domenica , 22 Dicembre 2024

AD ORIENTE OCCIDENTE La��AFRICA DI MOMBOYE
il Teatro Sociale ospiterA� la prima dello spettacolo del Coreografo della Costa da��Avorio

Georges MomboyeDopo il successo riscosso lunedì in un Teatro Sociale tutto esaurito il coreografo della Costa d’Avorio Georges Momboye ritorna oggi (mercoledì 6 settembre) con uno spettacolo in prima nazionale “PrA�lude à l’Après-midi d’un Faune” e “Le Sacre du Printemps” (Teatro Sociale di Trento, ore 21). Ma la giornata di oggi propone accanto all’esperienza dell’artista africano anche quella di Simona Bucci. Si tratta di “Studio Hieronimus. Anatomia di una creazione”, conclusione di un periodo di residenza al Festival, al Teatro alla Cartiera alle ore 18. Arricchiscono il cartellone anche l’incontro della sezione Linguaggi sulla Nuova danza africana assieme ad Ayoko Mensah e l’ormai insostituibile appuntamento con le migliori esperienze della danza trentina in Piazza Loreto alle ore 18.30, organizzato in collaborazione con Federazione Scuole di Danza del Trentino e che domani vede Improntafro impegnata in “Voglio andare…”. Momento clou della giornata lo spettacolo di Georges Momboye con “PrA�lude à l’Après-midi d’un Faune” e “Le Sacre du Printemps, rispettivamente della durata di 15 e 40 minuti. Certo è che Igor Stravinskij non poteva immaginare nA� che il suo Sacre du Printemps (1913) avrebbe avuto fortuna in terra d’Africa, all’inizio del Terzo Millennio, nA� che tanti danzatori neri si sarebbero misurati con quella “barbarie” musicale russa che tanto sconvolse il pubblico e soprattutto la critica francese d’inizio Novecento. Sedici danzatori, bianchi e neri, giovani e risoluti, seguono la musica col corpo, si arrestano bruscamente, con le mani che tremano, i piedi che graffiano la terra per irrobustirsi: scalare quell’Himalaya che è il Sacre ha significato per Momboye ripercorrere soprattutto le tracce controcorrente (rispetto alla tradizione del balletto occidentale del 1913) di Nijinskij: non a caso il danzatorecoreografo antepone al Sacre la sua personale interpretazione del PrA�lude à l’Après-midi d’un Faune di Claude Debussy nella forma di un assolo di cui è interprete e che potremmo definire assolo “afro-nijinskiano”.

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