venerdì , 22 Novembre 2024

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AL LAVORO IL PRIMO MAGGIO
“Eresia” o semplice conseguenza dei tempi?

800px-centro_commerciale_riminiLa Festa dei Lavoratori si festeggia ogni anno il Primo Maggio per ricordare le battaglie operaie che portarono la legislazione a fissare l’orario quotidiano di lavoro in 8 ore. Il prossimo anno decorre il 120A� anniversario della ratifica della Festa del Lavoro in Italia; prima del 1891, i tempi erano quelli dello sfruttamento, dell’orario di lavoro non meglio precisato, del licenziamento per malattia e maternitA�, della pericolositA� dei luoghi di lavoro, dell’assenza di contratti regolari…

Per la sfortuna dei dipendenti pubblici quest’anno la Festa del Lavoro cade di sabato, ma sicuramente ne saranno felici i commessi per i quali questo sarA� uno dei pochi fine settimana del 2010 in cui non lavoreranno nA� di sabato nA� di domenica. E cosA�, chiedendo un pA? in giro, si scopre che molte persone hanno giA� programmato il proprio Primo Maggio: Niva va a Genova a trovare i parenti e con l’occasione si aggregano anche gli amici trentini attirati dalla possibilitA� di fare il primo giro in barca a vela della stagione, Andrea parteciperA� alla corsa su strada del Brione a Rovereto, Alessandra e Alberto saliranno sul Doss Trento per assistere ai concerti organizzati per l’occasione, mentre Ivana se ne andrA� ad Asolo con la famiglia a giocare a golf.

Siccome per ogni regola perA? esistono sempre delle eccezioni, c’A? anche chi il Primo Maggio lavorerA�: il bar a Rovereto dove lavora Francesca tiene aperto mezza giornata e Ivonne A? una delle tante dipendenti dei Supermercati Poli per i quali il Primo Maggio sarA� solo un altro sabato lavorativo.
Quest’anno infatti i supermercati Poli terranno aperte le sedi della Bassa Valsugana e chiuderanno invece il punto vendita all’interno dello Shop Center di Pergine, oggetto nel 2009 di polemiche tra esercenti e sindacati (per la cronaca, quel giorno lo Shop Center era stipato di gente che gironzolava tra i soliti negozi, confermando la triste constatazione che questi luoghi sono i nuovi luoghi di aggregazione).

Nonostante molte persone affermino di preferire un fine settimana all’aria aperta, con gli amici e la famiglia, e se coinvolte personalmente dall’ipotesi di lavorare nei giorni festivi non siano naturalmente propense, le stesse non sono comunque contrarie ai centri commericiali aperti anche nei giorni di festa. Marco ad esempio sostiene che possa essere utile per chi lavora durante la settimana e di esserci andato quando c’era qualcosa di speciale o qualche offerta particolare, mentre a Chiara puA? essere capitato di correre al supermercato di domenica per recuperare all’ultimo un ingrediente per la torta. Altri sostengono anche che i negozi dovrebbero rimanere chiusi la domenica e nei giorni di festa, ma sono favorevoli all’apertura continua nei giorni prenatalizi… Insomma, sembra proprio che ognuno voglia essere libero di fare acquisti quando gli A? comodo, senza magari riflettere su cosa questo comporti per la vita delle aziende e delle persone.

Certamente i nuovi stili di vita sono sempre piA? improntati ad una organizzazione del tempo sempre piA? flessibile, con una distinzione sempre meno precisa tra il tempo del lavoro e quello cosiddetto “libero”, tanto che a questo punto viene provocatoriamente da domandarsi se in una societA� simile – sempre piA? globalizzata, multiculturale, multireligiosa, e “flessibile” appunto – le feste, religiose e civili, del calendario possano ancora essere qualcosa di adottabile a livello collettivo, o non debbano rientrare definitivamente nella sfera decisionale dei singoli individui e delle singole aziende: in altre parole, se desidero andare a fare shopping il primo di maggio, e la mia coscienza civile lo trova assolutamente naturale, ho diritto a poter trovare negozi e centri commerciali aperti?

Martina Bridi

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