violino e Wu Qian, pianoforte.
L.v. Beethoven
(1770-1827)
Sonata n. 3 op. 12 in Mi bem. magg.
Allegro con spirito a�� Adagio con molta espressione a�� RondA?
R. Schumann
(1810-1856)
Sonata n. 1 op. 5 in La min.
Mit Leidenschaftlichem Ausdruck a�� Allegretto a�� Lebhaft
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C. Franck
(1822-1890)
Sonata in La magg. per violino e pianoforte
Allegretto moderato a�� Allegro a�� Recitativo fantasia a�� Allegretto poco mosso
A. Schnittke
(1934-1998)
Suite in old style
Pastorale, Ballet, Minuet,Fugue, Pantomime
Alexander Sitkovetsky e Wu Qian suonano insieme da una decina da��anni. Hanno tenuto recital in Duo in varie stagioni concertistiche in Germania, Italia, Estonia, alla Wigmore Hall di Londra e per altre societA� concertistiche inglesi, ma pure a New York. Entrambi i musicisti coniugano la��attivitA� cameristica con una importante carriera solistica.
Sullo sfondo di uno stile spiccatamente concertistico, la Sonata n. 3 op. 12 per violino e pianoforte di Ludwig van Beethoven si apre migrando dalla morbidezza quasi romantica degli arpeggi pianistici verso atmosfere dal piglio deciso, con incastri da��agilitA� tra i due strumenti. Il tempo lento a�?con molta espressionea�? esordisce alla��insegna di un melodizzare sospeso tra stile galante ed empfindsam, tosto abbandonato o meglio sviluppato in una direzione tipicamente beethoveniana, massiccia e intensamente dolorosa, giungendo alla contrastata dinamica finale tra fortissimo e pianissimo. Brio tutto haydniano individua invece il conclusivo a�?liberatorio a�? RondA? in cui il virtuosismo (da taluni considerato non privo di una certa maniera) ritorna la��entusiasta vitalitA� della��a�?eroicoa�? compositore di Bonn.
Un tema cullante che si contorce in semitoni per poi lanciarsi in vigorosi quanto improvvisi scarti ritmici, mentre al pianoforte spettano figure liquide del non-tempo: la��a�?appassionata espressionea�? scivola pericolosamente verso la��estetica umorale e schizofrenica della��emozione romantica, a breve a�� al 1851 risale la scrittura della��opera, al 1854 il ricovero nel manicomio di Endenich a�� per Robert Schumann, tristemente realistica. Meno drammatici, i restanti due movimenti alternano candori di marca schubertiana a�� le bonarie melodie della��Allegretto a�� a nervose inquietudini, in cui il violino si rende complice di rimandi a pianistiche farfalle, per chiudere con la densitA� di un finale di spessore quasi sinfonico.
Forte di un richiamo letterario importante a�� sotto forma di quella sonata di Vinteuil che appare e riappare nella proustiana Recherche a�� la Sonata in La maggiore di Cesar Franck si snoda attraverso i tradizionali quattro movimenti previsti dal contenitore formale, ma riconsiderati alla luce di un breve tema ciclico che funge da elemento generatore della��intero percorso, producendo la sensazione di una compiuta unitarietA� strutturale, sia pure segmentata dalle diverse caratteristiche espressive dei singoli tempi: il breve Allegro moderato, segnato dalla��implorazione di un secondo tema esibito dal pianoforte, la��appassionatamente romantico Allegro successivo, il Recitativo che abbandona qualsiasi costrizione per il lirismo totalizzante, il movimento conclusivo, un RondA? alla francese dal refrain dolcemente melodico, ma chiuso alla��insegna della brillantezza.
A testimoniare il novecentesco leit-motiv a�?neoclassicoa�? alla��insegna della��affetto verso il a�?distaccatoa�? Settecento giunge la Suite (quasi sonata) in Old Style, composta nel 1972 da Alfred Schnittke nel piA? delizioso (e tonale) stile rococA?: strawinskiani pulcinella tornano a cantare e danzare al ritmo di arcadiche pastorali, di balletti, pantomime e minuetti appena intercalati dalla��aereo stile imitativo di una piccola fuga.