venerdì , 22 Novembre 2024

OGM E RICERCA SCIENTIFICA
Di Giovanni Streffelini

imm3La��Italia non ama gli Ogm. Anche la coltivazione del mais geneticamente modificato, ben diffusa nel mondo, da noi A? bandita. Non solo. In molte regioni italiane a�� tra le quali anche il Trentino – A? impedita, o resa particolarmente difficile, pure la sperimentazione di colture geneticamente modificate. Non mi pare sia una buona idea; A? molto probabile che nei prossimi anni le coltivazioni Ogm avranno una diffusione sempre maggiore nel mondo e sarebbe pertanto importante disporre di adeguate capacitA� di ricerca, in grado di sviluppare soluzioni utili per la��agricoltura dei diversi territori e di valutarne, in modo diretto, le eventuali controindicazioni negative.

Per inquadrare la problematica A? necessario ricordare che ogni prodotto agricolo A? messo in pericolo dai continui attacchi dei nemici naturali, come i funghi o gli insetti, e deve essere protetto con numerosi trattamenti chimici, i quali, tuttavia, non assicurano che prima o poi possa estinguersi o essere ottenuto solo con estrema difficoltA�. Sviluppando prodotti Ogm resistenti alle malattie si possono quindi realizzare due vantaggi. Il primo A? la preservazione dalla��estinzione di un prodotto agricolo; ciA? A? particolarmente importante nel caso dei prodotti tipici che, nel tempo, sono diventati parte del tessuto culturale di una regione e si sono ritagliati uno specifico mercato. Il secondo A? la riduzione, o la��eliminazione, dei trattamenti chimici, che inquinano la��ambiente e, soprattutto, contaminano i prodotti stessi, con possibili gravi danni per i consumatori (continua a leggere sul blog di Giovanni Straffelini– TrentoBlog Community).

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