venerdì , 22 Novembre 2024

“L’ERA DI OBAMA E LE SFIDE DI UNA SOCIETA’ MULTIETNICA”
Trento – Festival dell’Economia 2010

GiovedA� 3 giugno, ore 16.30, Sala Depero del Palazzo della Provincia di Trento: “L’era di Obama e le sfide di una societA� multietnica” con Robert D. Putnam.

Le societA� moderne stanno diventando sempre piA? etnicamente diversificate. Questa diversitA� offre molte opportunitA� alle nostre societA� ma porrA� seri problemi di solidarietA� sociale. Che cosa possiamo imparare dalla storia delle societA� di immigrati su come combinare diversitA� etnica e identitA� comune?

Introduce Gianni Riotta.

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Un commento

  1. giulio mancabelli

    Merito qualità ed efficienza sono il frutto della concorrenza di un costante asintote comparativo concorrenziale additivo “benchmark” processo e, solo quando si mantengono costantemente attivamente aperti ogni spazio a questa dinamica concorrenziale allora, si possono ottenere risultati profittevoli all’umanità nella sua interezza ricavandone conoscenza, tecnica, ecc., democraticità e qualità della vita al cittadino, utente consumatore! Così come l’identità non si acquisisce sottraendo, destrutturando o decostruendo bensì aggiungendo ovvero, proponendo proattivamente visioni, paradigmi, progettualità d’ordine migliorativo superiori a quanto in corso. Ciò accadrebbe purché si mantengano aperti a sempre “crowdopensoursing” apporti e contributi scevri d’ogni “imprinting” condizionamento Solo disegnando nuovi percorribili orizzonti si potranno meglio promuovere quell’auspicata identificazione di cittadinanza “glocale” che il nostro tempo reclama prodroma ad ingenerare virtuoso senso d’appartenenza quanto la realtà del nostro tempo grazie alle nuove tecnologie sempre più permetterebbero assorbire ed assumere al fine di meglio far catalizzazione maggiore senso d’appartenenza per un più consapevole e responsabile approccio in una siffatta sempre più liquida realtà.
    Modalità che ineludibilmente reclamano l’acquisizione di più complete organiche sistemiche strutturali soluzioni aperte su tutte “le front line” essendo aspetti pertinenti sia alla democrazia quanto al mercato essendo facce della medesima medaglia che reclamano su entrambi i piani, regole chiare e trasparenti “ad incrementale reciproco adeguamento per non continuare a collassare” data l’impellente sempre più mordente crisi che imprescindibilmente ci attanaglia! Pertanto, su tutti i fronti, urgono sostituire i vecchi schemi impregnati d’obsolescenza con altrettanti nuovi paradigmi più pertinenti a quanto la realtà del terzo millennio reclama per saper e poter fronteggiare meglio attrezzati il contingente date le continuative cangianti prossimità! Giacché le novità si ottengono arrangiando in modo inedito le cose del passato (Monod) Conseguentemente necessitano irrevocabilmente, nuovi e più pertinenti schemi per saper e poter meglio rispondere a quel grido di libertà che viene dal futuro!
    Ciò accade effetto dell’iperbolica accelerazione che le nuove e sempre più sofisticate tecnologie imprimono ed internet che le rende sempre più pervasive facendo macro l’economia e la finanza globali ma lasciando le regole delle realtà statuali relegate al proprio micro rendendole sempre più inefficienti ed inefficaci per capacità di poter contrastare l’irregolarità, l’illegalità che tendono rendersi sempre più evanescenti. Da cui si evince l’esigenza di promuovere l’acquisizione nuove “global legal rules” aspetto che finalmente anche i G20 se ne stanno rendono conto della loro irrevocabilità!? Urgono nuove regole affinché la loro applicazione diano per “check & balance & feed back” efficaci virtuosi monitorati opportuni resilienti controlli? Anche qui, sempre da ultima l’Europa si sta rendendo conto d’“istituire” proprie agenzie di rating per non essere vittima dei soliti speculatori di turno.
