venerdì , 22 Novembre 2024

ADDIO A STEPHANE HESSEL
Libero di indignarsi

Il pensiero produttivistico promosso dall’Occidente ha trascinato il mondo in una crisi per uscire dalla quale A? necessario rompere radicalmente con la vertigine del “sempre di piA?”, sia in ambito finanziario sia in quello delle scienze e della tecnica. A? ormai tempo che etica, giustizia ed equilibrio diventino preoccupazioni prioritarie. PerchA� i rischi cui siamo esposti sono gravissimi, e potrebbero mettere fine all’avventura umana su un pianeta che diventerebbe inabitabile“.

Stephane Hessel – morto ieri all’etA� di 95 anni – ci lascia in ereditA� riflessioni come questa, che A? solo uno dei tanti passaggi che ho sottolineato nel suo breve scritto “Indignatevi!“. Verrebbe in realtA� da sottolineare, da segnarsi quasi tutto di questo libretto di venti pagine che – contro ogni previsione anche dello stesso autore – ha saputo smuovere cosA� tanto le coscienze da diventare ispiratore dei movimenti degli Indignados e di “Occupy Wall Street.

Partigiano combattente nelle fila della Francia esiliata di De Gaulle, sfuggito per ben due volte ai campi di sterminio nazisti, intellettuale socialista e scrittore, tra i partecipanti alla prima stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nel 1948 e diplomatico al Segretariato generale dell’Onu: in tutto questo intenso e lungo percorso di vita – che lui stesso racconta nella sua autobiografia “Danza con il secolo” – ha sempre saputo fare tesoro delle sue origini di tedesco naturalizzato francese, e del suo conseguente personale travaglio alla ricerca delle proprie radici, facendo dell’uguaglianza dei diritti un principio imprescindibile di qualsiasi idea politica ed economica; e questo anche quando a carriera ormai gloriosamente conclusa – nominato “Ambasciatore di Francia” da Francois Mitterand nel 1981 – anzichA� dedicarsi ad un “buen retiro” seppe invece battersi pubblicamente a fianco dei “sans-papiers” francesi e per la causa palestinese aderendo al boicottaggio dei prodotti israeliani (“Mio padre era ebreo, sono scampato a Buchenwald, le accuse di antisemitismo non mi sfiorano“).

Dopo il grande successo di “Indignatevi!” nel 2010, scritto per sottolineare i valori della Resistenza e la loro continua attualitA�, aveva pubblicato nel 2011 “Impegnatevi!”: un messaggio forte ai giovani, un invito ad avere sempre qualcosa di cui indignarsi e ad impegnarsi per il suo cambiamento, con un’incrollabile fiducia nella non-violenza, nel dialogo, nella diplomazia. Una capacitA� di rivoluzione non violenta, ma anche di profondi rinnovamento e liberazione del pensiero, di cui oggi il nostro Occidente stanco e “oversize” ha estremo bisogno.
Ne sono un chiaro segnale anche gli avvenimenti politici e sociali nell’Italia di questi giorni, e se a 95 anni A? naturale lasciare il proprio corpo e i propri costumi di scena per dare spazio ad altri sul palco della vita, credo sia dovere morale ricordare figure come Hessel per guardare avanti e poter realizzare nuove speranze, coltivando un’anarchia di pensiero rispettosa dell’altro ma mai supina di fronte alle ingiustizie, alla mancanza di trasparenza, ai diritti umani calpestati.

di Andrea Bianchi

Bibliografia di Stephane Hessel:
http://it.wikipedia.org/wiki/StA�phane_Hessel#Bibliografia

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