GiovedA� 10 dicembre all’Alzheimer CaffA? a Trento, la presentazioneA�a�?TA�ESSERE MEMORIAa�?
Secondo il World Alzheimer Report 2015 sono oltre 46 milioni le persone affette da demenza senile nel mondo con un incremento annuo di oltre 9,9 milioni di nuovi casi. Fra questi laA�malattia di Alzheimer colpisce sempre piA? persone. E anche in Trentino si stima che leA�persone con questa patologia degenerativa siano circa 7.000 con piA? di 600 casiA�diagnosticati ogni anno. La complessitA� del problema A? ben presente all’Azienda PubblicaA�di Servizi alla Persona Margherita Grazioli di Povo che da tempo ha messo in atto azioni eA�iniziative per contrastare con metodi non farmacologici il decorso di questa malattia.
L’ultimo progetto in ordine di tempo A? a�?TA�Essere Memoriaa�?, realizzato in collaborazioneA�con i Servizi Educativi dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beniA�culturali della Provincia autonoma di Trento. I risultati del progetto saranno presentati alA�pubblico giovedA� 10 dicembre alle ore 16.30, all’Alzheimer CaffA?, a Trento in via al TorrioneA�6, presso la sede dell’Associazione Alzheimer. All’incontro interverranno Renzo Dori,A�presidente dell’APSP Margherita Grazioli a�� Povo, Luisa Moser, responsabile dei servizi educativiA�dell’Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma diA�Trento e Emanuela Trentini, educatore professionale del Nucleo Alzheimer della APSP M.A�Grazioli di Povo. L’iniziativa, che sarA� introdotta dagli allievi della scuola a�?i Minipolifonicia�?,A�A? realizzata in collaborazione con il Comune di Trento.
Il progetto a�?TA�essere Memoriaa�?, attuato da febbraio a giugno 2015, ha coinvolto un gruppo di 12A�malati di Alzheimer ospiti dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona di Povo (dotata di unA�nucleo specializzato rivolta a questo tipo di pazienti). Il percorso sperimentale A? stato proposto daiA�Servizi Educativi della��Ufficio beni archeologici della Soprintendenza per i beni culturali nell’ottica diA�aprire le porte del Museo delle Palafitte di FiavA� ad un pubblico che difficilmente in questa faseA�della vita viene accompagnato in museo o partecipa a laboratori archeologici. Sono stati condottiA�sei incontri con laboratori pratici e un’uscita finale presso il museo. Il primo momento di confrontoA�A? stato finalizzato alla conoscenza reciproca, indispensabile per prendere confidenza edA�instaurare un rapporto di fiducia sia con l’educatore che con gli altri partecipanti. Negli incontriA�successivi, partendo da copie di reperti appositamente selezionati, si A? dato ampio spazioA�all’osservazione, alla manipolazione e alla discussione, in modo da mettere in atto la stimolazioneA�cognitiva e la valorizzazione delle abilitA� residue. Ogni partecipante ha potuto toccare, osservare,A�riconoscere alcuni oggetti, fare supposizioni, cercare di portare a galla ricordi o antichi gesti.
Reperti molto semplici, essenziali ma ricchi di significato, utili per stimolare la memoria deiA�partecipanti.
Attraverso la��interazione diretta con i reperti, si A? cercato di sollecitare lo scambio di idee, di farA�scaturire ricordi ed esperienze personali e di mettere in relazione il proprio vissuto con i materialiA�e gli oggetti archeologici. Sono stati inoltre proposti, partendo dalle attivitA� documentate dagliA�archeologi a FiavA�, laboratori di tessitura, lavorazione dell’argilla e preparazione del burro. TutteA�le pazienti hanno partecipato volentieri (aspetto non scontato per chi soffre di Alzheimer), si sonoA�messe in gioco, hanno saputo riprodurre, con estrema facilitA� e grande attenzione antichi gesti,A�dimostrando come alcune abilitA�, quali il “saper fare”, la manualitA� e la creativitA� permanganoA�nonostante la malattia, se adeguatamente sollecitate. I laboratori pratici sono risultati esperienzeA�stimolanti, emotivamente coinvolgenti e piacevoli, che hanno permesso di accedere a personaliA�memorie e saperi, di potersi mettere in gioco, sperimentare le proprie abilitA� e anche aumentareA�la propria autostima.
La visita al Museo delle Palafitte ha concluso il percorso: uscire dalla struttura protetta per andareA�in un posto nuovo e sconosciuto A? stato un momento arricchente e ha assunto anche un valoreA�particolare. Il museo si A? dimostrato infatti un luogo ricco di stimoli dove le partecipanti hannoA�mostrato grande capacitA� di osservazione, anche di particolari che sfuggono ai piA?. Si sonoA�sentite a loro agio, libere di muoversi, di esprimersi, di toccare, di fare domande e di vederA�esaudite le loro curiositA�. Momenti dedicati a laboratori pratici, alla creativitA� e la visita ad unA�museo, possono dunque influenzare positivamente la qualitA� della vita di un paziente affetto daA�Alzheimer.
La��esperienza fatta ha confermato che il museo, se reso fruibile e a�?partecipativoa�? puA? avere unA�ruolo sociale e puA? aiutare nel decorso della malattia a migliorare la qualitA� di vita dei pazienti maA�anche di chi si occupa di loro, i care giver, i quali si trovano a condividere questa devastanteA�patologia.
Il Gruppo di lavoro che ha seguito il progetto A? composto da Luisa Moser (responsabile dei ServiziA�Educativi della��Ufficio beni archeologici, Soprintendenza per i beni culturali), Roberto Maestri,A�Alberta Faes e Emanuela Trentini (animatore, fisioterapista e educatore della APSP di Povo).
Informazioni
Provincia autonoma di Trento
Soprintendenza per i beni culturali
Ufficio beni archeologici
Via Mantova, 67 A� 38122 Trento
tel. 0461 492161
eA�mail: uff.beniarcheologici@provincia.tn.it
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