    Pertanto sconsigliabile risulterà procedere semplicemente a decostruire l’identità, secondo quei criteri che sono stati adottati a suo tempo negli Stati Uniti un contesto di fattibile attuabilità per qui tempi essendo gli USA allora, in totale fase espansiva sotto tutti i profili. Quello è stato un contingente periodo storico che ha permesso agli USA di diventare a livello mondiale l’ombelico del mondo per farsi tutto ruotare concentricamente tutto attorno dettando il futuro al mondo!
    Ma ora qualcosa è cambiata l’informatizzazione ha perfino fatto superare quel occulto multilateralismo che conduceva ad una prevalente dinamica duale accentuativadecentrativa frutto di un’altrettanto induttiva logica più o meno celata che il nemico del mio nemico non potesse che essere mio amico. Tutto questo, pur avendo più o meno, contribuito alla formazione e consolidamento degli Stati moderni, or ora, questi Stati “grazie” alle nuove tecnologie ed internet, volenti o nolenti, stanno sempre più svanendo ed evaporando!? Segno che un’epoca si sta chiudendo e dell’irreversibile necessità d’acquisire inediti paradigmi per fronteggiare il nuovo contingente?! Anche l’”american way of life” dopo aver radiato l’impellente crisi recessiva conseguente al suo enorme indebitamento attesta d’aver esaurito la sua spinta propulsiva e, mettendoci a nudo le loro strutturali magagne sotto quei basilari profili: economico, sociale, ecologico non più coerente a canonico approcci quanto la “triple botton line” contemplerebbe ulteriormente attestano la loro impossibilità di nuove efficienti performance in governance: le cronache lo stanno sempre più dimostrando l’attuale palese incapacità di quel USA sistema d’autorigenerarsi e correggersi. Determinata anche da un’enucleata intrinseca strutturale deficienza da ricondurre ai meccanismi elettorali aspetti che or ora emergono sempre più ad ogni latitudine.- Specialmente quando come accade per la realtà americana che s’impernia su blindato bipartitismo che ingenera un anacronistico incapsulamento che blocca ogni potenziale miglioramento giacché drenando ogni concorrenza ancora a livello elettorale preclude più fisiologici incrementali miglioramenti ricorsivi che risulterebbero indispensabile a poter rendere la democrazia resiliente viva e mordace ovvero capace di incrementalmente migliorarsi per pervasività! Ovviamente in altrettanto modo si dimostra essere esausta anche la soluzione britannica dell’“english way” in quanto col varo del nuovo governo Britannico – Cameron oltre che, determinare un effettivo “downgrading” alla supposta eccellenza di quel “magnificato” modello elettorale Maggioritario all’uninominale Britannico si vedono prossimamente costretti a passare ad un modello elettorale Proporzionale. Modalità che indirettamente inaugura l’inizio di una nuova era anche a quella latitudine casualmente inversa a quella che da quindici anni stiamo in senso contrario percorrendo noi essendo partiti dal Proporzionale per voler magari prossimamente dopo aver tentato il Mattarellum e l’attuale Porcellum un prossimo Maggioritario all’uninominale senza renderci minimamente conto che entrambi sia noi, come Italiani quanto loro, come Britannici stiamo sia pur in senso inverso calpestando e percorrendo lo stesso complementare processo: gli uni per un verso noi altri nell’altro ma suo contrario ovvero, quello stesso sottotraccia sistema che si articola a reciproca complementarietà e si concretizzerebbe nel SEMIALTERNO!?
