mercoledì , 18 Dicembre 2024

VITA MACROBIOTICA 3 – BRODO DI CLOROFILLA

VITA MACROBIOTICA 3: BRODO DI CLOROFILLA E TARASSACO
Brodo_clorofilla

Con l’inizio delle temperature più miti e l’arrivo del tarassaco (ce ne parla in >questo interessante post la Dott.ssa Patrizia di Gregorio, che ringrazio), inizio il mio periodo di benessere: un regime alimentare semplice e leggero in cui riduco il consumo di olio ed elimino per una decina di giorni almeno i prodotti da forno. Questo è un periodo che alla scuola macrobiotica che ho frequentato viene chiamato di Quaresima, di purificazione e che non coincide (di solito) con l’omonimo periodo religioso. Ma oggi non voglio parlarvi di questo, bensì di un rimedio macrobiotico che è semplicissimo da preparare, ha un gusto piacevole ed apporta grande benessere a tutto l’organismo perché depura e rilassa il fegato. È il brodo di clorofilla, ovvero di foglie verdi.
Il fegato è l’organo associato alla fase dell’Albero/Legno, ad un’energia che ha la caratteristica di salire e di espandersi, che è leggera e vitale ed è caratteristica della primavera. Un’energia che è frenata da un’alimentazione a base di cibo animale, di formaggi e salumi, cibi ricchi di sale e di grassi, che notoriamente appesantiscono il fegato.
Un’alimentazione che sostiene ed asseconda la fase Albero è basata su cereali quali il grano e l’orzo e verdure che crescono verso l’alto (cipollotti, porri, verdure a foglia verde …). La cottura che corrisponde a questa fase è la scottatura veloce in acqua. Quindi, oltre a bere il brodo di clorofilla anche le verdure utilizzate utilizzate per preparare lo stesso sono ideali per il consumo, magari nel pasto successivo;-)
Ma vediamo la ricetta:

Ingredienti:
1/2 tazza di foglie verdi (verza, cappuccio, carote, rapanelli, cime di rapa, erbe spontanee commestibili come tarassaco e ortica)
1 tazza di acqua

Mondate e tritate grossolanamente 1/2 tazza di foglie verdi, di qualsiasi tipo ad eccezione di bietola e spinacio. Portate a bollore 1 tazza di acqua e quindi tuffate le foglie e lasciate sobbollire per 1-2 minuti. Filtrate e bevete caldo una o due volte al giorno a digiuno, almeno 15 minuti prima dei pasti.

Di solito per circa 2 settimane inizio la giornata con questo brodo e trascorsi 10-15 minuti mi gusto la colazione.
Ma prima parlavo del tarassaco …
E’ un’erba spontanea che punteggia di giallo i campi ed i prati. E’ talmente abbondante in certi periodi e luoghi che si è perso il senso della sua preziosità per la nostra salute ed anche per quella degli animali. Va raccolta prima della fioritura e se ne possono usare sia le radici che le foglie. Come tutte le erbe amaricanti è un eccellente depurativo per il fegato, ma è anche un’erba diuretica ed antinfiammatoria ed è ricca di potassio e di ferro.
Anche per questo motivo quando vado a fare una gita in montagna ne raccolgo sempre qualche piantina, che uso nei successivi 2-3 giorni per per preparare il brodo di clorofilla.
Ma in realtà raccolgo il tarassaco perchà con questa pianta ho una strana e bellissima affinità.
Sarà capitato a tutti di trovare degli alimenti che “ci chiamano”, è un richiamo sottile, quasi un bisogno profondo, che viene da quella parte di noi che sa cosa ci fa bene e cosa non ci fa bene. E’ la nostra guida interiore; la stessa che ci spinge a prendere quelle piccole decisioni nel quotidiano che sono importanti e ci fanno sentire allineati: fare una camminata nella natura, una seduta di yoga, concederci qualche momento per osservare il cielo, inviare un messaggio di salute ad una persona, trascorrere del tempo con qualità con un figlio od una persona a noi cara creando un momento di profonda condivisione e di apertura. Piccoli gesti che ci fanno sentire autentici e umani nel senso piè profondo del termine, che ci permettono di sentire ed apprezzare la nostra unicità ma anche quella degli altri e di dare un senso alla vita.
Per me raccogliere il tarassaco è un piccolo gesto per mettermi in ascolto e sintonizzarmi con la vita.
Qual’è il vostro tarassaco?

Leggi l’approfondimento sul tarassaco della dott.ssa Patrizia di Gregorio >qui

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