Anche quest’anno il Festival dell’Economia ha riempito di economisti di fama internazionale, le vie di Trento dando l’opportunitA� ad un pubblico numeroso ed eterogeneo di vedere ed ascoltare piA? di quaranta conferenze in location esclusive quali il Teatro Sociale e il Castello del Buonconsiglio – ma come sono questi personaggi blasonati dell’economia lontano dal palco e dai riflettori?
Silvia Toccoli, dottoranda alla FacoltA� di Sociologia in IS&O (Information System & Organisation), che ha avuto l’onore di conoscere personalmente il Premio Nobel James Heckman in quanto incaricata dagli organizzatori del Festival di assisterlo durante la sua permanenza a Trento, ci ha raccontato qualche particolare su questa sua esperienza.
Il jet leg dopo il volo Chicago – Venezia non ha avuto la meglio sul sessantacinquenne Premio Nobel, che durante il viaggio in macchina dall’aeroporto a Trento ha sommerso Silvia di domande sul Festival e soprattutto sul territorio: quando A? stato costruito il Castello di Avio, quanto A? lungo l’Adige, su cosa si basa l’economia del Trentino, quali sono i vini piA? rinomati, che tipo di effetti sta avendo la crisi nella nostra Regione. Ma la curiositA� non si A? limitata ad una sfilza di domande su arte, storia e geografia del territorio, perchA� questo Pictionary sul Trentino, proseguito durante il classico Giro al Sass tra l’ammirazione per gli affreschi di Casa Rella e l’interesse per i busti di Prati e Canestrini, A? giunto alla domanda su usi e costumi: a�?What’s that orange drink?a�? L’occhio attento di Heckman infatti non si A? fatto sfuggire il dilagare di spritz sui tavolini di Piazza Pasi, trasformando la curiositA� in un aperitivo allo Scrigno con la famosa bevanda veneta.
Naturalmente, nel suo gironzolare turistico per il centro cittA�, in molti lo hanno riconosciuto e fermato, ed Heckman si A? sempre dimostrato molto disponibile a stringere mani, farsi scattare fotografie e fornire al volo consigli su tesi di dottorato e ricerche universitarie. La sua attenzione alle persone A? emersa anche nella volontA� di capire in precedenza che tipo di pubblico avrebbe probabilmente assistito alla sua conferenza, al fine di calibrare il discorso per renderlo comprensibile alla maggior parte delle persone in sala.
Ecco quindi che oltre al prestigio per il Festival di avere ospite un Premio Nobel e all’onore per il pubblico di poter ascoltare dal vivo le sue teorie, la stessa cittA� A? riuscita ad affascinarlo con la sua bellezza architettonica e le persone ad impressionarlo con le tre sale piene a Palazzo Geremia alla sua conferenza di giovedA� scorso.
Unico disappunto del Premio Nobel: come mai nessuno indossa il cappellino del Festival dell’Economia? Mentre lui, dopo la conferenza stampa, se lo infila in testa fieramente e si avvia a pranzo al ristorante Chiesa in compagnia di Georg Akerlof con la tranquillitA� e la semplicitA� di chi sta andando ad una partita di baseball.
Martina Bridi
Non vuol proprio dire che un premio nobel debba avere un atteggiamento distaccato dalle cose apparentemente semplici, anzi! Forse questa è una visione molto italiana, direi quasi “patriarcale”…
Grazie Martina per questa viva istantanea dal dietro le quinte del festival!
solo in Italia abbiamo i baroni che si fanno portare con il cocchio e scortare da uno sciame di feudatari…
concordo sul patrriarcale…!