    Giacché quanto in corso conferma l’imprescindibile esistenza di un latente pragmatico SEMIALTERNO quale idealtipo, insito nelle cose, dispositivo per la libera determinazione delle rappresentanze politiche in modo più completo che urgerebbe raccogliere e mettere a punto per poter meglio imbrigliare entrambe quelle latenti ma sempre più palesi ancestrali – elleniche induzioni: centrifuga – rappresentata dal Proporzionale e centripeta – dal Maggioritaria che solo quando vengono appropriatamente articolate permettono meglio declinare una siffatta cangiante iperbolicamente accelerata realtà che pretende soluzioni sistemiche più complete ed aperte resilienti, autopoietiche capaci di riprodurre un bipolarismo aperto! Ciò, irreversibilmente urge per poterci sintonizzare ed allineare a quanto le esigenze del terzo millennio reclamano; adeguamenti su entrambe quelle facce: democrazia e mercato. Aspetti indispensabili per poter sistematicamente massimizzare efficacia ed efficienza coniugate secondo quei suddetti profili tipici della “triple botton line” per in altrettanto contestualmente modo poter massimizzare: governabilità – decisionalità, economicità ed evolver verso una responsabile incrementale sussidiarietà!
    Pertanto, la sfida resta aperta per addivenire a strutturali sistemiche adeguatezze proprio perché non esistano verità assoluta e paradigmi eternamente validi se questi si dimostrano incapaci di progressivamente implementarsi in modo asintote, resiliente autopoietico?
    Le bolle finanziarie non possono essere considerarsi soltanto frutto di meri giochi di borsa, quando l’innesto a queste creatività si può facilmente ricondurre al sistematico intreccio collusivo di finanza e politica effetto d’essere in presenza di un bipartisan bipartitismo che istituzionalizzandosi sempre più non potrà che favorire facili autoreferenziali cartello (orizzontale e/o di ceto). Al di là di quanto qualcuno intenda giustificare il tutto come effetto di mere superficialità d’approccio, non avendo voluto far tesoro di quanto per le analoghe bolle accadde nel ’29 giacché taluni politici negli anni 90, si sono fatti dimenticati di quell’esperienza, consentendo la concessione di mutui a chi non poteva pagarli e lasciando briglia sciolta ad un mare di derivati senza garanzia da appioppare più o meno legalmente ai soliti Pantaloni glocali!? V. L. Smith. Quando la cosa sarebbe più semplicemente da ricondurre a quanto si riscontra sempre più nei fatti ovvero la capacità da parte dei modelli Maggioritari d’ingenerare sempre più formali differenze ideologiche fra i due partiti a regime, es. democratici e repubblicani in USA, a quella d’oltreoceano latitudine quanto ad ogni altra diversa per ingenerare opacità e così poter promuovere viziose potenziali speculazioni in favore della solita casta ma sempre più a sfavore di Pantalone che divenuto ormai globale ne deve comunque pagare i debiti!? Quando il compito di un completo sistema sarebbe quello di poter e dover dissipare monopoli od oligopoli quanto deterrenza… foriere d’autoritarismo d’ogni genere e fatta!? Questo processo di viziosa autoreferenzialità purtroppo, risulta sempre più facilitato quando si resta incapsulato in un bipartisan bipartitismo modello il quale dopo aver drenata ogni effettiva concorrenzialità (verticale attraverso liste bloccate di nominati) tenderà ad ulteriormente blindarsi riproducendo semplicemente alternanze a meccanica rotazione neutralizzando qualsivoglia effettiva diversa libera e più fisiologica concorrenza rispetto a quella “duale istituita ed a regime”.
    Una viziosa modalità – riproduttività di facile applicazione che resta sempre in facile agguato giacché prossimamente potrebbe venir applicata anche da noi dove, semplicemente con la scusa di rischiare di cadere in default come sistema paese si preannunciano prospettive d’ammucchiata politica! Quanto già ventilato anche da G. Sartori prospettive che potrebbero tradursi in un possibile: «governissimo», detto di solito governo di unità nazionale, un governo con tutti dentro. Oppure una grosse Koalition alla tedesca: un governo dei partiti maggiori, o comunque di una larga maggioranza compatibile, e cioè in grado di mettersi d’accordo, di volta in volta, sui provvedimenti necessari e urgenti. Oppure infine, la possibilità di sfruttare quel classico italico governo tecnico! Tutto queste soluzioni pur restando invise ad ogni criteri di concorrenza essendo contrarie a quando il tempo reclamerebbe adeguamenti competitivamente aperti, provvedimenti tesi ad agevolare efficienza, invece si preferiscono riprodurre queste solite soluzioni che pur essendo molto diverse tra loro sono legate da una logica comune quella di riservare completa autotutela alla CASTA!
