La Fondazione Galleria Civica, Centro di Ricerca sulla ContemporaneitA� di Trento nella��ambito della mostra Civica 1989-2009. Celebration, Institution, Critique A? lieta di presentare la mostra personale di Rossella Biscotti (Molfetta, Bari, 1978).
La mostra rientra, dopo quelle dedicate a Giorgio Andreotta CalA? e Meris Angioletti, nel ciclo riservato presso lo spazio seminterrato
della Fondazione ad alcuni fra i migliori artisti italiani della��ultima generazione. Questo ciclo di mostre, riservato agli artisti emergenti, ha ricevuto il sostengo di Fondazione Cassa Rurale di Trento.
Attraverso il suo lavoro, Rossella Biscotti esplora lo scostamento tra la storia e la sua interpretazione ufficiale, fra la��esperienza e il ricordo, la ricreazione della��esperienza attraverso la memoria e il racconto. Si
interroga quindi sulla��idea del tempo (quello storico, quello reale, quello immaginario), utilizzando la��estetica del cinema, in particolar modo quella del documentario, per rafforzare le connessioni tra tutti questi diversi
riferimenti. La��artista si concentra su storie e personaggi reali, attingendo a materiali da��archivio, come filmati e fotografie, per la loro capacitA� di offrire visioni o interpretazioni soggettive della realtA�.
Le opere di Biscotti denunciano una impossibilitA� di stabilire una linearitA� e univocitA� nella ricostruzione della a�?storiaa�?, se non nella fase finale del processo creativo, quando le immagini vengono interpretate, decodificate e condivise dalla��artista con il pubblico.
Rossella Biscotti ha realizzato appositamente per la Fondazione a�?168 sezioni di un cervello umanoa�?, un progetto che riflette sulla percezione, sul ricordo e sulla ri-attivazione di eventi passati, legati in questo caso
alla Seconda Guerra Mondiale. a�?168 sezioni di un cervello umanoa�? si compone di un film in 16mm monocromo composto da diverse tonalitA� di giallo, corredato da sottotitoli per la narrazione audio. Una voce
debole, spesso spezzata, fragile, racconta storie contorte, confuse; il progressivo inserimento della voce di un medico fuori campo,A� contestualizza a poco a poco lo scenario e ne configura la trama: siamo in Olanda, negli anni a��80, nello studio del medico Jan Bastiaans che durante le sedute psicoanalitiche usava il Pentothal come cura per i pazienti traumatizzati dalla Seconda Guerra Mondiale. Nel film, i dettagli
frammentari dei racconti dei pazienti di Bastiaans ricompongono uno scenario collettivo, fatto di continui slittamenti tra tre tempi: quello presente della mostra, che coincide con la fruizione della��opera da parte del
pubblico; quello delle sedute psicanalitiche ascoltate nel film, avvenute negli anni a��80; quello infine della Seconda Guerra Mondiale, a cui si riferiscono i tramatici racconti dei pazienti. La sovrapposizione di questi
eventi e tempi ricompone uno scenario collettivo, quello della Storia, che, pur se composto di infinite storie personali, appartiene a tutti.
La serie di fotografie in bianco e nero, presentate in mostra insieme al film, si riferisce invece a uno tra i primi esempi storici di riproduzione fotografica di sezioni di cervello umano, nella��ambito di un progetto scientifico messo a punto dallo psicanalista olandese Gerbrandus Jelgersma intorno al 1908, che aveva il fine di utilizzarle a sostegno della terapia psichiatrica e che la��artista ha reperito durante le sue ricerche. Con queste immagini, si pone la��attenzione sulla��evoluzione delle modalitA� rappresentative che, in ambito artistico e scientifico, ha segnato una evoluzione radicale in entrambi i campi a�� arte e scienza a�� intorno alla fine della��800. Se infatti nella��arte il passaggio dalla rappresentazione pittorica e disegnativa a quella
fotografica ha aperto nuove riflessioni sulla effettiva necessitA� per gli artisti di riprodurre fedelmente la realtA�, nella scienza il mezzo fotografico ha invece assicurato, con la sua precisione, un decisivo progresso, in cui la fedeltA� alla realtA� ha costituito un fondamentale contributo alla ricerca scientifica moderna.
Date mostra: 23 gennaio a�� 28 febbraio 2010
Ingresso gratuito.