MercoledA� 13 marzo ore 19:00 e 21:00 al Teatro San Marco di Trento, si terrA� OH, BOY!, lo spettacolo teatrale della compagnia “Il teatro delle quisquilie” tratto dalla��omonimo romanzo di Marie-Aude Murail.
con Klaus Saccardo / Massimo Lazzeri
luci e scene di Andrea Coppi
adattamento e regia di Massimo Lazzeri
I fenomeni del disagio giovanile emergono sempre piA? nella societA� contemporanea, situazioni che vedono spesso gli adolescenti combattere soli contro disagi profondi.
In questo contesto A? facile comprendere la��importanza che riveste la capacitA� di creare un dialogo con i ragazzi sui temi del rispetto delle differenze, della��accoglienza e della legalitA� attraverso interventi educativi e culturali, nella��ottica di prevenire ogni forma di discriminazione a sfondo razziale, di genere, per motivi religiosi, per orientamento sessuale, per etA� o disabilitA�.
La compagnia a�?Il teatro delle quisquiliea�? vede nel teatro un fondamentale strumento di comunicazione capace di creare un ponte tra il mondo dei ragazzi e quello degli adulti, coinvolgendo entrambi nella costruzione di nuove forme di dialogo affrontando temi complessi quali quelli dei diritti delle persone e delle pari opportunitA� per tutti. La compagnia si propone di aprire nuovi spazi di riflessione sulle diverse problematiche attraverso il confronto e la condivisione con coetanei e adulti.
Lo spettacolo a�?Oh boy!a�? si ispira alla��omonimo romanzo di Marie-Aude Murail e affronta in modo approfondito il tema della fratellanza e del diritto per ogni individuo di vivere i propri affetti e di avere una famiglia. I protagonisti sono tre fratelli rimasti orfani e quindi destinati ad essere affidati in custodia a nuovi tutori. Tuttavia i tre fratelli, seppur possiedano caratteri diversissimi, sono inseparabili e questo complica ancor di piA? la ricerca di una famiglia disposta ad accoglierli.
Grazie al lavoro di una��assistente sociale, spunta una nuova possibilitA�: un lontanissimo fratellastro, Bart, un ragazzo irresponsabile, superficiale, inaffidabile e disinteressato ai problemi del mondo, che sbandiera la propria omosessualitA� in maniera esagerata e non sembra per nulla adatto al ruolo di tutore. SarA� invece proprio lui a stravolgere gli eventi nel momento in cui SimA�on scoprirA� che i suoi strani disturbi non sono sintomi da��influenza, ma di una malattia ben piA? drammatica.
La��autrice tratteggia un personaggio, Bart appunto, che A? spassoso, fa ridere di lui e con lui e che, attraverso una serie di a�?provea�? che la vita gli pone dinanzi, evolve e matura, rivelando una sensibilitA� inaspettata.
Attraverso una scenografia costituita da pochi oggetti di scena, la lettura-spettacolo ripropone la storia di questi tre ragazzi. Le musiche e le luci di scena definiscono ambienti e situazioni che coinvolgono il pubblico, creando una��atmosfera di a�?famiglia allargataa�?, lasciando il tempo necessario per dare vita ad uno spazio pensato appositamente per i ragazzi e per le loro parole.