Proseguono gli appuntamenti teatrali sui palcoscenici della nostra provincia alla��interno del Circuito Teatrale Trentino: a Riva del Garda, Borgo Valsugana, Ledro, Romeno, Spiazzo.
Teatrincorso Spazio 14
AMARE FOGLIE
regia e drammaturgia di Elena R. Marino
con Carlo Bernard, Tiziano Chiogna, Lara Finadri, Silvia Furlan, Irma Griso, Giorgio Guzzetta, Giovanni Paternoster, Elisa Pinna
RIVA DEL GARDA a�� venerdA� 21 febbraio 2014 a�� Palazzo dei Congressi a�� ore 21.00
Nato da una ricerca su documenti e vive testimonianze, lo spettacolo ricostruisce la memoria di un periodo e di una��attivitA� che hanno profondamente segnato la Vallagarina e nello specifico la zona di Mori, quelli della coltivazione e della preparazione del tabacco. Legato ad antiche tradizioni locali, questo lavoro vedeva impiegata nelle a�?maserea�? soprattutto manodopera femminile: le tabacchine. Diversamente dalle vicende delle tabacchine al sud da��Italia, la storia delle tabacchine del Trentino e della zona di Mori risulta peculiare e paradigmatica allo stesso tempo: dagli anni a��20 e a��30, fino al termine degli anni a��60, attraverso le storie delle tabacchine di Mori si possono leggere capitoli importanti della storia del lavoro e delle condizioni dei lavoratori in Italia, ma anche di quella forma di passaggio tra lavoro agricolo e lavoro industriale che A? stata rappresentata dalle a�?maserea�?.
La��immigrazione stagionale delle tabacchine provenienti da PA?sina e dal vicentino, le dure condizioni di lavoro, la mancanza di tutela del lavoro femminile, la controversa, quasi impossibile conquista di consapevolezza sindacale, la difficile posizione dei a�?maseradoria�?, stretti fra i rischi da��impresa e la corruzione di un settore che portA? allo scandalo e al processo che vide coinvolti addirittura il direttore del Monopolio Cova, il Ministro delle Finanze Trabucchi e il senatore-tabacchicoltore De Martinoa��
Infine la posizione di debolezza del tabacchicoltori trentini che, dopo la��avventura della coltivazione del sotto-garza (una particolare tipologia di tabacco che richiedeva una modalitA� di coltivazione in vivai, o semenzai, con le piantine di tabacco parzialmente coperte dai caratteristici teli di garza), vennero messi in ginocchio dalla politica dei prezzi del Monopolio e dalla��arrivo delle fabbriche, verso le quali defluirono le lavoratrici del tabacco alla ricerca di migliori condizioni di lavoro e di vitaa�� Tutto questo A? il materiale vivo che lo spettacolo porta in scena, lasciando che i protagonisti dicano le loro ragioni, raccontino la loro storia, ripercorrano i loro ricordi, conducendo il pubblico, fra un sorriso e una riflessione, dalla contemporaneitA� al passato e poi di nuovo ai nostri giorni, per recuperare il senso forte di una memoria che A? sempre anche interrogazione su quanto stiamo vivendo nel presente.
Compagnia Tre Milioni
SIOR TODERO BRONTOLON
commedia veneziana in prosa di Carlo Goldoni
con Lucio Zuliani, Alberto Fulgaro, Rosa Piccoli, Giorgia Esposito Fabris, Moreno Favaro, Marius Freschi, Elisa Paladin, Annachiara Pavan, Giovanni Bariviera, Riccardo Santin
regia di Antonio Sartor
BORGO VALSUGANA a�� sabato 22 febbraio 2014 a�� Teatro del Centro Scolastico a�� ore 20.45
Fu rappresentata con pieno successo al teatro San Luca nel gennaio del 1762, qualche mese prima del definitivo trasferimento a Parigi dell’autore. Todero A? l’indiscusso “patron” di una famiglia rigidamente patriarcale, in cui tutti devono dipendere dal piA? anziano: il figlio imbelle Pellegrin, la nuora battagliera Marcolina, la timida “nezzaa�? Zanetta, il suo fattore Desiderio col figlio Nicoletto, il vecchio servo Gregorio e la cameriera Cecilia. Ma ecco la novitA�: arriva la vedova Fortunata a chiedere la mano di Zanetta per il cugino Meneghetto. Todero ha perA? in progetto di “sistemare” Zanetta con Nicoletto, soprattutto perchA� cosA� la “dota” rimarrA� in casa. Ma…..
La Piccionaia a�� I Carrara Teatro Stabile di Innovazione
CIRANOa�� E IL SUO INVADENTE NASO
da a�?Cyrano de Bergeraca�? di E. Rostand
con Marco Artusi, Evarossella Biolo, Matteo Cremon, Gianluigi (Igi) Meggiorin, Beatrice Niero, Francesca Botti
Drammaturgia e regia Ketti Grunchi
Consulenza artistica Carlo Presotto e Maril Van Den Broeck
LEDRO a�� sabato 22 febbraio 2014 a�� Centro Culturale Locca di Concei a�� ore 21.00
Rimatore, spadaccino, musicista.
Esagerato, ironico, travolgente, idealista.
Nemico di qualsiasi ipocrisia e bassezza umana
Coraggioso, arde per amore e soffre per il suo invadente naso.
Cyrano A? ode a tutti i diversi.
Cyrano A? un acrobata della parola, amante appassionato della libertA�.
Cyrano ha il naso di un clown e la��animo di un poeta.
La sua storia ha risvolti dal sapore a volte comico, altre volte tristea��
Imprudente in amore come in guerra, ama la poesia e le parole, e con quelle combatte, fino alla morte.