    Quando, per non precipitare nei soliti retorici arcaici obsoleti e, cadere dalla padella del maggioritario, alla brace della nostalgica Prima Repubblica, servirebbe cambiar pagine adottando soluzioni inedite che diano concrete pragmatiche risposte. Soluzioni a semplice portota acquisendo un sistema elettorale completo quanto si propugna col SEMIALTERNO quale “idealtipo system” induttore di resiliente concorrenza. Il SEMIALTERNO rappresenta appunto, un più efficiente dispositivo per abbassare sempre più i gap che distanziano il livello “consuntivo” da quello “programmato” al livello elettorale solo così si potrebbe mantenere interattiva quella necessaria virtuosa osmosi concorrenziale nello spazio tempo lungo tutto quella sua asse di percorrenza dal pre elettorale sin su ad ogni consuntivo di fine legislatura post governativo”.
    Dove grazie alle comunicazioni orizzontali che internet innesta – “mass self-communication” permette svolgere un’agorà elettronica in continuativa espansione dando costituzione ad una sfida continua, su una grande varietà di temi, a coloro che detengono il potere di decisione nella sfera pubblica in virtù della democrazia elettorale. Giacché il problema di “conquistare le menti” resta cruciale, non solo nella circostanza più importante “le elezioni”, ma nel corso dell’intera legislatura, della durata in carica dei politici eletti. Cosicché tra un’elezione e l’altra il popolo non sarà muto od inattivo, o potrà anche non esserlo. Ma si potranno esercitare i “coutervailing powers” ovvero, forme di “contro-democrazia” possibili nel contesto istituzionale delle democrazie moderne utilizzando: i referendum specialmente quando questi istituiti saranno previsti in altrettanto equilibrato modo –balance criterio– Pertanto ci dovrà essere non soltanto il referendum del sempre solo togliere con l’abrogativo ma ci dovrà essere anche quello per complementarietà, del poter mettere e proporre varando per controbilanciamento anche i referendum propositivi!
    Istituti che si possano aggiungere ad altri istituibili processi per meglio poter reclamare “accountability” e, cioè poter: controllare, sorvegliare, denunciare, porre veti, impedire l’esecuzione di decisioni prese dai politici, chiamare questi ultimi in giudizio e per ultimo anche scendere in piazza!? E’ per l’appunto che urgono nuove regole su vari piani ed anche i meccanismi elettorali non possono sottrarsi. Quindi, si propone acquisire il sistema SEMIALTERNO dispositivo che enuclea quel virtuoso criterio indispensabile a poterci incarreggiare verso una piena democrazia propulsiva capace d’irradiare in modo sempre più pervasivo ed inclusivo un “asintote” incrementale qualità – democraticità in costante, resiliente concorrenza in ogni dove ed ambito per poterne riverberare virtuosi efficaci effetti in modo pervasivo per tutta la sua galassia di cui si compone politics, policy and polity! Il SEMIALTERNO ne rappresenta l’idealtipo sistema per iniziare ad esercitare un’onorevole “exit strategy” indispensabile per superare le solite anomalie dell’obsolescenza che ci mantengono bloccati a quel compassato intriso d’statuizioni formalmente correte che ci inchiodano all’arcaica all’intransitività d’autoreferenzialità permanente alla casta! Quando per allinearsi competitivamente ad una siffatta nuova realtà data l’accelerazione (singolarity) e le implicite convergenze (mainstream) che include l’interconnettività e pretende in ogni dove l’assunzione di nuovi pervasivi ed aperti logos, paradigmi (global ontology)!
