domenica , 24 Novembre 2024

UNIVERSITA� DI TRENTO: Dal dipartimento di ingegneria una mano per i bambini

Con una stampante 3D otto studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale hanno realizzato delle protesi da regalare a chi ne abbia bisogno. Ora cercano qualche sponsor per portare avanti il progetto
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A�Ci sono anche otto studenti del Dipartimento di Ingegneria industriale della��UniversitA� di Trento nella��associazione internazionale di volontari e-NABLE che produce con stampanti 3D protesi di mano per persone che hanno malformazioni o hanno subito amputazioni.
La rete internazionale, fondata nel 2013 al Rochester Institute of Technology (Stati Uniti), oggi conta migliaia di persone e finora ha realizzato e fornito gratuitamente in 37 Paesi circa 1.500 mani in 3D, soprattutto per bambini.
Gli studenti coinvolti, iscritti alla��ultimo anno del corso di laurea magistrale in Ingegneria dei Materiali, sono Massimiliano Tomaselli, Giovanni Spiaggia, Michele Perenzin, Ethan Debattisti, Davide Bottone, Francesco Baggio, Davide Ambrosi e Luca Durante e in queste settimane sono impegnati nei laboratori di Povo per mettere a punto alcune protesi.
A�Quando il professor Migliaresi a lezione a�� racconta Massimiliano Tomaselli a�� ci ha parlato di questa associazione, ci siamo subito entusiasmati. Ci sembra una��iniziativa bellissima poter realizzare con delle stampanti 3D protesi da regalare a bambini in difficoltA�. E cosA� ci siamo subito messi al lavoro. Abbiamo prodotto per ora due protesi complete. La prima ci ha permesso di capire quali erano i punti strutturalmente deboli che sono stati migliorati, la seconda A? quindi perfezionata e rispecchia il modello che pensiamo di produrre in maggior quantitA�A�.
E terminate le protesi? A�Grazie al professor Migliaresi abbiamo vari contatti soprattutto nel continente asiatico. Siamo in contatto con queste associazioni che giA� operano in campo umanitario e che fungeranno da punti di diffusione delle nostre protesi a chi ne abbia bisogno. In Paesi come Vietnam e Laos si riscontra una consistente richiesta di mani prostetiche poichA� i bambini del luogo devono far fronte a problemi come malformazioni di natura genetica, ad amputazioni per incidenti lavorativi (ca��A? ancora una grossa presenza di lavoro minorile in queste nazioni) e/o dovuti alla presenza di mine antiuomo nel territorio (spesso a forma di giocattolo) che tuttora danneggiano o addirittura distruggono il futuro di questi bambiniA� racconta Giovanni Spiaggia.
A�Le protesi realizzate con stampanti 3D – aggiunge Michele Perenzin a�� sono a basso costo e hanno delle buone prestazioni, permettendo di recuperare, seppur parzialmente, la funzionalitA� della��arto mancante, migliorando il tenore di vita dei bimbi. Possono essere usate per diversi anni prima di essere sostituite. Per i bambini le protesi complete non vengono realizzate a causa del costo e della incompatibilitA� delle stesse durante la crescita; nelle protesi come quelle prodotte da noi questo problema non si riscontra, A? possibile infatti realizzarle e ristamparle in base alla��esigenza con una spesa contenuta. Nella maggior parte dei casi per coprire le spese vive (in media tra i 25 e i 50 dollari per ogni protesi) i membri della comunitA� lanciano raccolte fondi online e cercano sponsor. In questo progetto ognuno di noi mette a disposizione ciA? che sa fare: dalla progettazione delle protesi alla loro realizzazione, dagli aspetti legali alla commercializzazione. Altro obiettivo della��associazione A?, con il contributo di tutti i partecipanti, migliorare la funzionalitA� e la resistenza delle protesi e speriamo di trovare anche qualche sponsor che ci permetta di portare avanti questo progetto coprendo le spese futureA�.
A�Riguardo ai nostri obiettivi futuri a�� spiega Ethan Debattisti a�� abbiamo anche in mente di realizzare ulteriori innovazioni della protesi attuale, sia estetiche sia funzionali. Questo progetto, una volta completato, verrA� messo a disposizione di tutta la comunitA� di cui facciamo parteA�.
A�Sono contento che gli studenti si siano inseriti in questa associazione internazionale che ha il merito di mettere in rete talenti individuali di varie nazionalitA� e di coniugare sviluppo scientifico e azione umanitariaA� commenta Claudio Migliaresi, professore di Materiali compositi e di Biomateriali e tecnologie biomediche e responsabile del centro di ricerca BIOtech alla��UniversitA� di Trento.
Migliaresi prosegue: A�Alla ricerca di rilevanza sociale abbiamo deciso di dedicare un approfondimento (attivitA� di a�?Advanced Technologies for High Social Impact Applicationsa�?) nel progetto di mobilitA� internazionale Erasmus Mundus a�?Swap and Transfera�?, coordinato dalla��UniversitA� di Trento fin dal 2009 e che finora ha coinvolto complessivamente 700 studenti di universitA� europee e asiatiche.
In allegato: foto del gruppo di studenti (Foto Alessio Coser, archivio UniversitA� di Trento) e delle due protesi in 3D realizzate finora.

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