Oggi, giovedA� 30 aprile, alle ore 18.00, il Palazzo Roccabruna ospita la tavola rotonda intitolata “I Balcani al cinema. Storia di un’industria e dei suoi protagonisti “.
Il cinema era senza dubbio uno strumento di propaganda ma (…) esisteva la possibilitA�, per cosA� dire, di fare un leggero slalom, attraverso il quale poter esprimere elementi di veritA�. (Ivan Andonov, attore e regista, Bulgaria)
SarA� Maurizio Nichetti, direttore artistico del TrentoFilmFestival, ad aprireA� i lavori dell’incontro dedicato alla presentazione della ricerca “Un’altra storia europea: l’industria cinematografica e i suoi protagonisti nei Balcani dagli anni ’70 a oggi“, realizzata da Osservatorio Balcani e Caucaso in collaborazione con la Fondazione museo storico del trentino e con il supporto della Fondazione Caritro e della Provincia autonoma di Trento. Uno studio che attraverso le storie dei suoi protagonisti racconta l’industria cinematografica balcanica dall’apogeo negli anni ’70 fino all’attuale globalizzazione, ripercorrendo l’evolvere del settore che piA? di tutti ha plasmato l’immaginario collettivo delle societA� e ancora oggi costituisce un settore di eccellenza, in grado di contrastare la marginalizzazione culturale e politica dei Balcani negli ultimi decenni.
Nella bella cornice di Palazzo Roccabruna, sede degli incontri del Trento Film Festival, Maurizio Nichetti lascerA� poi la parola a Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino, e Luisa Chiodi direttrice scientifica di Osservatorio Balcani e Caucaso. I risultati della ricerca verranno discussi assieme a Annamaria Percavassi, direttrice artistica del rinomato Trieste Film Festival, iniziativa che da decenni promuove la conoscenza e la diffusione del cinema dell’Europa dell’est in Italia e all’estero.
Un’occasione unica, a vent’anni dalla fine della guerra fredda, per percorrere i cambiamenti dell’industria del cinema balcanico. Da quando era importante macchina della propaganda di regime, passando per la fine dei regimi comunisti dopo il crollo del muro di Berlino, per arrivare alla metamorfosi imposta dalla globalizzazione quando – ad esempio – la cinecittA� bulgara si A? convertita in studi privati di post-produzione occidentali.
A conclusione dei lavori Giovanni Kezich, direttore del Museo degli usi e costumi di San Michele all’Adige e curatore della rassegna sul cinema antropologico Eurorama, sezione speciale del Trento Filmfestival, fornirA� uno sguardo sul documentario etnografico balcanico.
Per approfondire sul tema del cinema sud est europeo, si veda la sezione on-line www.osservatoriobalcani.org/storiedicinema
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