La mostra dei giardini ritrovati sarà aperta fino al 2 settembre 2018 con orario 10-18 (mar-ven) e 10-19 (sab-dom); lunedì chiuso
Un nuovo contributo alla conoscenza di un patrimonio ancora poco conosciuto, seducente ma fragile, spesso a rischio. È stata inaugurata in questi giorni a Palazzo delle Albere, la mostra “Giardini ritrovati. Spazi e caratteri delle architetture verdi in Trentinoâ€, ideata dalla Soprintendenza per i beni culturali e organizzata con il sostegno del Servizio attività culturali e del Servizio per il sostegno occupazione e la valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con il Castello del Buonconsiglio – Monumenti e collezioni provinciali e la Trentino Film Commission.
Nell’occasione il Soprintendente Franco Marzatico ha ripercorso la secolare storia del giardino e delle sue rappresentazioni bibliche, mitologiche, letterarie. L’Assessore alla Cultura del Comune di Trento, Andrea Robol, ha inoltre sottolineato il valore dell’iniziativa anche a fronte del percorso di riflessione sull’identità del futuro della splendida residenza suburbana dei Madruzzo, già al centro di un fitto tessuto di orti e giardini; la vernice non a caso si è svolta davanti alla loggia di ingresso, al limite tra esterno e interno, sullo sfondo dei filari di carpini collocati a rievocare il viale alberato che collegava il Palazzo detto appunto delle Albere con il centro cittadino tramite l’accesso monumentale dei Tre Portoni.
La vasta rete delle collaborazioni e i macrotemi della mostra sono stati illustrati dai curatori Lia Camerlengo, Katia Malatesta e Alessandro Pasetti Medin, dall’architetto paesaggista Claudio Micheletti per A2studio, responsabile del progetto espositivo, e dal video artista Stefano Benedetti. Al centro dell’iniziativa il concetto di giardino come spazio in equilibrio dinamico tra natura e artificio. La visita conduce così alla scoperta di una selezione dei quasi 150 parchi e giardini storici censiti e studiati dalla Soprintendenza nell’ambito della propria attività di tutela; ma anche a familiarizzare con le regole compositive e strutturali dell’architettura del verde e con le sue peculiari espressioni trentine, in dialogo con le forme e il clima del contesto alpino.