Il Fiume che non ca��A?, festa del quartiere di San Martino che si svolgeA� sabato 8 maggio, tocca, questa��anno, la vecchia cava che ancora agli inizi del a�?900 si trovava dove oggi sorge il parco della Predara. La pietra e la cava dunque a�� in quanto oggetti reali, ma anche come simboli densi di significati e implicazioni a�� sono il tema, il filo conduttore, delle iniziative culturali e artistiche di questa seconda edizione del Fiume che non ca��A?.
Anche questa��anno la festa del quartiere non A? un evento isolato, ma costituisce il momento culminante di un percorso piA? ampio il cui obiettivo non A? tanto (o semplicemente) quello di attirare la��attenzione sul quartiere di San Martino e sulle sue problematiche, quanto piuttosto quello di sostenerne la recente straordinaria vitalitA�, che lo sta trasformando in un vero e proprio a�?laboratorioa�? sociale e culturale. Sono coinvolte, infatti, come pietre che compongono un grande muro, una gran parte delle realtA� che operano in San Martino in ambito culturale e sociale e degli esercenti che affacciano sulla strada (con il coordinamento di Barycentro e la cura artistica di il Funambolo).
La��ambizione del Fiume che non ca��A?, da��altra parte, A? quella di essere (di diventare) un fiume carsico, capace di affiorare ad intervalli regolari ma anche di irrorare sotterraneamente, in modo continuativo, il quartiere.
In questa��ottica si inserisce la rassegna cinematografica a tema Pietre organizzata da Barycentro, Cinema Vertigo e il Funambolo che per quattro venerdA� di aprile sarA� ospitata da quattro diverse realtA� di San Martino.
- Il primo appuntamento A? venerdA� 9 aprile al Circo(lo) Wallenda (via San Martino 45) con El Topo, un surreale western di Alejandro Jodorowsky (1970) nel quale la figura della talpa (che quando arriva in superficie e vede il sole diventa cieca) A? utilizzata come metafora della ricerca della salvezza.
- VenerdA� 16 aprile sarA� la volta del Circolo Redicoi e Reversi (via San Martino, 47) con il film Coma��era verde la mia valle di John Ford (1941), tratto dal romanzo di Richard Llewellyn, che racconta le vite dei minatori in un paese del Galles nel 1890.
- Il 23 aprile alle scuole Sanzio (Piazza Raffaele Sanzio, 5) verrA� proiettato Mineurs di Fulvio Wetzl (2007), ambientato nella Lucania del 1941, che affronta il tema della migrazione di molti giovani verso le cave del Belgio alla ricerca di lavoro e fortuna.
- Il ciclo si conclude il 30 aprile al Barycentro (Piazza Venezia, 35), con il film di Jean Renoir Toni (1932), che parla ancha��esso di migrazione italiana di inizio secolo per andare a lavorare in cave e miniere: cambia la meta, il sud delle Francia, ma non la speranza di questa gente che pare oggi cosA� lontana nel tempo, in un futuro migliore.
Tutte le proiezioni avranno inizio alle ore 20.30 e saranno ad ingresso gratuito.