TeatroE e EstroTeatro presentano Voglio essere incinto – 21 e 22 marzo 2018, ore 20.45 – Teatro di Villazzano
drammaturgiaA�Ornela Marcon e Mirko Corradini
regiaA�Mirko Corradini e Andrea Deanesi
assistenti regiaA�Andrea Visibelli e e Nicola Piffer
tecnica e studioA�Nicola Piffer e Andrea Deanesi
grafica scenicaA�Davide Panizza
organizzazioneA�Mattia Bertolini
I bambini spiazzavano a�� forse lo fanno ancora a�� le mamme: a�?PerchA� io ho il pisello e lei la patatina?a�?. Le mamme sa��arrampicavano a�� forse lo fanno ancora a�� ma non scappavano dai tentativi di spiegazione. I padri? Fuga dalla��imbarazzo. Una via da��uscita per non inciampare nella��educazione sessuale casalinga i maschi la trovavano sempre. Forse fanno ancora cosA�. Mirko CorradiniA�andava oltre. GiA� da piccolo. a�?Mamma, perchA� non posso fare figli ancha��io?a�?. Negli anni Mirko la spiegazione se la��A? data. Ci mancherebbe. Ma pare si sia sempre piA? convinto che quella sua richiesta bambina non era a�?soloa�? una domanda. Era la��ingenua, originale, atipica, divertente e caparbia manifestazione di un desiderio. Diceva a�?PerchA� non posso fare figli?a�? per dire a�?Voglio essere incintoa�?. E per davvero.
Crescendo, Mirko Corradini sa��A? adeguato alla��anatomia. Al differente destino di genere: destino procreativo. Ma la fissa gli A? rimasta: eccome. E oggi, piA? di ieri, sente di doverla comunicare. E condividere. Come? Con uno spettacolo che debutterA� il 21 e 22 marzo a Villazzano. MetterA� in scena un parto figurato, recitato. a�?PartorirA�a�? dialogando con la��immaginabile curiositA� del pubblico. SarA� un monologo il suo. E farA� la��attore a�� lui che fa solo il regista – dopo 12 anni dalla��ultima volta. Mirko Corradini non partorirA� nel dolore. La gravidanza che ha portato allo spettacolo A? stata sA� una fatica ma si A? trattato di fatica allegra. Una fatica elettrizzante per lui e per quanti ne hanno assecondato il progetto riconoscendone il coraggio.
a�?Voglio essere incintoa�? A? una��onesta ammissione di invidia per il mondo femminile. Ma anche la��invidia a�� in questo caso almeno a�� puA? essere un omaggio, un atto di gratitudine, verso la��universo femminile. Il parto A? un dono che si confeziona per nove mesi tra alti e bassi, slanci e cadute, esaltazioni e depressioni. Alla��uomo, al maschio, tutto questo A? negato. Ma se la��uomo, il maschio, provasse a mettersi in sintonia? Resterebbe uomo, maschio. Ma finalmente senza la U o la M maiuscola.