LunedA� 6 dicembre
ore 20.30
Sala Depero
Palazzo della Provincia
Trento
Serge Latouche, uno dei piA? famosi economisti e sociologi del mondo, A? considerato il padre della decrescita felice. Ha scritto molti libri sul tema di una possibile inversione di marcia rispetto all’attuale modello di sviluppo che ci porta inevitabilmente alla distruzione.
L’incontro si inserisce all’interno della rassegna “Dialoghi internazionali: Se vuoi la pace prepara la pace” organizzata dalla Provincia autonoma di Trento insieme al Centro per la Pace del Comune di Bolzano. A dialogare con Serge Latouche ci sarA� Achille Rossi, filosofo, educatore, referente del mensile “L’altrapagina” di CittA� di Castello, amico dilunga data di Latouche.
Biografia
Serge Latouche (Vannes, 12 gennaio 1940) A? un economista e filosofo francese.
A? uno degli animatori de La Revue du MAUSS ed A? presidente dell’associazione A�La ligne d’horizonA�. E’ professore emerito di Scienze economiche all’UniversitA� di Parigi XI e all’ Institut d’A�tudes du devoloppement A�conomique et social (IEDS) di Parigi. A? tra gli avversari piA? noti dell’occidentalizzazione del pianeta e un sostenitore della decrescita conviviale e del localismo.
Conosciuto per i suoi lavori di antropologia economica, Serge Latouche critica il concetto di economia intesa in modo formale, ossia come attivitA� di mera scelta tra mezzi scarsi per poter raggiungere un fine. Rifacendosi in tal senso al pensiero di Karl Polanyi, egli mira a proporre nelle sue opere il concetto dell’economico, rifacendosi alla definizione di economia sostanziale, intesa come attivitA� in grado di fornire i mezzi materiali per il soddisfacimento dei bisogni delle persone.
Critica, attraverso argomentazioni teoriche e con un approccio empirico comprensivo di numerosi esempi, il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalitA� ed efficacia economica. Nemico del consumismo e della razionalitA� strumentale, Latouche A? un intellettuale che presenta tratti assai personali ed A? stato introdotto nel dibattito italiano da case editrici e gruppi culturali della sinistra radicale.
Latouche A? uno dei critici piA? acuti della ideologia universalista dalle connotazioni utilitariste: rifacendosi anche alle concezioni di Marcel Mauss e di Ivan Illich, rivendica la liberazione della societA� occidentale dalla dimensione universale economicista.
A coloro che nel mondo contemporaneo mettono in discussione la prospettiva universalista, cioA? la pretesa della civiltA� occidentale di imporre a tutto il mondo una serie di valori considerati validi per tutto il genere umano si obietta d’altra parte che criticando la��universalismo, si puA? finire nel relativismo e nel particolarismo. Non A? stato forse il particolarismo, inteso come l’esaltazione delle culture particolari quello che spesso ha generato divisioni e lotte in nome di una ristretta, egoistica, visione della propria identitA�?
Latouche ribalta questa accusa addossandola proprio all’universalismo che non A? altro che una creazione ideologica occidentale, di un occidente che in nome della propria identitA�, dell’identitA� della tribA? occidentale, come dice Rino Genovese, pretende d’imporre un imperialismo culturale al resto del mondo.
Contro l’universalismo Latouche rivendica invece la necessitA� di A�valorizzare la��aspirazione a un dialogo fra le culture, a una coesistenza delle culture. Per questo alla prospettiva della��universalismo [opponendo] piuttosto un “universalismo plurale,” che consiste nel riconoscimento e nella coesistenza di una diversitA�, e nel dialogo fra queste diversitA�.A