MercoledA� 20 febbraio a Trento concerto presso la Sala SocietA� Filarmonica a�� ore 20.45.
J.S. Bach
(1685-1750)
Concerto in la min. BWV 1041
Allegro moderato – Andante – Allegro assai
J.Ch.F. Bach
(1732-1795)
Sinfonia in re min.
J.S. Bach
Concerto in re min. BWV 1043 (2do violino: Emilio Percan)
Vivace – Largo ma non tanto – Allegro
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W.F. Bach
(1710-1784)
Sinfonia in Fa magg. F. 67
Vivace – Andante – Allegro – Menuetto I – Menuetto II
J.S. Bach
Concerto in Mi magg. BWV 1042
Allegro – Adagio – Allegro assai
Viktoria Mullova, violino
Emilio Percan, 2do violino
La��Arte del Mondo, orchestra
Werner Ehrhardt, direttore
Viktoria Mullova e nata nel 1959 a Mosca dove ha studiato alla Scuola Centrale di Musica e in seguito al Conservatorio. Si A? quindi imposta alla��attenzione internazionale vincendo il Concorso Sibelius di Helsinki e la Medaglia da��oro al Concorso Ciaikovskij. La sua brillante carriera la��ha portata a esibirsi con le piA? grandi orchestre e direttori quali Claudio Abbado, Seiji Ozawa, Gardiner e Sawallisch, ospite dei maggiori festival e sale da concerto in Europa, Stati Uniti e in Estremo Oriente.
La curiositA� di Viktoria Mullova fa si che ella abbia esplorato, ed esplori, tutto il repertorio per violino, dal barocco alla musica contemporanea, dalla world fusion alla musica sperimentale. Interessata alla prassi esecutiva su strumenti originali, collabora con complessi quali Venice Baroque, Il Giardino Armonico e la��Orchestre Revolutionnaire et Romantique. In recital suona stabilmente con Katia Labeque e il clavicembalista Ottavio Dantone. Suona lo Stradivari a�?Julius Falka�? del 1723 e un Guadagnini.
La��Orchestra L’Arte del Mondo, fondata nel 2004 da Werner Ehrhardt, si inserisce nella tradizione della cosiddetta musica antica, anche se la��ensemble si A? prescritta allo stesso tempo di lavorare su moderni strumenti e repertori fino al Romanticismo. A breve distanza dalla sua fondazione, la��ensemble A? stata invitata a famosi festival, dalla Konzerthaus di Berlino sino al CitA� de la Musique di Parigi. Con La��Arte del Mondo si esibiscono solisti ospiti come Daniel Hope, Viktoria Mullova, Chen Reiss, Uri Caine.
Originario di Colonia il direttore Werner Ehrhardt A? ospite stabile sui palcoscenici internazionali. Dal 1985 fino al 2005 ha diretto la Kammerorchester Concerto KA�ln e lavorato con artisti quali Barbara Hendricks, Eva Mei, Andreas Scholl, Olli Mustonen incidendo oltre quaranta Cd.
Scritti presumibilmente a Kothen attorno al 1720 e destinati al primo violino della��orchestra di corte, Joseph Spiess, i celebri concerti BWV 1041, 1042 e 1043, costituiscono una silloge sintetica dello stile concertistico adottato dal compositore di Eisenach raccogliendo ed elaborando le ineludibili suggestioni dei maestri italiani, Vivaldi in primis. Una scrittura lagunare per la stringatezza ritmica dei motivi conduttori negli Allegri o per la cantabilitA� malinconica degli Adagi, asciugata tuttavia negli spunti fantasiosamente anarchici dalla severitA� del pensiero contrappuntistico tedesco e luterano.
Cominciando col ripensare le funzioni del “Tutti” e del “Solo” nei movimenti esterni, qui conversazioni in cui i ruoli si intrecciano secondo un principio di condensazione piuttosto che di alternanza, in un percorso motivato dal sapiente processo armonico. Nel Concerto BWV 1041, proprio la tonalitA� minore impone, nel movimento da��apertura, una severa regolaritA� di scrittura ritmica e melodica sopra un unico motivo, confermata dalla solenne figura del basso nella��Adagio, che il violino, dominatore, stempera in dolci andamenti in terzine, allargandosi in figurazioni ornamentali provenienti dalla libertA� del recitativo. Si chiude con la pura motricitA� di un tempo di Giga, terreno ideale per la��intelligente compromesso tra galanterie danzanti e intreccio polifonico.
Volendo adottare la��idea di una coppia antitetica di concerti, il BWV 1042 in Mi maggiore esordisce, per contro, alla luce di una intensa varietA� da��atteggiamenti, cominciando dai tre elementi tematici scambiati tra solista ed orchestra, proseguendo con la brillante figura ornamentale del violino, con il sensitivo passaggio alla tonalitA� minore e con una a�?teatralea�? struttura di a�?aria col da capoa�?. Dopo un Adagio anche qui segnato da una figura melodica ripetitiva del basso, ad accompagnare le circonvoluzioni melodiche del solista, lo scattante Finale con i suoi 5 ritornelli che circondano 4 a�?solia�? ritorna alla��ovile della piA? matematica simmetria.
Scrittura imitativa per eccellenza a�� il canone a�� e integrazione dei solisti nella��orchestra sono le caratteristiche distintive del Concerto BWV 1043, con la sua celebre a�?Sicilianaa�? centrale, movimento di danza che per Bach assume valenze spirituali: sul tappeto del continuo orchestrale, i due violini espongono ed esplorano in modo assolutamente paritetico un motivo ampio e cantabile, di magnifico impatto espressivo.
Talis pater, talis filius: nel caso della dinastia musicale dei Bach il proverbio si vanifica, dimostrando qui non solo il gap generazionale, ma pure la a�?solitudinea�? di un padre non al passo con i tempi: la Sinfonia in Fa maggiore di Wilhelm Friedemann Bach, il primogenito di Johann Sebastian, nato nel 1710, si muove ancora nel pieno gusto barocco, ma piuttosto che al genitore si rivolge alle solaritA� dello stile orchestrale di Haendel, mentre la pagina di Johann Cristoph Friedrich, nato nel 1732, respira ritmi, melodie e costruzione del sinfonismo haydniano, con un quid di turbamento, che piace immaginare alle soglie dello Sturm und Drang.
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