L’UniversitA� di Trento accoglie Achille Varzi

Trento, 24 maggio 2017 a�� (a.s.) Achille Varzi A? professore onorario a�?Bruno Kesslera�?. della��UniversitA� di Trento. La cerimonia di conferimento del titolo al professore a�� a�?al suo pensiero originale e al contributo che da anni sta dando alla formazione accademica in Filosofia nella��Ateneo trentinoa�? a�� si A? tenuta questa mattina al Dipartimento di Lettere e Filosofia. Una cerimonia ufficiale, ma anche una��occasione per ascoltare la lectio magistralis di un grande accademico e pensatore molto legato alla��UniversitA� di Trento. Varzi infatti tiene regolarmente un corso di Logica e partecipa alla��organizzazione di iniziative e convegni internazionali intorno al nesso tra logica e matematica. In tanti, docenti e studenti, hanno infatti voluto essere presenti al conferimento del titolo onorario, che A? gli stato attribuito dal direttore del Dipartimento Fulvio Ferrari.

A descrivere la��intenso rapporto, fin dalla��inizio con la��Ateneo trentino A? stata Paola Giacomoni, docente di Storia della Filosofia, che ha tenuto la tradizionale laudatio, introduttiva. A�La prima volta che ha messo piede dentro questo edificio alcuni studenti lo hanno riconosciuto e subito avvicinato. Gli hanno chiesto persino la��autografo, esperienza non comune per uno che si occupa di filosofia. LA� abbiamo capito che la��interesse era reciproco. Achille Varzi ha dato un contributo notevole al nuovo percorso di Logica, Teoria del linguaggio e Matematica del corso di laurea in Filosofia, nato in collaborazione col Dipartimento di Matematica. Da quando collabora con noi, abbiamo collezionato un convegno ogni anno, con ospiti internazionali di rilievo. E abbiamo cominciato a sperimentare che cosa significa pensare in negativo, tra Varzi e DescartesA�.

Secondo Varzi, infatti, sono le ombre, i fatti, i pianeti non scoperti a consentirci di gettare uno sguardo inedito sul mondo. Con il suo ragionamento originale spinge a riflettere sulla possibilitA� di stilare un inventario o un catalogo delle cose del mondo partendo da una prospettiva diversa, alternativa al ragionamento comune. A�Il suo punto di vista a�� ha sottolineato Giacomoni riprendendo proprio questo approccio nel ragionamento a�� non A? quello del realismo filosofico: non A? nel mondo che si puA? trovare la��ordine; esso forse non esiste se non nelle strutture della nostra mente. Non si sottrae a nessun esperimento filosofico, dimostrando che non A? impossibile fare metafisica in modo originale partendo dalle entitA� negative, come i buchi, o le pause, le attese, le ombre, le sviste, le omissioni, gli errori, le lacune, le mancanze, il vuoto.

Ed A? questo suo modo unico di leggere la vita e la realtA� che lo ha reso una tra le figure di spicco nella��ambito della filosofia analitica. Uno studioso di formazione italiana che ha avuto grande riconoscimento internazionale. Attualmente insegna Logica e Metafisica alla prestigiosa Columbia University di New York. Varzi ha iniziato la sua lectio magistralis con un pensiero indirizzato a Bruno Kessler, fondatore della��Ateneo a cui A? dedicato il titolo onorario che gli A? stato conferito, ricordando il ruolo che ebbe nella sua chiamata a Trento.

A�Dico subito che non parlerA? di logica, di filosofia della matematica, di ontologia, e men che meno di buchiA� ha esordito Varzi.A� Queste sono le cose su cui si consuma la mia quotidianitA�, e va da sA� che per me sono importantissime. Ma naturalmente sono solo alberi di una foresta ben piA? ampia. Anzi, sono rami di alberi, rametti di alberi giganteschi di una foresta millenaria. E in una giornata come questa forse A? gusto che provi per una volta a parlare della foresta, anche a rischio di sforare rispetto alle mie a�� chiamiamole cosA� a�� competenzeA�. E partendo da una citazione di Seneca a�� A�Il fatto di vivere, Lucilio mio, A? un dono degli dA?i immortali, il fatto di vivere bene, della filosofia. Dunque, noi dovremmo avere un debito maggiore verso la filosofia che non verso gli dA?i, in quanto una��esistenza virtuosa A? certamente un beneficio maggiore che la��esistenza a�� si A? addentrato in una riflessione. A�Possono sembrare parole irriverenti A�- ha commentato Varzi a�� ma, ammettiamolo, A? proprio su queste parole che prima o poi ogni filosofo si ritrova a riflettere, soprattutto nei momenti di maggior debolezza. E il loro valore non risiede soltanto nell’incoraggiamento che se ne puA? trarre. Le parole di Seneca sono esemplari soprattutto per il richiamo a quello che, sin dalla��antichitA�, A? stato considerato uno dei compiti principali della filosofia: indicare la strada del A�vivere beneA�. Del resto A? questo che ancora oggi le chiediamo tutti. Quand’anche fosse vero che tendiamo a preoccuparci piA? di vivere a lungo che di vivere bene, resta il fatto che, come scriveva Seneca in una��altra epistola alla��amico, A�tutti possono fare in modo di vivere bene, nessuno di vivere a lungoA�.

Achille Varzi si A? laureato in Sociologia a Trento nel 1982 e ha conseguito un dottorato in Filosofia a Toronto (Canada) nel 1994. Dal 1989 al 1995 A? stato ricercatore alla��IRST di Trento. Dal 1995 insegna Logica e Metafisica alla Columbia University di New York, dove A? stato anche direttore del Dipartimento di Filosofia.

Da tre anni A? anche visiting professor presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia di Trento, dove tiene regolarmente un corso di Logica e partecipa alla��organizzazione di iniziative e convegni internazionali intorno al nesso tra logica e matematica. A? nel direttivo di diverse riviste filosofiche internazionali, come The Journal of Philosophy, ed A? nel comitato editoriale di The Monist e della Stanford Encyclopedia of Philosophy, ma scrive anche rubriche su quotidiani come Il Sole 24 ore.

Ha pubblicato molti articoli sulle maggiori riviste internazionali e molte opere, a partire dal primo libro: a�?Buchi e altre superficialitA�a�? (1996, con Roberto Casati). Alcune sono rivolte principalmente a un pubblico accademico, tra cui: a�?Parts and Places. The Structures of Spatial Representationa�?, (1999 con Casati), sulla teoria dello spazio, le sue parti e le sue rappresentazioni, a�?Ontologiaa�? (2005) in cui discute il rapporto tra ontologia e metafisica. Altre parlano a un pubblico colto piA? vasto, tra cui: a�?SemplicitA� insormontabilia�? (2004, con Casati, tradotto in molte lingue) in cui situazioni quotidiane apparentemente semplici si mostrano irrisolvibili, a�?Le tribolazioni del filosofarea�? (2014, con Claudio Calosi), poema filosofico in endecasillabi ispirato alla Commedia dantesca, sui piA? comuni errori dei filosofi, e anche un saggio di filosofia per bambini: a�?Il pianeta dove scomparivano le cose, Esercizi di immaginazione filosoficaa�? (2006, con Casati). La��interesse per la sperimentazione filosofica su diversi piani e attraverso molteplici linguaggi A? molto evidente.