Da sempre il TrentoFilmfestival dedica un’attenzione tutta particolare al Tibet ed al suo popolo, che coraggiosamente da anni affronta una difficile situazione politica. A maggior ragione nell’edizione del 2008, in un momento di intensa e drammatica quotidianità , il Tibet e la Cina trovano il loro spazio al TrentoFilmfestival (22 aprile – 4 maggio) con due film ed una mostra che, senza pregiudizi, presentano alcuni aspetti delle due culture, oggi così fortemente contrapposte.
E lo fanno ognuna con le sue peculiarità : la Cina con uno sguardo ai grandi spazi ed agli altrettanto imponenti numeri demografici, il Tibet con l’attaccamento alla tradizione, la riflessione spirituale, l’intensa religiosità che pervade la vita di ogni giorno degli abitanti delle più alte montagne del mondo.
Proprio nel segno della spiritualità sarà la giornata del 25 aprile, che aprirà con una serie di letture e meditazioni di maestri tibetani, celebrati da un monaco buddista. In concorso film affascinanti, come quello dedicato alla principale autorità spirituale e politica, il Dalai Lama presentato nel pluripremiato Dalai Lama Renaissance. Una fuga dal mondo alla ricerca della spiritualità è invece il cuore di Daughter of Wishdom, della regista americana Bari Pearlman, che per la prima volta riesce ad insinuarsi all’interno di un monastero tibetano. Sempre dedicata al Tibet è infine la mostra fotografica di Angela Prati, “Om Mani Padme Hum – La luce del Tibetâ€?.
La Cina delle contraddizioni, tra modernità e passato, è presentata in due film documentari. “Up the Yang Tze”, di Young Chang, dà uno sguardo sul futuro, mentre “Feet Unbound”, di Khee Jin, racconta la Grande Marcia (1934 – 1937) vista al femminile. Sempre nel segno della Cina un omaggio al grande maestro del cinema Carlo Lizzani: potremo rivedere La muraglia cinese documentario che Lizzani portò al Festival di Trento cinquant’anni fa.