Il contributo che oggi abbiamo scelto per voi dalla TrentoBlog Community, A? l’ultimo post di Giovanni Straffelini che affronta l’annoso tema dell’origine/esistenza dell’anima. Un tema che indubbiamente scatena scambi d’opinione e punti di vista: a voi la parola!
“Il problema della��origine della��anima (il tema A? stato introdotto qui) coinvolge diverse fasi: la��origine della vita, la��evoluzione degli esseri viventi e la sviluppo di ogni singolo essere vivente. Ea�� conveniente inquadrarlo tenendo presente il secondo principio della termodinamica (la��entropia totale della��universo a�� cioA? il grado di disordine della��universo a�� A? in continuo aumento; il contenuto di entropia di un sistema a�� di qualunque complessitA� a�� puA? pertanto diminuire solo in presenza di un intervento esterno, poichA� un sistema chiuso evolve spontaneamente solo verso stati di maggiore disordine) e la metafora del a�?diavoletto di Maxwella�? giA� introdotta. Riprendiamo le domande che erano emerse:
1) Chi fornisce le giuste informazioni operative alle cellule degli esseri viventi che si stanno fecondando? E poi durante la crescita verso complessitA� morfologiche maggiori, fino al passaggio da anima vegetale/animale a quella razionale?
2) E ancora prima: come ha avuto origine la vita (e quindi la��anima della materia vivente, nelle sue diverse forme)? Come ha fatto la��estropia a vincere sulla natura senza vita, in un universo che procede verso la��aumento continuo del disordine? (continua a leggere sul blog di Giovanni Straffelini).
Giovanni Straffelini a Trentino Cult.
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A parte il fatto che il concetto di Anima è talmente vago e indefinito ed indefinibile, non abbiamo nessuna prova, nessun indizio, niente, che ci possa far pensare al fatto che esiste un qualcosa come l’anima e in ultima analisi alla vita dopo la morte, perché è per questo che l’uomo si arrovella su discorsi di questo tipo. Sappiamo solo che la vita vuole vivere, e che i nostri geni si mescolano come in una lotteria fra individui differenti per dare origine a discendenti che abbiano mutazioni favorevoli alla sopravvivenza (altrimenti ci auto- cloneremmo).
Ps. L’unico essere vivente che ha investito tutto sull’immortalità con un discreto successo senza preoccuparsi di mutare i suoi geni ha 43.000 anni, ed è una pianta, in Tasmania. Ma è l’unico di cui si sia a conoscenza, e non è detto che ne viva altri 43.000. E senza divagarsi in speculazioni sull’universo, credo sia ragionevole osservare la vita qui sulla terra per rimettere i “piedi per terra” e lasciare ai filosofi del passato speculazioni sulla connessione fra “coscienza morale” – “Anima” – “Cielo -Universo – Volte Celesti” e “Dio”. (la coscienza morale aveva origini divine, secondo loro).