Basta chiedere, su un social network, a�?qual A? la��etA� giusta per dare in mano a un figlio un cellulare e subito si scatena il dibattito:
ci sono le mamme eco, che il cellulare non lo vogliono fino ai 18 anni perchA� fa male;
ci sono le mamme 2.0 che considerano i telefonini come dei figli (fortunatamente non i figli come telefonini) e desiderano abbinare le 2 cose il prima possibile.
In mezzo ci sono gli altri, i a�?Si sono favorevole, se….a�? i a�?No, no sono contraria, ma…a�? i a�?Non so se sono favorevole ma tanto glielo ha regalato la nonna al compleanno e quindi…a�?.
Ma esiste una��etA� giusta? a�?La��etA� giusta A? quando inizia ad andare in giro da solo, per sicurezzaa�?, ok, ma dove dovranno mai da andare questi figli in etA� preadolescienziale che a�?per sicurezzaa�? hanno bisogno di un cellulare? Ho visioni di una Gaia poco piA? grande di ora, a zonzo per la cittA� in losche zone buie e poco trafficate… no, non regge. Non so quando i miei figli usciranno a�?da solia�? ma so per certo che andranno in zone luminose e popolate, dove, in caso di problemi, basta lanciare un urlo.
Sono partita chiedendomi a�?qual A? la��etA� giusta per avere un cellulare?a�? per arrivare a chiedermi a�?qual A? la��etA� giusta per uscire da solo?a�?
Ma lo vedo solo io il lato comico della cosa? Abbiamo paura a far uscire i nostri figli, diamo loro un cellulare per stare tranquilli, mentre quelli di cui bisognerebbe aver paura, spesso non si nascondono per strada ma si nascondono in casa dietro a un computer.
PerchA� abbiamo paura a lasciare un ragazzino in un posto pieno di gente e non abbiamo paura a lasciarlo da solo davanti a uno schermo?
Questa divagazione di pensieri A? nata da una notizia appresa sul web: Janell Burley Hofmann, blogger/tecno-mamma di un tredicenne, ha regalato al suo pupillo un iPhone per Natale. No anzi ha dato in a�?comodato da��usoa�? un iPhone, come ha spiegato a lui (e a tutti i lettori del suo blog http://www.janellburleyhofmann.com/gregorys-iphone-contract/) in un dettagliato contratto suddiviso in 18 punti.
Gregory, il figlio, per non vedersi portar via il tanto desiderato telefono, non dovrA� dimenticare che la proprietA� del suddetto oggetto A? della sua genitrice (da��altra parte lo ha pagato lei), non dovrA� usarlo per nuocere a nessuno ne per far foto di cui (lui o altri) possano vergognarsi. Non dovrA� usarlo in determinati orari e non dovrA� perderlo o romperlo, pena il pagamento coatto della��intero ammontare del danno.
Janell specifica che questa A? una lezione di vita, ma io mi chiedo: non era meglio portarlo in campeggio?
Cosa ne penso io? Che chiudo gli occhi, mi tappo le orecchie e aspetto qualche anno per pormi il problema.
Belle domande che poni Stefy… mi sa che per un po’ farò anche io come gli struzzi e metterò la testa sotto terra, ma nel frattempo mia figlia la porto in campeggio e le insegno che giocare in un prato, dormire in una tenda, vedere posti nuovi è appagante…per il telefonino…beh abbiamo tutta una vita davanti…a 4 anni è davvero troppo presto!
Credo che la motivazione offerta dalla sig jannel faccia un poco acqua.una attività educativa minima di un genitore degno di tale titolo, prevede già in età più tenera l’insegnamento del senso di responsabilità oltre al valore delle cose.io sarò esagerata, ma quando Sonia ha rotto il porta mollette, quel giorno ha saltato il giro in giostra per ricomprarlo.per niente traumatico e ben accetto da parte sua.