    Il sistema SEMIALTERNO si struttura e si articola come di seguito:
    1) Il SEMIALTERNO è a leader implicito in quanto non necessariamente richiede di essere direttamente eletto e
    2) la sua peculiarità consiste nel fatto che su una base a “mandata elettorale”(consultazione a turno unico) PROPORZIONALE PURA, la cui purezza dipende da come si ritagliano i collegi; ovviamente più ampia sarà la circoscrizione maggiore risulterà la proporzionalità e, più piccola diventerà la circoscrizione, più grande sarà lo spreco dei voti, agendo indirettamente così a mo’ di fattore di soglia;
    3) Ma, quando la “situazione” si rendesse priva di governo od andasse in stallo ovvero la legislatura chiudesse prima dei suoi fisiologici tempi, ad esempio prima degli attuali cinque anni (come all’art. 60) il SEMIALTERNO richiama una consultazione elettorale a turno unico a PREMIO di MAGGIORANZA (anche in collegi plurinominali) od a modalità MAGGIORITARIA anche questa “mandata con premio” risulterà tanto più efficace quanto numericamente ridotti sarà il numero dei collegi elettorali in cui sarà ritagliato il territorio;
    4) Durante queste legislature “a mandata-votazione a Premio di Maggioranza” per evitare rischi di derive autoritarie essendo questa legislatura “a Premio” ovvero, incardinate prevalentemente sull’induzione della governabilità; sarebbe opportuno inserire un emendamento equilibratore volto ad “inibire l’art. 138″ per evitare ogni possibilità di revisionare la Costituzione. Basterebbe inserire un semplice “lodo” che inibisca l’art. 138 durante lo svolgersi di legislature “a premio di maggioranza” e non per quelle mandate con votazione al proporzionale;
    5) Comunque dopo ogni elezione (mandata) a Premio di MAGGIORANZA (o MAGGIORITARIO), si ritornerà alla votazione-mandata a “base PROPORZIONALE”;
    6) Il termine SEMIALTERNO deriva semplicemente dal fatto che pur diventando automatico “alterno” il passaggio dalla modalità maggioritaria a quella proporzionale che resta il “livello di base” pertanto lo stesso automatismo non si attiverebbe dopo ogni legislature che “fisiologicamente” terminasse secondo i suoi 5 canonici anni come attesta l’art. 60 della ns Costituzione. Pertanto, teoricamente la modalità al proporzionale potrebbero anche ininterrottamente sempre continuare a ripetersi per lo stesso verso.
    7) Il SEMIALTERNO comunque aumenta la sua efficacia quanto più l’induzione centrifuga del livello a base “proporzionale” (incardinato sulla rappresentatività) si manterrà specificatamente distinta rispetto a quella sua complementare centripeta “mandata-votazione” rappresentata dal “MAGGIORITARIO od a Premio di Maggioranza” incardinata sulla governabilità!
    Inoltre, il SEMIALTERNO non prevede alcuna soglia d’accesso ma, si rimette alla prerogativa insita nel suo meccanismo del determinare il passaggio dal proporzionale al maggioritario e viceversa ricrea un effettivo processo opzionale concorrente che permette di mantenerne e rendere pervasiva al più alto tasso possibile la concorrenza, quale elemento “sine qua non”, indispensabile per poter ingenerare ed implementare virtuosa qualità-democraticità. Con questo automatismo si potrà drenare rischiosi spazi all’estraparlamentare vulnerabilità tipica dei modelli a bipartitismo (presidenzialista e semi presidenzialista) perpetuo dove queste tenderebbero maggiormente a sempre più involarsi – verticalizzarsi rispetto alla realtà contestuale e basilare che dovrebbe saper meglio leggere anche nelle sue peculiarità di come si struttura solo nei passaggi al proporzionale!
    Pertanto sempre più assurdo risulterà pretendere soluzioni innovative ripassando dall’attuale riconosciuto incompiuto modello “Calderolum” con autonominate candidature e rappresentanze politiche elette attraverso blindate liste elettorali o magari come taluno asserisce, ripassare nella precedente casella d’un altrettanto incompleto modello elettorale quale era il Mattarellum! Quanto altrettanto irrazionale sarebbe ulteriormente inoltrarci in questo forzoso maggioritario che pur acquisendolo con collegi piccoli, come talaltro suggerisce proporre, con una siffatta atomicità di collegi non si riuscirebbe a calzare l’italica peculiarità: territoriale, economica, culturale, ecc. e riprodurre più omogenee soluzioni.
