giovedì , 21 Novembre 2024

REFERENDUM, VINCONO I CITTADINI E LA RETE
La nostra guida ai quesiti abrogativi

La campagna per i referendum del 12 e 13 giugno , consumata nel sostanziale silenzio dei partiti e dei media tradizionali, ha visto emergere con forza non solo un desiderio di partecipazione politica da parte dei cittadini, ma anche una nuova idea di movimento, fortemente improntata dall’utilizzo della Rete, sia comeA�principaleA�strumento organizzativo, sia come mezzo di informazione e propaganda. Qui sotto vi proponiamo una semplice guida ai quattro quesiti referendari.

Il primo referendum sulla��acqua a�� scheda ROSSA

Si riferisce alla legge 112 del 2008 e alle sue successive modifiche. La legge stabilisce che la gestione dei servizi pubblici locali, tra cui quello idrico (il cosiddetto servizio idrico integrato), possa essere affidata a societA� miste pubblico-private, nelle quali il privato possieda almeno il 40% del capitale. I comitati promotori del referendum, i quali si oppongono alla gestione privata di un bene primario come l’acqua, sostengono l’abrogazione di questa legge basandosi su quanto avvenuto in quei territori dove giA� da alcuni anni si A? sperimentato l’ingresso dei privati nella gestione del servizio idrico. La conseguenza di tale ingresso, denunciano gli stessi comitati, A? stata un aumento delle bollette in media del 60% (con punte fino al 300%), una diminuzione degli investimenti per la ristrutturazione degli impianti e un aumento delle vendite dei quantitativi d’acqua.

Se vince il SA�

In caso di vittoria del SA�, gli ATO (ambito territoriale ottimale) non sarebbero piA? obbligati a indire a�� salvo deroghe a�� le gare entro il 31 dicembre 2011, come stabilito dal decreto Ronchi, nA� a cedere ai privati alcune partecipazioni azionarie entro il 2013. La��abrogazione delle norme del decreto Ronchi determinerebbe un vuoto legislativo che sarebbe colmato dal principio della gara a evidenza pubblica, come stabilito dalle norme europee. Questo vuol dire che gli ATO potrebbero ancora cedere ai privati parte delle azioni delle societA� che gestiscono le risorse idriche, ma senza gli obblighi e gli scatti previsti dal decreto Ronchi. La Corte Costituzionale aveva rigettato un ulteriore quesito che vietava del tutto la cessione ai privati di parte delle azioni delle societA� che gestiscono le risorse idriche.

Se vince il No
In caso di vittoria del No, gli ATO cheA�non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a societA� a totale capitale pubblico, dovranno trasformarsi in societA� miste con capitale privato almeno al 40 per cento entro il 31 dicembre 2011. Le societA�A�miste collocate in Borsa dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40 per cento entro giugno 2013 e al 30 per cento entro il dicembre 2015.

Il secondo referendum sulla��acqua a�� scheda GIALLA

Intende abrogare una singola frase del decreto 152 del 2006, la quale prevede che la tariffazione dell’acqua possa essere stabilita in base a�?all’adeguatezza della remunerazione del capitale investitoa�?. Le tariffe, cioA?, possono essere aumentate per compensare gli investimenti di capitale fatti dal gestore (anche privato).

Se vince il SA�
In caso di vittoria del SA�, per le societA� che gestiscono le risorse idriche sarebbe impossibile realizzare profitti dalle tariffe: si tratterebbe, in sostanza, della fine degli investimenti privati nelle societA� che gestiscono le risorse idriche. Questo implicherebbe progressivamente lo scioglimento delle societA� miste attualmente operanti sul mercato, la necessitA� per le societA� pubbliche di ri-acquistare le quote dei privati e la��obbligo di realizzare investimenti nel settore soltanto con risorse pubbliche e soltanto a fondo perduto.

Se vince il No
In caso di vittoria del No, la legge resterebbe cosA� coma��A?: i gestori possono realizzare una remunerazione sulle tariffe fino a un massimo del 7 per cento.

Il referendum sulla��energia nucleare a�� scheda GRIGIA

Il terzo quesito A? quello che nelle ultime settimane ha avuto piA? problemi. Nella sua forma originaria prevedeva la richiesta di abrogazione di alcune norme varate tra il 2008 e il 2010 che sancivano la costruzione di impianti di produzione di energia nucleare sul territorio italiano. Dopo l’inserimento nel decreto Omnibus della cosiddetta a�?moratoria nuclearea�?, che ha di fatto abrogato le leggi precedenti, la Cassazione (la cui decisione A? stata poi approvata anche dalla Consulta) ha modificato il testo del quesito adattandolo alle nuove norme. La moratoria, infatti, prevede la sospensione del programma nucleare a�?al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifichea�? e una valutazione su quali saranno le scelte della ComunitA� Europea. Blocca, cioA?, temporaneamente i piani di costruzione delle centrali nucleari lasciando aperta una possibilitA� per il futuro. Abrogando anche questa legge, si sceglie di rifiutare anche per il futuro la costruzione di centrali nucleari in Italia. Votando no, al contrario, si lascia aperta questa possibilitA�.

Se vince il SA�
In caso di vittoria del SA�, stando alla lettera del quesito, il Governo non sarebbe autorizzato ad adottare la Strategia energetica nazionale, cioA? il piano generale con cui si decidono gli investimenti, le prioritA�, i settori su cui investire, comprese le energie rinnovabili. Per effetto della��abrogazione effettuata dal governo, tra la��altro, anche una vittoria del SA� non avrebbe effetti concreti sul fronte della��energia nucleare ma soltanto effetti simbolici: in ogni caso questo o un altro Governo un giorno o la��altro potrebbero legittimamente introdurre il ricorso alla��energia nucleare.

Se vince il No
In caso di vittoria del No, il governo potrebbe adottare la Strategia energetica nazionale. Sul fronte del nucleare non cambierebbe nulla in ogni caso.

Il referendum sul legittimo impedimento a�� scheda VERDE CHIARO

L’ultimo quesito riguarda il legittimo impedimento, una norma introdotta dalla legge 51 del 2010, poi modificata in parte da una sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha dichiarato illegittime alcune sue parti. La richiesta di abrogazione A? riferita a tutte le altre parti ancora in vigore. Secondo questa legge, il presidente del Consiglio e i ministri, se chiamati a comparire in udienza penale come imputati, possono avvalersi del a�?legittimo impedimentoa�?. Possono, cioA?, chiedere che l’udienza venga spostata qualora abbiano degli impegni connessi con le loro funzioni governative. I comitati promotori di tale quesito, si oppongono al legittimo impedimento sostenendo che il presidente del Consiglio e tutti i ministri, se imputati in un processo penale, debbano essere trattati come qualsiasi altro cittadino. Anche per tale quesito, voterA� SA� chi vuole abrogare il legittimo impedimento, voterA� No chi vuole mantenerlo.

Se vince il SA�
In caso di vittoria del SA�, il vuoto legislativo verrebbe colmato da quanto stabilito dal codice di procedura penale, secondo cui a�?la��udienza A? rinviata se sussiste un legittimo impedimento della��imputato che ha manifestato la volontA� di comparirea�?. Di fatto, a quel punto il presidente del Consiglio e i ministri sarebbero trattati come qualsiasi altro cittadino.

Se vince il No
In caso di vittoria del No la legge sul legittimo impedimento resterebbe in vigore cosA� come modificata a gennaio dalla Corte Costituzionale.

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