Il programma della Bookique dal 16 al 18 aprile 2014
Mercoledi 16 Aprile, ore 18-24
Sonoverde presenta: SPRING PARADE CASINO MERAVIGLIA
La��ecoportafoglio A? una scusa per spezzare la primavera e godersi una serata di musica, bolle di sapone, colore dentro e sulla pelle. E poi giochi, danzerine, aquiloni, premiazioni e lanternea�� Buttati nel turbillone! Tutti sono invitati!!
Venerdi 18 Aprile, ore 21.30
L’OFFICINA DELLA CAMOMILLA live @ bookique
Arriva alla Bookique il gruppo piA? lo-fi d’Italia, L’Officina della Camomilla, che tra cantilene stralunate e pensieri surreali, A? quanto di piA? unico si possa trovare al momento nell’indie contemporaneo.
Attivi dal 2009 e con centinaia di migliaia di click su youtube, piA? di cento canzoni, molti cambi di formazione ed lunghissimi tour in tutta Italia, il gruppo che ruota intorno al giovanissimo Francesco e il polistrumentista Claudio ha esordito nel 2013 con Garrincha Dischi con l’album “Senontipiacefalostesso” e da poco invece pubblicato l’EP “Squatter”, su cui A? centrato appunto lo Squatter Tour di passaggio per la Bookique. Le canzoni dell’Officina sono istantanee feroci atte a formare un quadro piA? ampio, una tavolozza su cui i nostri riversano colori pastello e riflessioni a trecentosessanta gradi, senza retoriche tronfie o velleitA� di giudizi universali.
I brani prendono vita da appunti di appunti, frammenti di ricordi, allucinazioni modellate, cieli nuvolosi, da ogni piccola sensazione che affiora sottopelle. CosA� i protagonisti dei brani nascono e si muovono nella periferia poichA? A? la finestra da cui L’Officina Della Camomilla guarda il mondo, si trovasse anche nel centro di Milano.
Personaggi veri e immaginari insieme, che non hanno paura di raccontare o di essere raccontati, pedalando in bicicletta prima tra le macchine e poi tra gli alberi, in mezzo a tekno-raver, kebabbari e bar di cinesi. Figure che si incontrano e scivolano veloci come i paesaggi attraverso i finestroni di un tram, le storie di Dora, di Lucilla, Agata e Mohamed, di Moreno, di ragazzi non meglio definiti e quindi di persone che in fondo potremmo essere (stati) noi. Strumenti giocattolo e tastierine mischiate al clapping, chitarre distorte A� la Libertines dei tempi d’oro, favole cattive dove esplodono le scuole e i panifici figlie dell’alienazione nei non-luoghi e per i lavori sempre piA? improbabili, giocate su accenni di ninnenanne per non dormire, come direbbe il mai troppo compianto Pier Vittorio Tondelli. E poi, le fascinazioni per l’uptempo e per il pop piA? zuccherino, quello che fa innamorare, fatto per celebrare in posti improbabili i ritorni piA? attesi.
L’Officina della Camomilla divide la critica tra chi vede un’operazione “underground” creata ad hoc, priva di spessore musicale, e chi invece ritiene il gruppo capace di infiltrarsi e parlare ad una generazione sempre piA? impalpabile e silenziosa. Di fatto A? innegabile che la costruzione di un pubblico di followers senza l’appoggio del mainstream musicale e radiofonico A? operazione difficile da farsi e qualcosa di buono deve nascondere.
L’Officina A? riuscita finora nell’opera senza snaturarsi, ma evolvendo lungo una linea di esplorazione sempre piA? fitta ed estrema di ciA? che A? la vita giovanile oggi, di ciA? che A? la musica del nostro tempo, di ciA? che A? la poesia. Schitarrate noise e tastierine dolciastre, infanzie negate e ricordate, incazzature verso non si sa chi purtroppo, versi come “la mia ragazza A? la solitudine” o “ti ho chiamata senza sapere il tuo nome”: qualcuno parla di postmusic, qualcuno etichetta come lo-fi, l’aspetto politico di tutto ciA? forse A? la consapevole volontA� del gruppo di non forsi catalogare, di sfuggire facendosi cogliere solo in un’istantanea, come “un fiore per coltello”, e morire trasformando l’istante dannato in un lascito di speranza.
Ingresso 4 euri