    Proprio perché la tendenza dei sistemi economico-sociali attuali nei quali la democrazia liberale è inserita produce incessantemente tendenze oligarchiche sarebbe più opportuno addivenire alla necessità d’implementare meccanismi quali il SEMIALTERNO che permettano meglio dissiparle. Pertanto, urge iniettare maggiore concorrenza per rivitalizzarsi dall’attuale pervasiva crisi specialmente per invertire quel pericoloso trend indotto negativo.
    Specialmente quando la maggioranza degli individui comincia con il negare la realtà questo stesso meccanismo purtroppo, tende prender piede ed applicarsi perfettamente anche alle imprese e alle nazioni. Ed i nodi non possono che venir al pettine giacché finora i governi hanno semplicemente adottato una strategia che fa finanziare dai futuri contribuenti gli errori dei banchieri di ieri e i bonus di quelli di oggi le cose stanno così dal 1975, data dell´invenzione delle stock-options negli Stati Uniti! Ingenerando un modello economico dove l´impresa è passata al servizio del capitale, a sua volta manipolato dalle leggi della Borsa. Nonostante vari e diverse ricercate risposte più o meno flessibile con la quale si tentò di affrontare la Crisi finanziaria del 1997-98 la FED inondò il mondo di dollari per organizzare il salvataggio del “Long Term Capitala Management”, un hedge fund (virato che sia pur fondato da 2 vincitori del P.Nobel R. Merton e M. Scholes), i cui fallimenti continuano a procurare effetti domini sempre più vasti ed estesi. Aspetti che rilevando un vizioso meccanismo auto propulsivo con ripercussioni ultimamente anche in Europa dove la BCE si sta (e ci sta) impiccando al quel rigido albero che ha fatto crescere secondo i più duri dettami del monetarismo più ortodosso imponendoseli col Trattato di Maastricht.
    Trattato che anziché provvedere in tempo “a svalutare in tempo l’Euro” introducendo quelle dovute appropriate moratorie che avrebbero permesso di mantenere in vita il sistema produttivo manifatturiero. Invece la BCE ha mantenuto quell’intransigente inflessibilità che poteva rispondere alle facilitazioni di credito degli anni ’80 e ’90 per sostenere la riunificazione della Germania ma che protraendosi ha ulteriormente dato inizio alla debolezza delle monete europee nei tardi anni ’90 ciononostante come la Merkel ha più o meno direttamente costretto la BCE a bruciare in borsa enormi risorse per sostenerne il cambi, quando si avrebbe potuto rimettere tutto quel denaro in circolo prima di lasciar decimare la struttura produttiva.
    Pertanto, sarebbe opportuno renderci conto che informazione e concorrenza dovrebbero venir acquisiti quali elementi “sine qua non” necessari a mantenere quel continuativo osmotico “check and balance criterio” indispensabile a rendere virtuoso il nostro BelPaese nel suo complesso su tutti i piani e livelli giacché solo così ci si potrà presentare strutturalmente e glocalmente competitivi nella compagine mondiale e risultare efficienti ed efficaci! Considerando ulteriormente che la storia non si sviluppa più secondo quei compassati canoni che abbiamo studiato e, tuttora, si continuano a studiare sui libri dell’avvicendarsi di re e principi, di guerre, di grandi eventi politici, quando la realtà dimostra che la vera storia dell’umanità, ciò che decide le sorti e lo stile di vita delle persone, si stabilisce sui mercati!?
    Il SEMIALTERNO risulterebbe l’irreversibile necessaria soluzione innovativa per liberarci da queste anacronistiche gabbie paternalistiche obsoleti modelli elettorali che continuano a precluderci ogni sviluppo per un futuro di sicurezza per permetterci di vivere quella nuova dimensione della connettività che l’era degli accessi di internet esprime!

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