Con l’arrivo della “brutta stagione�, pensare un po’ ai prossimi scenari da affrontare potrebbe aiutarci a non incorrere in errate valutazioni di guida.
Tra le varie condizioni climatiche nella quali l’automobilista medio si può trovare, la peggiore è sicuramente rappresentata dalla nebbia. A differenza della pioggia o della neve, che rendono precaria la stabilità del mezzo, la nebbia “agisce� in maniera più subdola. Una stabilità pressoché simile ad una normale giornata di tempo variabile, ma una riduzione drastica della visibilità , questa la condizione in cui ci si potrebbe trovare. Nella peggiore delle ipotesi questa visibilità varia a seconda della densità della nebbia, mutando le condizioni di guida chilometro dopo chilometro. Tale beffarda situazione rappresenta un insidioso trabocchetto per tutti gli automobilisti, in particolar modo per quelli che……..vanno di fretta!
A tal proposito la migliore tecnologia di prevenzione rimane il buon senso; alla faccia dei sistemi computerizzati, dell’elettronica specializzata, delle sospensioni intelligenti e chi più ne ha più ne metta. Il “sale in zuccaâ€? sbaraglia la concorrenza. Ma se volessimo avere un approccio più tecnico, più convincente, per “noiâ€? piloti provetti potremo pensare che se nel calcolo dello “spazio d’arrestoâ€? di un veicolo il tempo di reazione del conducente gioca un ruolo significativo, accorgersi del pericolo in modo tardivo (per la scarsa visibilità ) significa automaticamente ritrovarsi nell’impossibilità di arrestarsi in tempo utile. E’ drammaticamente sbalorditivo come questo problema sia presente nelle autostrade italiane dove c’è ancora chi pensa “Beh, la strada è tutta dritta e nessuno viene in senso contrario, quindi vado comunque!” Al primo intoppo e/o al primo rallentamento sappiamo tutti come finisce…
Meditate gente, meditate.
Franco Pavanelli