A? un funambolo del verso, si batte per testimoniare la vera, profonda libertA� della poesia.
Cyrano non ha paura ad affrontare i ricchi, i potenti, gli egoisti, i mentitoria�� e la stupiditA�.
Ea�� puro come lo sono i bambini. O i grandi con il cuore rimasto bambino.
Per questo racconteremo la storia di Cyrano con le parole del bambino piA? vecchio del mondo: il clown, il trickster, il lunatico che da centinaia di anni ha il cuore gonfio di poesia e di stupore, ardorea�� coraggio e amori impossibili.
Cyrano A? un cavaliere coraggioso.
Cade, si rialza, tenta imprese impossibili, si arroventa di collera o si innamora perdutamente nel giro di pochi secondi. E da tempo immemore nasconde dietro il suo grande naso piccole e grandi bugiea��
Dopo la felice esperienza di a�?Sogno di una notte di mezza estatea�?, un gruppo di 5 attori di poliedrica esperienza, guidati da Ketti Grunchi e Carlo Presotto presentano una storia delicata, dai tratti comici e allo stesso tempo profondi. Uno spettacolo ricco di energia, poesia. Un teatro ingenuo che intende rivolgersi ad un pubblico molto vasto, eterogeneo e composito. Amore, poesia, diversitA�, passione per la libertA�. Ingredienti vecchi come il mondo raccontati da un personaggio amato da molti, in una storia dal taglio originale e accattivante.
Teatro Libero
IO, LUDWIG VAN BEETHOVEN
La musica, la fanciulla, la bellezza e la��istante solenne della morte
progetto e regia di Corrado da��Elia
con Corrado da��Elia
ROMENO a�� sabato 22 febbraio 2014 a�� Teatro Parrocchiale a�� ore 21.00
Ludwig Van Beethoven fu uno dei piA? grandi geni musicali mai esistiti.
Non si puA? comprendere il genio con occhi normali, non rientra in nessuna categoria e la sua complessitA� non si puA? afferrare.
Indagarne la vita, vuol dire accostarsi ad altezze umanamente insolite, rubarne per un istante la grandezza e la follia per raggiungere ebrezze ed emozioni insperate.
CosA�, partendo da una passione antica, ci accostiamo a Beethoven con emozione per indagarne non solo i tanti misteri, la sorditA�, i rapporti col padre e con il suo tempo, il suo talento, gli amori, profondi e contrastati, le sue durezze, ma soprattutto la sua musica… la sua musica immortale.
E quella Nona Sinfonia, quei quattro movimenti cosA� conosciuti e amati che hanno cambiato la storia della musica per sempre.
PerchA� Beethoven aspettA? dieci anni per comporre la Nona? Avendo la musica giA� in testa…. Cosa successe in quei dieci anni? Cosa cambiA? nel mondo che lo circondava e cosa successe dentro di lui e soprattutto, come si preparA? alla serata della prima rappresentazione, a Vienna, il 7 maggio del 1824?
Ci vuole tempo per raccontare la bellezza.
Chiudiamo gli occhi ed ascolteremo come mai abbiamo fatto prima.
Compagnia Gank co-prodotto con il Teatro Stabile di Genova
DON GIOVANNI
di MoliA?re
traduzione di Cesare Garboli
con Antonio Zavatteri, Alberto Giusta, Massimo Brizi, Alessia Falini, Mariella Speranza – Alex Sassatelli
regia di Antonio Zavatteri
SPIAZZO a�� sabato 22 febbraio 2014 a�� Teatro Parrocchiale a�� ore 21.00
Don Giovanni di MoliA?re A? un opera sublime e strana sotto molti punti di vista, A? una commedia atipica rispetto alla vasta produzione del commediografo francese: ha una trama poco lineare, dei personaggi incredibilmente distanti fra loro, nei caratteri e nella��appartenenza sociale, e forse si potrebbe definire la piA? Shakespeariana fra le sue creazioni.
Questa libertA� creativa apparentemente caotica, forse dovuta ad una fretta compositiva da parte della��autore, e le a�?psicologiea�? ma soprattutto le azioni dei suoi proverbiali protagonisti, regalano a questa commedia un fascino senza paragoni.
In passato abbiamo messo in scena Anfitrione di MoliA?re, che con Don Giovanni condivide, oltre alle molteplici versioni teatrali, un rapporto molto particolare con gli dei. Mentre Anfitrione A? vittima della��arroganza di Giove e Mercurio, Don Giovanni si pone in completo conflitto con Dio e con la morale. Questo conflitto A? scelto, affermato con forza in contrasto con il pensiero comune e conformista di Sganarello e degli altri a�?compagnia�? di scena, e questa scelta rende il protagonista della commedia un essere intellettualmente non comune.
Questa ricerca forsennata di a�?pensiero liberoa�? lo schiaccerA� e lo caccerA� dritto alla��inferno in modo meravigliosamente e sorprendentemente repentino.
Il nostro Don Giovanni asseconderA� una struttura bizzarra in cui commedia e tragedia si succedono senza preavvisi, con un succedersi di luoghi e spazi che nulla hanno a che fare con il naturalismo, una vicenda in cui statue prendono vita e si vendicano.
Con un testo del genere non possiamo far altro che creare un gioco meta-teatrale in cui gli attori e lo spazio si trasformino senza soluzione di continuitA�. Uno spettacolo in cui prevale la��evocazione rispetto ad una ricerca di realismo scenico che non riteniamo adatto alla commedia nA� alla nostra compagnia.
ANTONIO ZAVATTERI